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Recensione : Music Of Morocco: From The Library Of Congress – Recorded By Paul Bowles, 1959

4 cd in un cofanetto riassumono in modo completo la genealogia della musica nord africana

Music Of Morocco: From The Library Of Congress – Recorded By Paul Bowles, 1959

Dunque … questa recensione non può che cominciare con un avverbio che rasenta la contemplazione, quindi “dunque” …

È importante soffermarsi un attimo per capire a quale suggestione fare riferimento in questo caso, col disco in questione. Siamo lontani dal mainstream, o da qualsiasi forma o sostanza che crediamo di conoscere. Intorno al 1947 lo scrittore e compositore statunitense Paul Bowles si trasferisce con la moglie Jane in Tangier (Marocco) per scrivere The Sheltering Sky , prendendo come riferimento emotivo il suo viaggio nel Sahara algerino.
Dunque da questo antefatto tutto ha inizio
Assieme a Christopher Wanklyn e Mohammed Larbi , citando Wikipedia, decidono di compiere a ritroso lo stesso viaggio, soffermandosi sulla musica etnica in tutte le sue sfaccettature, dando inizio alle prime registrazioni che oggigiorno danno il titolo al disco.
4 cd in un cofanetto riassumono in modo completo la genealogia della musica nord africana che , seppur mal interpretata dai media, e non sotto l’occhio (orecchio) delle masse, si rivela un gioiello, un rubino allo stato grezzo e galante al contempo. Forse i più osannano ancora Tony Scott, dandogli il primo posto a riguardo del suo jazz sperimentale e dodecafonico, le influenze giapponesi e il suo boicottaggio con i servizi segreti, ma c è sempre qualcosa che qualcun altro fa in modo migliore, eccelso e nascosto.
Ora citare tutti gli artisti/musicisti sarebbe per me una blasfemia visto che non posso avere alcun riferimento né l’adeguata conoscenza per poterlo fare (e per questo rendo giustizia al nostro collaboratore Mosè Kane, che indubbiamente avrebbe qualcosa in merito da dire), tuttavia ho preferito sprofondare nella poltrona e lasciare andare la musica, elevando diversi stati trascendentali in più riprese.
Strumenti tipici e tradizionali, suonati in vere e proprie ensemble in cui i suoni diversi, melliflui e dissonanti si fondono in un’unica visione fatta di polvere di sabbia, che reca un manto di magia.
Sicuramente i Tre Re magi avranno avuto una vita travagliata e non per questo semplice o linda, ma di certo questa effusione byronesca li riporta avanti anni luce, ai nostri giorni come tre nomadi in cerca di qualcosa che viene da “altrove”.

Trovo non sia il caso di usare wikipedia o troppe esagerate citazioni , sillogismi o tronfi barocchismi per esprimere cosa questo disco offre a chi lo ascolti, perché sarebbe decisamente fuorviante. Mi limito decisamente a consigliarlo a chiunque, al blackster incallito come a qualsiasi altro straight edge , o fusion-chillster.
Funk o hip hop che sia, new jazz punk inglese, non hanno alcun diplomatico rigetto verso la nera ffricana, quindi buon ascolto, senza troppe seghe mentali !

Tracklist
Disc 1: Highlands — The Berbers Part 1
1. Maallem Ahmed and ensemble – Ahmeilou (Tafraout)
2. Rais Ahmed ben Bakrim – El Baz Ouichen Song for Male Voice (Tiznit)
3. Moqaddem Mohammed ben Salem and ensemble – Third Sqel (Zagora)
4. Moqaddem Mohammed ben Salem and ensemble – Second Aqlal (Zagora)
5. Chikh Ayyad ou Haddou and ensemble – Ouakha dial Kheir Women’s Chorus (Tahala)
6. Chikh Ayyad ou Haddou and ensemble – Aili ya Mali Mixed Chorus (Tahala)
7. Maallem Ahmed and ensemble – Aouache Men’s Chorus (Tafraout)

Disc 2: Highlands — The Berbers Part 2
1. Rais Mahamad ben Mohammed and ensemble – Aouada Trio (Tamanar)
2. Rais Mahamad ben Mohammed and ensemble – Chorus and Dance (Tamanar)
3. Chikh Hamed bel Hadj Hamadi ben Allal and ensemble – Reh dial Beni Bouhiya Qsbah Solo (Segangan)
4. Various – Sounds of General Rejoicing (Ait Ourir)
5. Maallem Ahmed Gacha and ensemble – Albazaoua Women’s Chorus (Ait Ourir)
6. Chikha Fatoma bent Kaddour – Mouwal and Izlan (Ain Diab)
7. Cheikha Haddouj bent Fatma Rohou and ensemble – Qim Rhori (Khenifra)
8. Mohammed bel Hassan and ensemble – Qsida dial Malik (Ait Mohammed)

Disc 3: Lowlands — Influent Strains Part 1
1. El Ferqa dial Guedra (Bechara) – Ounalou Biha Rajao Male Solo with Women’s Chorus (Goulimine)
2. Maalem Abdeslam Sarsi el Mahet – Aiyowa d’Moulay Abdeslam Rhaita Solo (Arcila)
3. Sadiq ben Mohammed Laghzaoui Morsan and ensemble – Rhaitas and Tbola (Einzoren)
4. Embarek ben Mohammed – Mellaliya Song for Male Voice (Marrakech)
5. Maalem Mohammed Rhiata and ensemble, from the region of Taounate – Taqtoqa Jabaliya (Fez)
6. An unidentified ensemble – Gnaoua Chorus (Essaouira)
7. Si Mohammed Bel Hassan Soudani – Gnaoui Solo Song (Marrakech)
8. Si Mohammed Bel Hassan Soudani – Fulani Iresa (Marrakech)
9. Maallem Taieb ben Mbarek and chikhats – Hadouk Khail (Marrakech)

Disc 4: Lowlands — Influent Strains Part 2
1. Hazan Isaac Ouanounou and members of the Hevrat Gezekel – Ya Souki hakim Secular Sephardic Song (Meknes)
2. Hazan Semtob Knafo and Amram Castiel. Hevrat David Hamelekh – Chalom Lakha Chébii “Peace on the Seventh Day” (Essaouira)
3. Maalem el Hocein and ensemble – Qsida Midh (Meknes)
4. Abdelkrim Rais and ensemble – El hgaz el Mcharqi Andaluz Chorus (Fez)
5. Members of the Family of the Chorfa of Ouezzane – Andaluz Music of Ouezzane (Ouezzane)
6. Early Morning Calls to Prayer – El Fjer (Tangier)

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