iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Il Fluido Vitale Di Dj Luciano

In tutto questo, ecco il Deus ex machina, DJ Luciano. Allora, grazie intanto per l`intervista e pur non essendo seduti comodi in Petra a berci due birre,

Il Fluido Vitale Di Dj Luciano

Da una Torino additata come nebbiosa, snob e a monopolio Subsonica, ecco una cartolina piu` saccente .
In un intervista a Luciano Contino , DJ riconosciuto nella scena soul`n`funk, IYE ripercorre a tappe lucide riflessioni di una pulsione presente e costante negli anni.
Per chi ha raggi infrarossi, o meglio per chi ci vive o chi ne sa , Torino sa dare una notevole garanzia in atmosfere raffinate e contaminate dalla sfilata annuale dei club to club.
Ma fortunatamente, dietro il Lingotto , si apre un crocevia urbano che porta agli Imbarchini , zona antistante al Po , dove il Verde urbano proselita di amichevoli anfratti in cui reggae, hip hop, funk, beat e down tempo fanno da colore a notti insonni.

In tutto questo, ecco il Deus ex machina, DJ Luciano

Allora, grazie intanto per l`intervista e pur non essendo seduti comodi in Petra a berci due birre, inizio col chiederti con che musica sei cresciuto e quali dischi ti hanno cambiato l`adolescenza? Dovessi fare una top three cosa citeresti?

Per pochi giorni di scarto nasco negli anni 70 anzichè nei 60 dalla classica famiglia meridionale trasferitasi a Torino per lavorare in fabbrica. Nel mio caso le origini campane hanno giocato un ruolo fondamentale in quella che è stata la mia formazione futura in fatto di gusti musicali. Mio papà era un appassionato di Verdi, Puccini, Mascagni così come di Caruso, Murolo, Aurelio Fierro…

Insomma da buoni italiani e soprattutto campani la melodia era l’elemento centrale intorno al quale ruotano gli ascolti di casa. A tutto ciò bisogna aggiungere una mia naturale predilezione per tutta la musica che possedeva al suo interno elementi ritmici e ballabili. L’approdo naturale negli anni 80 fu per me la musica di Pino Daniele che è stato e rimane l’artista che ha giocato il ruolo più importante nella creazione del mio gusto musicale di adolescente.

Successivamente, nella seconda metà degli 80 deflagra per me la bomba del movimento rap/hiphop che di lì a poco avrebbe invaso il globo terracqueo. Date queste doverose premesse posso tranquillamente affermare che gli album fondamentali della mia adolescenza sono stati Nero a metà, Vai mo, Bella ‘Mbriana e Scio’ tutti di Pino Daniele ai quali aggiungere pochi anni dopo It takes a nation of million dei Public Enemy, Three feet high and rising dei De La Soul nonchè il primo album dei A tribe called quest dal titolo chilometrico People’s instinctive travels and the paths of rhythm… giusto per tenermi basso e citarne solo tre.

Bene, l`amicizia con Parpaglione in che modo ha condizionato la tua cifra stilistica?

In quegli anni formidabili (tutti hanno degli anni formidabili) la mia amicizia fondamentale in fatto di musica fu quella con Gianluca Senatore (soprannominato successivamente “Cato”). Eravamo i classici compagni delle scuole superiori che sapevano di trovare un approdo felice l’uno nei confronti dell’altro e questo ci serviva ad affrontate con meno depressione la permanenza in un istituto scolastico nei confronti del quale inconsapevolmente già percepivamo la sua inutilità didattica nel proseguo delle nostre vite.
Scambio di dischi e nastri e ore di chiacchiere appassionate mi servirono ad appropriarmi di tutta una parte di ascolti che io fino a quel momento avevo trascurato o su cui non mi ero imbattuto… Xtc, Talking Heads, Ivano Fossati sono i primi nomi che mi vengono in mente di nastri che mi allungava il pusher Gianluca.
Qualche anno dopo lui cominciò la sua carriera di chitarrista e bassista con Mau Mau, Africa Unite, Giuliano Palma & the Bluebeaters mentre noi (io e lui insieme al grandissimo sassofonista Paolo Parpaglione) pensammo di tirare su quello che per l’epoca fu uno dei primi progetti cittadini che si proponeva di mescolare le attitudini musicali degli strumenti live (nel nostro caso basso e sax) con la consolle del dj gestita dal sottoscritto. Ne venne fuori il progetto denominato Motorcity che era uno show tirato di cassa in quattro dal gusto funk molto ballabile e divertente.

