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Recensione : Marco Bardoscia – Tutti Solo

Nella vita ci vuole coraggio, follia, cuore, spregiudicatezza, talento e arte; queste sono doti che Marco Bardoscia in maniera del tutto istintiva e naturale possiede nel suo DNA di uomo e musicista. Non è da tutti decidere di affrontare un ‘corpo a corpo’ con il proprio strumento, specialmente quando questo ti sovrasta in peso e dimensione

Marco Bardoscia – Tutti Solo

Nella vita ci vuole coraggio, follia, cuore, spregiudicatezza, talento e arte; queste sono doti che Marco Bardoscia in maniera del tutto istintiva e naturale possiede nel suo DNA di uomo e musicista. Non è da tutti decidere di affrontare un ‘corpo a corpo’ con il proprio strumento, specialmente quando questo ti sovrasta in peso e dimensione, si tratta di una vera e propria lotta fra il piccolo Davide e Golia.

Marco ha provato e ci è riuscito a mettere sul tappeto il puntale del proprio strumento e cingerlo, tenerlo, nel più tenero degli abbracci o nel più forte e costrittivo degli allacci, perché quello, il contrabbasso, non è tipo che sa farsi blandire facilmente. Ti si rovescia contro, si ritrae, si contorce ti resiste, ma una volta domato e divenuto docile, sa donarti note che ti scavano dentro in maniera profonda o ti stracciano in stridule note. Il materiale che lo compone si fonde come burro e ti regala vibrazioni che sanno di legno antico; ti ipnotizza con il liquido suono del crine dell’archetto, che sfiora le corde o con gli armonici presi in ogni dove dal capotasto al ponticello.
Marco è un musicista che è capace di essere tutto ciò, coraggioso, folle, generoso, spregiudicato, talentuoso; genio di Aladino di uno strumento difficile, ha creduto come era ovvio, che la cosa più semplice da fare, fosse quella di realizzare un disco per solo contrabbasso e chiamare a raccolta i ‘TUTTI’ che regnano nella sua poliedrica e multipla personalità. Marco Bardoscia è uno dei contrabbassisti più promettenti dell’attuale scena musicale Jazz italiana, dopo aver realizzato due lavori a suo nome ‘Opening’ (2007) e ‘The Dreamer’ (2011), ha suonato e collabora con i maggiori nomi della scena Jazz nazionale ed internazionale: Paolo Fresu, Maria Pia De Vito, Raffaele Casarano, Gianluca Petrella, Daniele Di Bonaventura, Boris Savoldelli, Rita Marcotulli, Antonello Salis, Luca Aquino etc. La sua anima curiosa e sfaccettata lo porta a frequenti partecipazioni anche fuori dall’ambito strettamente jazzistico o particolarmente affine a tale genere; oltre ai sui progetti in solo o con altri musicisti, attualmente è membro effettivo del Locomotive Jazz Quartet, del Puglia Jazz Factory, del Trio Fresu/Di Bonaventura/Bardoscia, del Ragini Trio e del Trio con Raffaele Casarano e Boris Savoldelli incentrato su una rivisitazione in chiave improvvisativa del repertorio dei Pink Floyd.

Tutti Solo mette a nudo tutta la capacità di Marco di muoversi a proprio agio nelle amplissime possibilità espressive del contrabbasso, dalle sonorità più tipicamente jazzy a quelle classiche, dal blues al free, il tutto sempre miscelato e filtrato attraverso le proprie idee compositive, armoniche e melodiche. Una personalità così ‘complessa’ come quella di Marco Bardoscia, non poteva che dar luogo ad un risultato ‘semplice’, infatti l’ascolto di questo lavoro passa veloce e la voglia di soffermarsi a riascoltarlo ancora ed ancora è immediata. Questo effetto è stato raggiunto grazie alla scelta dei brani, quasi tutti di sua composizione eccettuando Round Midnight (T. Monk) e Hallelujah I Love Her So (R. Charles).
Un lavoro davvero interessante e curioso ‘Tutti Solo, pieno di originalissime idee dove temi drammatici, si alternano a dolci melodie, scatti improvvisi di free a richiami classici e turnarounds blues e jazz. Suoni percussivi, rumori, voci, piccole ‘Impro’, si mescolano a frammenti di sogni provenienti da un indefinito profondo, incontri Paperino e Paperoga, Bach e Charlie Mingus, Monk e Ray Charles, un foglio di carta che fa a botte con un archetto senti l’odore di un riccio di mare e la voce dell’amata Mamma Tina. Insomma ti imbatti nel fantastico mondo di Marco Bardoscia, che come un cappellaio matto, ti accompagna così come ‘Alice nel Paese delle Meraviglie’ nella sua multiforme sensibilità espressiva. Ascoltando questo lavoro, Marco Bardoscia così come il personaggio del libro di Carroll, con la sua musica, sembra farti mille domande, senza mai darti una risposta precisa ed anzi alla fine dell’ascolto sembra rimbombarti nella mente, fra le mille domande fatte, una e soltanto una, che poi è quella del famoso indovinello a cui non c’è soluzione “Che differenza c’è tra un corvo e uno scrittoio?” Provate voi ascoltando, a trovare la soluzione a tale misterioso quesito.
A proposito se vi dovesse capitare di ascoltarlo dal vivo, esperienza da fare assolutamente, non lasciatevelo sfuggire, seguite il cappellaio senza paura e magari rivolgetegli voi questa domanda, credetemi l’incontro live con questo lavoro è ancora più stupefacente di quello fatto sul supporto laser; dal vivo Marco vi travolgerà con la sua generosità musicale, sarà capace di trasmettervi emozioni difficili da dimenticare. Insomma il ‘corpo a corpo’, termina ai punti in estrema parità, vince solo la musica quella di Marco Bardoscia e di Tutti Solo, lunga vita a te ed al tuo strumento.

TRACKLIST
1. Non Smettere mai di pensare al violetto
2. Round Midnight (T. Monk)
3. Mi Do
4. Paperino
5. Mr. Hopkins
6. Preghiera
7. Paperoga
8. L’importanza della Carta
9. CantaTina
10. Impro I
11. Hallelujah I Love Her So (R. Charles)
12. Impro II
13. Damme nu Ricciu
14. Impro III
15. L’uomo Nero di Idrusa

LINE-UP
Marco Bardoscia – Doublebass, Voce, Carta

MARCO BARDOSCIA – Facebook

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