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Songs The Web Taught Us Vol.3

Songs The Web Taught Us Vol.3: Nel nome del Paisley, del Vox e della Stricnina santa, Fuzzamen! Bentornati infedeli. La nostra n...

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Nel nome del Paisley, del Vox e della Stricnina santa, Fuzzamen!

Bentornati infedeli.

La nostra non è (solo) una messa beat, così il Reverendo vi ha qui riuniti per svelare il terzo segreto di SONGS THE WEB TAUGHT US, e anche stavolta le vostre orecchie torneranno a casa cariche di meraviglia, dopo l’ascolto di questi peccatori.

Le prime pecorelle smarrite che andiamo a trattare rispondono al nome di ABJECTS  un all-girl band nata nel 2013, formata da una batterista italiana (Alice) una spagnola alla chitarra e voce (Noemi) e una bassista giapponese (Yuki). Da questo melting pot è nato un sound piacevolmente radicato in un garage punk a volte scatenato, a volte contaminato da un gusto Sixities, oppure da sonorità surfeggianti e introspezioni malinconiche, il tutto cantato in inglese, anche se non mancano incursioni nella lingua spagnola.

Il trio è di stanza nella cosmopolita Londra e ha già condiviso il palco con nomi del calibro di Mikal Cronin, The 5-6-7-8’s e Shannon & The Clams. Inoltre, ha all’attivo un tour britannico di spalla alle PINS, due tournèe giapponesi (in cui in diverse date hanno aperto per il mitico Guitar Wolf) un tour europeo, uno statunitense e anche date in Australia.

Il loro album di debutto, intitolato “Never Give Up”, uscito nel 2019 su Yippee Ki Yay Records e registrato con Jim Riley (già al lavoro con Billy Childish) è il resoconto dei 5 anni di cammino intrapreso dalla band, e già dal titolo riassume la voglia di non gettare la spugna, nonostante le difficoltà derivanti da vari problemi (la chiusura mentale delle persone, le sfide che la vita ci pone davanti, le incertezze che riserva il futuro, la lontananza geografica che determina precarietà nei rapporti di amicizia, amore e stabilità musicale di una band) espressi da Noemi nei testi dei brani. La band, attualmente, è in un periodo di pausa.

 

I secondi lazzaroni sono i CHAIN WHIP da Vancouver con furore, ovvero quella città al confine tra Canada e Stati Uniti che ha sempre avuto una rispettabile scena punk/hardcore. Già il nome e il logo della band, che evoca immaginari sadomaso, vi condurrà facilmente sulla strada della perdizione.

Joel (chitarra) Brett (basso) Patrick (batteria) e Josh (voce) nomi brevi e dritti al punto, esattamente come la loro musica, fondata su un hardcore-punk al fulmicotone.

Prova ne sia l’album di debutto, “14 Lashes”, pubblicato l’anno scorso su Chain Whip Records (e in uscita in Europa su Drunken Sailor Records il 26 giugno) composto da 14 pezzi, di cui 13 al di sotto dei 2 minuti, che per furia e nichilismo non avrebbero sfigurato su una delle compilation “Killed By Death”, ma in cui si avvertono anche echi Dead Kennedyani, dei Germs e delle glorie concittadine DOA.

 

Come sempre, prendete e ascoltatene tutti. Chi può, acquisti anche, e supporti la scena.

RITO E RITMO!

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