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LIFT IT UP VOL. IV – GLOBAL PLAYERS (VV.AA.)

Il Lift It Up Soundsystem è un duo tedesco di dj bizzarri e visionari che propone esclusivamente selezioni da storiche lacche a 78 giri. La loro collezione è una preziosa miniera di pop e folk proveniente da tutto il mondo: Nord America, India, Grecia, America Latina, Africa, Giappone.

LIFT IT UP VOL. IV – GLOBAL PLAYERS (VV.AA.)

Il Lift It Up Soundsystem è un duo tedesco di dj bizzarri e visionari che propone esclusivamente selezioni da storiche lacche a 78 giri.
La loro collezione è una preziosa miniera di pop e folk proveniente da tutto il mondo: Nord America, India, Grecia, America Latina, Africa, Giappone.
E, con la quarta uscita della loro serie di compilation “Lift It Up!”, deliziano le nostre orecchie ed il nostro sempre affamato palato musicale con cotanta meraviglia sonora.
Il bel vinile con sette brani per lato, che ovviamente suonano in glorioso mono, ci conduce in un viaggio mentale e psichedelico tra folklore esotico, colorati costumi tipici, fumi d’alcol –ed è forse proprio questo ciò che veramente ci unisce e ci rende tutti uguali a qualsiasi latitudine- e danze sfrenate in feste nuziali.

Ma andiamo con ordine e, traccia dopo traccia, si salpa per questa crociera retromaniaca attorno al mondo.

India: si inizia con uno strumentale, sinuoso e languido, guidato dal sitar di Vistasp Ardeshir Balsara, in quelle lande famoso per aver composto colonne sonore bollywoodiane.
Argentina: l’allega orchestra klezmer di Sam Liberman ci fa saltellare con il suo ritmo sincopato tra ritmi sudamericani ed est-europei. Che trip!
Giappone: il jazzista nipponico Dick Mine pizzica le corde della sua chitarra in un blues hawaiiano, lento e avvolgente.
Kenya: oh, che linea di basso! Kipchamba A. Tapotuk e la sua party band accompagnano il tramonto del sole con un brano dolce, suadente, ipnotico.
Stati Uniti d’America: Coleman Hawkins e il suo sassofono tenore, nuff said. Jazz da beatnick, esplosione di individualismo e malinconia da scacciare via ballando.
Colombia: la gaita è il flauto tipico colombiano e Los Gaiteros de San Jacinto ne sono ambasciatori sin dal 1940. “La Maestranza” è una cumbia tipica, saltellante, ipnotica e percussiva. Impossibile restare fermi!
Stati Uniti d’America, again: Augie Gupil veniva da Tahiti e Thruston Knudson dal Kansas. Insieme incisero questa sbalorditiva “Conga Kongo”, jazz martellante di percussioni africane, che, chiudendo gli occhi e lasciandosi trasportare dal ritmo, sembra essere quasi precursore della techno.
Cuba: il lato B riparte da Cuba e dalla sua solarità. Anche Arsenio Rodriguez non ha bisogno di presentazioni e la rumba “Lo Que Dice Usted” è davvero quella che si definirebbe una dancefloor killer.
Torniamo in Giappone: una vera sorpresa, suggestioni provenienti dalle isole caraibiche che incontrano le melodie vocali tipiche del Sol Levante.
Grecia: Markos Vamakaris è stato una star in Patria tanto da essersi guadagnato il titolo di “Patriarca del Rebetiko”. E qui ce lo dimostra, provate a trattenere il piedino mentre la puntina scorre nei solchi di questo classico del folk greco.
India: ma sembra un Cajun registrato un secolo fa a New Orleans con il suo andamento swing, la fisarmonica, il violino e la voce alcolica. Che goduria!
Nigeria: questa sì che è una bomba! Herbert Udemba e la sua band ci fanno volare con i loro cori ipnotici, il canto antifonale e le loro ritmiche percussive e sinuose.
Colombia: si torna in territori tropicali con l’orchestra di Edmundo Arias e una cumbia basata su ottoni e strumenti a fiato. Impossibile a questo punto rimanere fermi sulla sedia!
Burkina Faso: il giro del mondo si conclude in Africa occidentale con uno stralunato brano nuziale che ci porta nei riti corali della trance. Che viaggio!

A questo punto la puntina scorre verso la fine per annunciarci che la nave pirata targata Lift It Up Soundsystem sta per raggiungere il porto.

Ma noi bucanieri musicali non ne abbiamo ancora abbastanza, giriamo il disco, la riposizioniamo sul primo solco e ricominciamo il nostro giro musicale del mondo in 33 giri, alzando di più il volume e godendocela ancora.

India, Colombia, Grecia, Giappone, Cuba, Nigeria, ovunque. Balliamo sul mondo, mi sia concessa la citazione nazionalpopolare.

 

 

TRACKLIST

A1. Vistasp Ardeshir Balsara: ओ मेरे सनम – संगम
A2. Sam Liberman y su Orquesta: Otra Copita (Noj a Glezl)
A3. Dick Mine: 酒は涙か溜息か (Sake wa Namida ka Tameiki ka)
A4. Kipchamba A. Tapotuk & Party: Etyet
A5. Coleman Hawkins: Hawk´s variations (Part 2)
A6. Los Gaiteros de San Jacinto: La Maestranza
A7. Thurston Knudson, Augie Goupil & their Jungle Rhythmists: Conga Kongo

B1: Arsenio Rodriquez y su Conjunto: Lo Que Dice Usted
B2: Mieko Suzuki: ソ – ランマン ボ (So-Ran Mambo)
B3. Markos Vamakaris: Μικρός αρραβωνιάστηκα (Mikros Aravoiastika)
B4. Sree Dipen Mukherjee: আমি পুটনিক ব্যঙ্গ গীতি
B5. Herbert Udemba & His African Baby Vocal Party: Onwu Nzimiro
B6. Orquesta de Edmundo Arias: Alma Quibdoseña
B7. Unknown Artist (from Burkina Faso): Danse Pour La Fête Du Mariage

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