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Occhio Malocchio Prezzemolo E Finocchio

Occhio Malocchio Prezzemolo E Finocchio: Questo film,magistralmente diretto da Sergio Martino,è incentrato su due episodi,completamente disgiunti tra loro,e vede...

Occhio Malocchio Prezzemolo E Finocchio

Questo film,magistralmente diretto da Sergio Martino,è incentrato su due episodi,completamente disgiunti tra loro,e vede come protagonisti due pesi massimi della commedia italiana anni ’80: l’inarrivabile Lino Banfi e l’assai più trascurabile Johnny Dorelli.

La parte del leone la fa il primo episodio, “Il pelo della disgrazia“, quello che vede non a caso protagonista Banfi.
Il nostro interpreta un commerciante di elettrodomestici molto superstizioso, Altomare Secca (già il nome è fantastico).
Con lui vivono la moglie Giovanna, telenovelas dipendente (la sempre bravissima Milena Vukotic) ed una figlia, Mariella (una Gegia in forma mundial).
In casa si trovano oltretutto una cameriera di colore napoletana, figlia della guerra, ed un ospite pressoché fisso, il fidanzato di Gegia lo splendido Carluccio.
Fantastica la scena quando, uscendo da casa Secca e dichiarandosi nichilista, dice rivolto a Banfi : “Il mondo sta per finire,uomo!” provocando la reazione scomposta del padrone di casa.
Ovviamente come spesso capita nei suoi film Lino ha, piuttosto misteriosamente, un’amante bellissima (la vasodilatatoria Janet Agren): quest’ultima in fissa con l’attività fisica, vorrebbe far dimagrire il nostro Altomare ma i suoi tentativi non avranno, come ampiamente prevedibile,esito positivo.
A tal proposito, come non ricordare l’inizio dell’episodio nel quale il comico pugliese appare impegnato in palestra in tenuta ginnica con tanto di scaldamuscoli e di bandana sulla fronte sudatissima.
Un bruttissimo giorno la casa del suo ex vicino ginecologo viene venduta ad un certo Corinto Marchialla, costruttore, che la abiterà insieme alla sua consorte Ludovica.
E’ l’inizio della fine per il buon Altomare, da lì cominceranno una serie di disavventure: un camion sfonda la vetrina del negozio, un’ingente fornitura di televisori ad un hotel salta senza motivazioni, un furto in banca riesce nell’obbiettivo di violare soltanto la sua cassetta di sicurezza e la finanza gli sequestra una serie di elettrodomestici perché importati illegalmente.
Disperato, il Secca prova persino a denunciare il suo presunto persecutore alla polizia che, ovviamente e sopratutto in casi come questo, ha le mani legate.
L’ultima speranza viene riposta nel re dell’occulto, un napoletano strabico e villoso, e questi gli dice qual’è l’origine dei suoi problemi: un pelo irto e setoso situato sul corpo dello iettatore, solo strappandolo la sfortuna cesserà di perseguitarlo.
Per poter riuscire nell’ingrato compito Banfi escogita uno stratagemma, invita Marchialla e la moglie a cena, nel corso della stessa verserà del sonnifero nel vino di quest’ultimo con l’intenzione di rasarlo completamente una volta caduto in catalessi.
Mentre stanno cenando, a sorpresa torna il figliol prodigo Carluccio, che nel frattempo aveva rotto con Gegia, questa volta in versione Hare Krishna (all’inizio del film lo si vede anche in una gustosissima tenuta fra il punk e il metallaro).
Mentre il Marchialla comincia a subire gli influssi del sonnifero, la moglie Ludovica lamenta un forte mal di testa, ed è allora che il prode arancione le offre un presunto calmante che in realtà si rivelerà un eccitante sessuale (“Che ci hai messo Hashish, lsd, hb?” chiede Banfi al futuro cognato).
A questo punto Altomare accompagna lo iettatore a casa seguito da un’infoiatissima moglie (vista in intimo Ludovica è,tra le altre cose, una magnifica milf).
Ma i problemi per il buon Secca non finiscono qui, il Marchialla si rivela particolarmente peloso e per rasarlo occorre una lametta, il nostro deve per forza scendere in negozio.
Nel frattempo però la porta dell’esercizio commerciale resta aperta, inoltre in strada Banfi incontra l’amante che è giunta fino a casa sua per restituirgli il borsello.
Lui tenta di allontanarla ma lei lo segue fino alla casa di Marchialla, ora il nostro ha a che fare con due donne: riesce a neutralizzare Ludovica colpendola alla testa e raggiunge l’innominabile con l’intento di completare il suo lavoro.
L’amante però lo vede sdraiato nel letto con il padrone di casa e lo lascia sdegnata (“Tu sei gay, ricchiona!“).
Il mattino dopo in casa Secca si brinda a champagne pensando che la sfortuna sia solo un brutto ricordo ma purtroppo non è così: la commessa suona alla porta ed annuncia il furto avvenuto nottetempo in negozio (“Hanno lasciato una cuffietta,quattro metri di cavo e un disco di Claudio Villa” dice sconsolato Banfi constatando il danno).
E’ in quel momento che vengono però scoperti i riti voodoo della cameriera, ma neppure quelli sono cagione delle sventure di Altomare in quanto indirizzati all’amante del marito di quest’ultima.
Il Secca sconsolato si reca sul terrazzo e qui incontra Marchialla questi: gli racconta di essere stato aggredito nella notte da un maniaco che gli ha rasato l’intero corpo, solo un pelo gli avrebbe lasciato uno irto e setoso che si trova sul sopracciglio sinistro.
Banfi si allunga per strapparlo ma cade dal poggiolo, il telone di un camino sottostante lo salva da morte certa.
L’ultima scena vede il nostro rantolante su di una barella contornato da vicini, parenti e curiosi, non riesce neppure a parlare ma, con le ultime forze, chiede a Corinto di avvicinarsi e gli sputa dritto in un occhio.
Giù il sipario ed applausi a scena aperta.
L’episodio con Dorelli, “Il Mago“, è invece davvero dimenticabile.
Avrò visto questo film almeno dieci volte nella mia vita ed in un solo caso, il primo, ho proseguito la visione, da allora ho bellamente saltato la seconda parte.
Vi basti sapere che Dorelli è un mago millantatore che fa ridere come un funerale libanese, le apparizioni prestigiose di Paola Borboni e del mago Silvan non riescono a risollevare un episodio assai moscio.
In conclusione una prima parte da 9 ed una seconda da 5, la media è persino troppo semplice.

1983
Regia di S.Martino
con L.Banfi, M.Vukotic, J.Agren, Gegia, J.Dorelli, P.Borboni

https://www.youtube.com/watch?v=HxNmAvjvY-w

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Una risposta

  1. Che dire… bella rubrica! Complimenti! Credevo di aver visto l’opera al Cinema Teiro quando ero infante, ma leggendo le parole Sante qui sopra ho capito che quel che avevo visto era “Dio li fa e poi li accoppia”. Meno male che esistete… Grazie!

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