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Recensione : Potion – Band Of Outsiders

Potion - Band Of Outsiders: Terzo disco per questo dinamico duo, Annie Maley voce e Michel Bedoys al resto. È un rock, con effetti e tastiera, che r...

Terzo disco per questo dinamico duo, Annie Maley voce e Michel Bedoys al resto. È un rock, con effetti e tastiera, che risulta gradevole all’ascolto, anche se la produzione non è certamente ottimale. La prima canzone è una buona introduzione su quello che sarà il disco, “Under sedation”, è più ritmata, rock di nuova generazione.”‘Til the morning” comincia con un arpeggio country, per poi cadere in una dolce malinconia, sommessa e profonda, bel brano. Troviamo poi la “Samba spatiale”, che altro non è che un ritmo samba rallentato in loop verso lo spazio infinito. La canzone che dà il titolo al disco è un rock spaziale che si avvicina addirittura alla prima elettronica inglese, senza però mai scordare il rock’n’roll del nuovo millennio.In “Watching the world passing by” c’è un banjo a menare le danze. “Kissing the chamaleon” inizia con un pianissimo per poi dilatarsi nell’aria, dove entra una voce quasi marginale rispetto alla melodia. Il titolo più assurdo è sicuramente “Rapaccini’s garden”, altra canzone che rende idea di cosa fanno i Potion. Finale con “Drifting again”, dove torna una certa malinconia che a volte si trova in questo lavoro, e sono i momenti migliori del cd.La voce è valida e le musiche si forzano di essere originali, e nelle canzoni più lente ci riescono davvero. In uscita questa primavera.

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