Di fronte ad un genio della caratura di Sam Cooke la penna,o le dita sulla tastiera visti i tempi che corrono, dell’umile recensore non può che tremare;che dire di un artista che il boss dell’Atlantic Jerry Wexler (non esattamente colui che si può definire uno sprovveduto) battezzò come la miglior voce di tutti i tempi?
Ci si sente piccoli piccoli di fronte ad un colosso di tale portata,un uomo che è vissuto meno di 34 anni e che in un lasso di tempo cosi’ esiguo ha inciso una tale quantità di brani splendidi da poter essere considerato uno dei fondatori,se non il re,della soul music.
Questa quindi non è una recensione ma un atto d’amore nei confronti di un artista immensi e il cui contributo alla storia della musica è risibile definire enorme,scusatemi quindi l’uso insistente di iperboli e la scarsa descrizione di quello che troverete nell’album in oggetto in quanto Sam Cooke va ascoltato non spiegato,e tantomeno recensito.
Mi limiterò a dirvi che quello che troverete in questo album,dalla veste grafica davvero invitante,sono un aparte dei pezzi che il maestro ha iniciso per l’etichetta Keen records che lo mise sotto contratto nel 1957 e che,se quello che volete ascoltare è una selezione più ampia di
quello prodotto da Cooke per questa label,vi conviene rivolgervi al cofanetto triplo “Keen records story” edito appena un anno orsono.
Per comprendere,anche se solo minimamente la grandezza di questo artista,cominciate con l’ascolto della splendidamente commuovente “You send me”,primo pezzo della storia a centrare la prima piazza tanto nelle chart r&b che in quelle pop,e se quello che proverete non sono brividi incontenibili vuol dire che siete morti e che non ve ne siete ancora accorti.
Una pallottola esplosa contro di lui in un motel di Los Angeles pose fine ad una vita,ed ad una carriera,che avrebbe potuto ancora dare tantissimo ed in tutti i termini e lo collocò immediatamente nell’alveo delle leggende posto dal quale niente e nessuno potrà mai scalzarlo.
No Comments