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Il Moloch

Il Moloch: Quando finì di scrivere la poesia il tempo migliorò.. Senza tuttavia alcun accadimento. Le luci davano il loro contribut...

racconto inedito Il moloch

Il Moloch

Quando finì di scrivere la poesia il tempo migliorò.. Senza tuttavia alcun accadimento. Le luci davano il loro contributo allo stantìo odore che si era creato oltre al subitaneo rincaro della ferita aperta.
“MA COSA VUOI?? E cosa speri di dirmi col tuo silenzioso bilancio??!”..Basta ora scendere in modo copioso! A me almeno non interessa . E con ciò me ne vado, E’ CHIARO QUESTO! “
Qualcuno vide dalla finestra l’accaduto, senza dubitare in alcun modo della sua gentilezza. Eppure la scena si presentava così : un uomo che tentava una scarsa pantomima al suo anulare inzuppato . A quell’istante, il film non gli sembrò poi così innovativo e decise di mollare Giovanna una volta per tutte, sbottando ai pari del patetico attore, neanche protagonista. Alzatosi con una lentezza immediata, l’inciso, a sincrono quasi fecero girare gli occhi di lei, come a distrarsi. Ma non rendendosi conto dell’inaspettata gravità, parteggiò per la scena imminente in cui i lacci caddero dal loro posto.
Beh non era una delle migliori trovate, eppure lo spamnung si confuse ancora una volta tra la realtà e i suoi stessi riflessi. In compenso Fuori dalla sala, l’anticamera dava un necessario riposo ai sensi quanto ai polmoni, che per 12 minuti avevano trattenuto tutto il loro egoismo non volendo cioè permettere all’aria di sbuffare .
Le vetrine in compenso finivano il loro compito quotidiano mentre in un quartiere ad est il sole avrebbe sperato di scendere a sud invece di protendersi al suo ovest. La statua già accoglieva la goccia caduta, la prima di una lunga serie. E manco a farla a posta venne notata come una lacrima scivolata nell’anulare.
La fede infatti era la sola cosa che rimase in tutti quegli anni e non era il caso di perderla per una mattina persa tra faccende sbagliate. Eppure cosa voleva realmente dire? Non era proprio chiaro il messaggio istantaneo che aveva ricevuto.
Il tema l’aveva svolto con gran maestria, al punto che dopo 8 mesi la sua stessa espressione si era modificata in compìta, di certo estranea al tipico modo di fare. E pensare che in 8 mesi nasce una vita, e finisce un travaglio..
“Dunque ora che sono fuori avrò certo il mio riscatto, oltre a mangiare per il gusto di bere i più amari vini, non penserò più a scrivere, a neanche per cantare qualche melodia che mi tiri su il grugno , questo alla fine lo devo anche a .. a chi? Come si chiama già? “ Ero assieme a lei qualche minuto fa, e stamattina le ho anche , anzi MI HA stretto la mano, congratulandosi! ..per giunta. Scese un’altra lacrima , che confuse nuovamente la vista e la visuale. Non stava di certo piovendo, e le 3 di pomeriggio si facevano sentire tra le aperte campagne boschive. Le vetrine, la fede e il tema non riuscirono comunque a distrarla del tutto. Lei era rimasta in compagnia del suo stesso sguardo. Pensando di essere uno specchio, almeno finita la terapia decise che Giovanni non era di certo un santo, né un profeta. La vocazione giocava con altre firme o stilemi quindi si sentì immediatamente più sicura. Mi ha chiarito molto più la sua uscita di scena che questi 8 mesi perpetui in cui l’unico ad averci guadagnato qualcosa è la vita nata morta. Ironico no? No infatti. Ho fatto bene a riprendermi i dischi e a lasciare i chili, tanto a giorni li rivedrò sulla mia pelle. E ora posso anche permettermi di guardare un film che voglio nell’oscuro di una sala. La pazzia la lascio a lui, che avrà di me il ricordo della dislessia che già pratica per non perdermi nei momenti passati assieme.
Giovanna si lasciò cadere in un avvallamento dietro il curvone, al termine del paese. I giornali riportarono la notizia nell’edizione pomeridiana di qualche anno prima mentre 5 giorni dopo Mariella riuscì ad avere l’affidamento del bebè che precedentemente le aveva riunite come coppia . Decise di non chiamarla, tantomeno di sognarla più la notte.

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