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Sono in una gabbia senza via di fuga abbandonati dal mondo intero

Gaza: la realtà straziante di una popolazione intrappolata, abbandonata e sotto attacco. Scopri le storie di chi vive in una gabbia senza via di fuga.

Sono in una gabbia senza via di fuga abbandonati dal mondo intero

Sono in una gabbia senza via di fuga  abbandonati dal mondo intero

Se state ancora cercando bambini decapitati c’è solo un posto dove poterli trovare. Si chiama Gaza, e dal 7 ottobre 2023 è l’unico posto dal quale arrivano immagini di papà, zii, nonni, che tengono tra le mani corpicini che sembrano bambole, ma senza testa.

“Siamo intrappolati, ci sono pesanti bombardamenti vicino a me” – Sabah

“Qui stiamo impazzendo, non possiamo credere che la guerra sia tornata, tutto questo è insopportabile” – Ahmed

“La situazione è davvero pericolosa. Mi sono svegliata terrorizzata perché i bombardamenti erano davvero vicino a noi” – Fadwa

“E’ stata una notte difficile” – Rawand

“Siamo scioccati, non riusciamo a riprenderci” – Ibrahim

“Se muoio, non sono un numero, sono un pianeta a sé stante, ho sogni e ambizioni che volevo realizzare. Non dimenticarmi nelle tue preghiere e continua a parlare di me” – Hamada

“Ci sono notizie che l’esercito è di nuovo vicino, quindi sono pronto a scappare in qualsiasi momento” – Mohammed

Mai avrei immaginato che avrebbero iniziato tutto di nuovo con così tanta ferocia.

Alle 2 del mattino del 18 marzo, senza preavviso, Israele ha lanciato bombardamenti in tutta la Striscia di Gaza.

412 persone uccise, 174 bambini, 117 uomini, 79 donne, 32 anziani.

562 persone ferite.

Era un martedì.

Il giorno dopo oltre a civili sono stati colpiti in un attacco aereo israeliano 6 operatori umanitari Internazionali, uno di questi è morto. Così lunedì 24 marzo con un comunicato le Nazioni Unite hanno dichiarato che ridurranno di circa un terzo il numero del loro personale internazionale a Gaza.

Bambini polverizzati da una bomba da 2000 libbre, come il piccolo Omar.

Sette ragazze costrette a subire amputazioni senza anestesia.

Nel frattempo sono ripresi i lanci dei volantini su tutta la Striscia. Ne arriva uno con la fotografia di Trump insieme a Netanyahu, si legge questo:

Alla popolazione di Gaza, dopo quanto accaduto e la fine del cessate il fuoco temporaneo e prima di iniziare il piano obbligatorio di Trump con cui procederemo, che vi piaccia o no, questa è l’ultima chiamata per chiunque possa condividere informazioni con noi in cambio di un’informazione finanziaria supporto…

Ripensaci a questo. La mappa del mondo non cambierà se il popolo di Gaza scomparirà. Nessuno ti noterà. Nessuno chiederà di te..

Né all’America né all’Europa interessa Gaza. Anche gli stati arabi. Sono nostri alleati. Ci forniscono denaro, petrolio e armi. Ti mandano solo sudari. Il gioco finirà presto.”

Dana Hatib. È nata durante un bombardamento israeliano e il 20 marzo è stata uccisa in un bombardamento israeliano. Solo in quel giorno, in 12 ore, Israele ha ucciso 37 bambini, inclusa Dana Hatib.

Il 21 marzo si contano oltre 200 bambini palestinesi uccisi. In meno di quattro giorni sono stati uccisi almeno 590 palestinesi in tutta Gaza in attacchi incessanti, la maggior parte sono donne e bambini.

Israele ha anche lanciato un’invasione di terra e ha superato il corridoio di Netzarim, dividendo ancora una volta Gaza in due, mentre ordina contemporaneamente ai palestinesi di lasciare le loro case o rifugi.

E ditemi, secondo voi, dove dovrebbero andare? Ancora una volta siamo qui a chiederci dove, come l’8 ottobre 2023, come in ogni giorno da 18 mesi.

Sono In Una Gabbia Senza Via Di Fuga Abbandonati Dal Mondo InteroSono stati costretti a spostarsi al sud e poi a sud ovest davanti al mare, in un campo di nulla, lasciati a congelare d’inverno e a soffocare nelle tende d’estate, poi dopo il cessate il fuoco li hanno fatti tornare nelle proprie case, così loro hanno lasciato le tende, camminato a piedi per lungo tempo, qualcuno anche per giorni per via dei continui controlli. Qualcuno è anche morto, per stanchezza, per sfinimento, ma anche per mano dei cecchini israeliani. Cessate il fuoco, sì, ma a modo loro. Una volta tornati al nord, qualcuno ha ritrovato la propria casa mezza distrutta, ma vivibile, i più fortunati hanno ritrovato anche i mobili, ma altri, la maggior parte, non hanno trovato più nulla, solo macerie. Come il surfista Ahmed Jber, che si fa immortalare sopra i resti della sua casa, tra pezzi di vita, pezzi di tavole da surf, pezzi di quella barca che usava per andare a pescare, il suo lavoro.