Torino, ieri come oggi. Cosa e` cambiato e cosa e` rimasto pressoche` uguale?

il rischio è di scivolare nello stereotipo del tipo che ai miei tempi tutto era più bello e più divertente e più fico. Certo Torino è cambiata molto. Mi pare una città un po’ in crisi d’identità come una bella donna sedotta e abbandonata. Poche idee, poca creatività e poca voglia e possibilità di rischiare. inoltre le ultime giunte politiche che hanno governato Torino non sono apparse particolarmente illuminate nel fornire nuovo impulso e vitalità alla città.

Locali a parte, a quali eventi ti senti legato? E| se dovessi suonare in riva al mare, quale spiaggia ti farebbe gola?

Il locale al quale sono più legato affettivamente è senza dubbio il Fluido. La mia serata del venerdì la Cream night a base di musica black è durata dall’estate del 2005 all’inverno del 2017, quasi 12 anni in cui mi sono passati sotto gli occhi generi umani di ogni tipo che grazie alla mia musica si sono conosciuti, amati e in alcuni casi anche riprodotti. A molti di loro sono tuttora legato e ci sentiamo e frequentiamo regolarmente. La grande epopea del Fluido fu possibile grazie al genio visionario di Stefanone (già socio del km 5 nel quadrilatero romano della città) che intravide in quel luogo semi abbandonato lungo il fiume le potenzialità per creare quello che poi obiettivamente fu per un po’ di anni il miglior locale di Torino in quanto a proposta artistica e location. Soprattutto d’estate nessun luogo a Torino aveva la magia del Fluido. Oggi Stefanone è il comandante di un luogo ancora più magico sull’isola di Cefalonia, il suo locale come dice l’adagio che accoglie i clienti è “un posto per sognatori” e si apre su una incantevole caletta dall’acqua cristallina e così mi ricongiungo alla prossima domanda; in quale spiaggia mi piacerebbe realizzare un dj set? Per me la risposta è semplice: Aqua Alaties Beach a Cefalonia e sicuramente succederà.

Visto che gli in bocca al lupo non si fanno per scaramanzia, iniziamo piuttosto a prepararci un vestito comodo e un fez per ballare notti indimenticabili . Drink accreditato !

Se passi da Varazze sei il benvenuto !

Onore al merito e a presto !

 

 

 

Share:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn
Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

On Key

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Alberto Mancini – Xolo Ost

Alberto Mancini – Xolo Ost: musica di grande fascino, suggestioni a non finire sia per i giocatori che per i semplici ascoltatori.

Tatami Una donna per la libertà

Tatami Una donna per la libertà

Tatami Una donna per la libertà: una donna in lotta per la libertà è un film diretto dal regista Guy Nattiv e dalla regista e attrice Zar Amir Ebrahimi.

My Dying Bride – A Mortal Binding

A Mortal Binding è un lavoro tutt’altro che scontato e superfluo e testimonia quanto una band come i My Dying Bride che, piaccia o meno, ha fatto la storia, abbia tutto il diritto di continuare a riproporre con grande dignità, competenza e coerenza quel sound peculiare che, parafrasando la copertina di un noto periodico italiano, “vanta innumerevoli tentativi di imitazione”.

THE WYLDE TRYFLES – OUTTA TYME

Terzo lavoro sulla lunga distanza per i garage punkers francesi Wylde Tryfles che, a tre anni dal precedente “Fuzzed and confused“, tornano a eccitare i nostri timpani con nuovo incendiario full length, “Outta Tyme“, ancora una volta pubblicato sulla label tedesca Soundflat Records. Il quartetto