O come la surfista Rawand che una volta tornata al nord, ha trovato le mura di casa sua, ma niente al suo interno, completamente vuota. Avevano rubato tutto. Sì, in guerra, o meglio in un regime di pulizia etnica succede anche questo.

Ma come si è arrivati fino a qui?

Torniamo indietro di qualche passo.

La prima fase del cessate il fuoco doveva durare 6 settimane. I punti dell’accordo comprendevano l’aumento consistente dell’entrata degli aiuti umanitari, centinaia e centinaia di camion carichi ogni giorno, il rilascio di alcuni ostaggi israeliani in cambio degli ostaggi palestinesi imprigionati da Israele, il ritorno degli sfollati nei propri quartieri.

La seconda fase doveva includere la fine definitiva dei combattimenti, il completo ritiro delle truppe israeliane da Gaza e il rilascio degli ostaggi rimanenti in cambio dei prigionieri detenuti da Israele.

La terza fase riguardava la ricostruzione di Gaza da parte dei palestinesi aiutati e supportati dal resto del mondo. 

Se la terza fase ci appare come un vero e proprio miraggio, come un sogno direi, lo dobbiamo sempre e solo ad Israele supportato dall’amministrazione americana.

Ecco cosa nei fatti è davvero avvenuto:

Come già detto il cessate il fuoco non è stato mai davvero rispettato da Israele che in modo diverso ha continuato ad uccidere a Gaza, ma non solo, ha colto l’occasione per spostare il genocidio verso la Cisgiordania. Intendiamoci bene, lì la pulizia etnica non si è mai fermata già da prima del 7 ottobre, ma non appena è stato dichiarato il cessate il fuoco a Gaza, si sono precipitati a sfollare e radere al suolo interi quartieri in tutto il West Bank. Nella prima fase ha imprigionato più persone di quante ne abbia rilasciate, non ha rispettato nessun accordo. Ha bloccato l’entrata degli aiuti umanitari, del carburante, delle unità mobili e delle tende. Così Hamas ha sospeso le liberazioni dei prigionieri fino a quando Israele non rispetterà i termini del cessate il fuoco. E infatti questo non è mai avvenuto. Così, con questa scusa sono ripresi i bombardamenti, ma con una violenza mai vista.

900 persone uccise in 96 ore, la maggior parte bambini.

I terribili terroristi di cui Israele ha tanta paura indossano maglioncini azzurri con orsacchiotti disegnati sopra, portano capelli lunghi raccolti con un fiocco rosa e vorrebbero solo giocare e andare a scuola.

Esiste un documento pubblicato dal Ministero della Salute della Striscia di Gaza, controllato da Hamas, di 1.516 pagine che riporta i nomi di oltre 50.000 palestinesi uccisi nel conflitto iniziato il 7 ottobre 2023. Tra questi, più di 15.600 erano bambini, con le prime 27 pagine del documento che elencano neonati di età inferiore a un anno.

Il 24 marzo le forze di occupazione israeliane hanno ucciso il giornalista Hossam Shabat, aveva 23 anni. Giovanissimo, si è distinto fin dall’inizio, coraggioso e con quel sorriso che scaldava il cuore. Voleva solo mostrare al mondo quello che il suo stesso popolo sta subendo. In quella stessa giornata poche ore prima avevano ucciso un altro giornalista, anche lui preso di mira, anche lui volutamente ucciso, come tutti gli altri giornalisti uccisi nella striscia. A oggi si contano più di 230 giornalisti uccisi.

15 paramedici sono stati assassinati a Rafah in una notte di marzo e Israele per “giustificarsi” non ha fatto altro che ubriacare il mondo con le proprie menzogne, ancora e ancora..

Sono 400 gli operatori umanitari, secondo l’ultimo aggiornamento delle Nazioni Unite, uccisi negli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023.

Scuole attaccate, ospedali attaccati, corpi dilaniati, corpi mutilati, sventrati, schiacciati dalle macerie, corpi che saltano nell’aria e si scaraventano sulla terra, sugli alberi.

Orfani. Orfani ovunque. Bambini che si perdono, soli, abbandonati non dai propri genitori, no, loro sono stati uccisi, abbandonati da noi, dal mondo intero.

Ogni voce conta, ogni urlo, con ogni mezzo, contro tutto questo, ci avvicina di più alla nostra natura di esseri umani, con un cuore, con un’anima, con una testa pensante. Non devono vincere loro, non possiamo permetterlo. Perché Israele non è solo uno stato, è un modo di agire, violento e senza freni ed è più vicino a noi di quanto immaginiamo..

Se vuoi fare qualcosa puoi iniziare aiutando come puoi una delle famiglie qui elencate:

linktr.ee/summerkahlo 

Per qualsiasi informazioni e domanda sono disponibile sui social

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