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I Miti Eterni – Intervista

Incuriositi ed affascinati da questo suo concept, abbiano fatto qualche domanda a Bruno Masulli, creatore del progetto I Miti Eterni. Quando il metal è anche cultura.

I Miti Eterni – Intervista

Incuriositi ed affascinati da questo suo concept, abbiano fatto qualche domanda a Bruno Masulli, creatore del progetto I Miti Eterni. Quando il metal è anche cultura.

iye Ciao Bruno, raccontaci come nasce il concept I Miti Eterni e le origini della tua passione per le leggende millenarie raccontate in “Historia Cumae”.

Ciao a te Alberto; beh, più o meno intorno al 2004, fu un bel periodo intenso di composizione e nacquero i primi brani e poi interi lavori improntati interamente sulle vicende omeriche e altri poemi della letteratura classica ed evolvendo il tutto in lavori dai contenuti anche storici. E’ un progetto a due anime, strettamente legate tra loro. Il come, posso dirti soltanto che fu un periodo molto intenso e pieno di idee. Adoravo e adoro il metal e la musica tutta in tutte le sue forme, la letteratura classica è tra le mie passioni e nacquero così anche I Miti Eterni.

iye L’album è stato scritto interamente da te, in che modo hai lavorato alla stesura di un progetto così ambizioso?

Nella maniera più spontanea e senza pormi limiti se non dettati dal mio buon senso. Ne è passato di tempo insomma prima che questo progetto potesse nascere ufficialmente. Interi lavori sono rimasti in archivio per anni, per varie motivazioni, e comunque di tutto questo tempo ne ho comunque fatto profitto poiché ho creato sempre nuovo materiale, limando e rispolverando ciò che avevo già realizzato.

iye Per raccontare queste bellissime storie, patrimonio culturale del popolo mediterraneo, hai usato ben tre idiomi, italiano, inglese e latino: in quale modo questa alternanza è funzionale al concept ?

Aggiungo anche greco antico, anzi è la prima lingua che ho voluto sperimentare insieme all’italiano, molti spunti in versi, man mano che il materiale veniva fuori.
Quello dell’inglese è stata un’idea successiva, cioè quando cominciai a realizzare materiale per Historia Cumae. Beh, si parla di antichi greci e allora perchè non sperimentare il greco antico, cosi’ come il latino. Naturalmente facendomi aiutare da persone che provenivano da studi classici e che mi hanno tradotto un bel po’ di parole ed espressioni evidenziandomene la giusta pronuncia. L’inglese (alternato all’italiano), così come per interventi in tedesco, francese e spagnolo presenti in Cumae Parte II, mi è servito per internazionalizzare il più possibile il mio messaggio e tutto è filato liscio: riascoltando, tutto era lì al suo posto, tutto armonico come un perfetto mosaico immaginario.

iye I tre musicisti che ti hanno aiutato nella realizzazione del disco sono Annalisa Belli alla voce e Giovanni Costabile ed Emanuele Laghi alle tastiere: ci aiuti a sapere qualcosa di più su di loro ?

Sono tutti musicisti che ho incontrato nel mio cammino in ambito metal. Lisa (cantante degli Alchem) è diventata ormai un mio punto di riferimento per quel che riguarda la voce femminile. Collaborò per un brano di “The Shadow Tower” (In Aevum Agere) ed è stata anche in questo caso disponibile, versatile e assolutamente professionale. Giovanni (Costabile), che all’epoca militava in una gothic doom metal band di Salerno (Your Tomorrow Alone), ha aggiunto degli arrangiamenti di tastiera su alcuni brani che ho poi miscelato con dei miei synth, e Lele (Laghi) l’ho conosciuto tramite Crimson Dawn, doom metal band di un mio caro amico e collega, Dario Beretta. Mi serviva un assolo di tastiera sul brano Parthenopae e quando ho ascoltato il suo stile e il suo tocco ne sono rimasto letteralmente entusiasta. E infatti il suo assolo è visionario e micidiale!

iye La musica che proponi in questo concept è un metal che svaria tra ritmiche power/thrash ed atmosfere epiche unite a cori magniloquenti, avvicinandoti al sound dei Virgin Steele di David De Feis: ti ritrobìvi in questo accostamento ?

La varietà e la versatilità sono sicuramente un punto forte del sound de I Miti Eterni, diversi sono gli stili e i generi da cui provengo ed ovvio che grandi band come quella da te citata hanno la loro influenza e hanno dato un grosso contributo al mio background musicale, soprattutto nell’ambito metal classico. Diverse sono le realtà musicali che hanno comunque influenzato il mio sound in questo contesto.

iye La letteratura epica, da cui hai preso spunto, si può considerare come l’antenata del genere fantasy, tanto di moda in questi anni?

E’ una bella domanda, e non ha risposta banale, sai, nella letteratura classica (greca) non c’è uno stile unico, è un universo sterminato, per età, generi, autori e contesti, siano essi poemi epici od opere di tutt’altro contenuto. Per citarne una, “Le opere e i giorni” di Esiodo parla dell’uomo e del lavoro. Nelle vicende epiche c’è sicuramente del fantasy poiché si parla di dei, di incantesimi, di profezie, della assoluta influenza che quest’ultimi hanno sugli umani, anche se comunque siamo in ambito religioso, ma tuttavia leggere un’opera come l’Iliade o l’Odissea, non è solo vivere le avventure incredibili dei protagonisti, ma è anche venire a conoscenza appunto degli usi e dei costumi di quel periodo storico, scenari bellici ma anche sociali: “il viandante bussò alla porta di quella casa, gli venne aperto e fu invitato ad entrare, a ristorarsi e a raccontar le sue avventure” vedi? Questa è anche l’Odissea, non solo la maga Circe, ciclopi o la vendetta di dei furiosi. Il fantasy può essere accostato alle vicende magiche e soprannaturali, (religiose), con eroi invincibili e mostri mitologici, mischiata comunque ad una descrizione realistica di come vivevano guerrieri e persone semplici di quel tempo.

iye Il tuo lavoro dimostra, appunto, come il tanto bistrattato metal sia invece di fatto cultura a 360°, visto che offre agli ascoltatori più attenti la possibilità di conoscere opere, periodi storici e fatti che, raccontati attraverso la musica, raggiungono comunque una buona fetta di pubblico.
Secondo te perché in Italia tutto ciò che gravita attorno al metal viene considerato a prescindere come una sorta di subcultura?

Direi che hai anche risposto alla tua stessa domanda. Chi parla di “sottocultura” è assolutamente in malafede o è un perfetto ignorante. Sono anni, decenni che nel metal, (chi nel suo stile, chi nell’altro) si trattano argomentazioni impegnate e che sfociano nella letteratura o nei significati più complessi. Mi piacerebbe poter dire di no, ma purtroppo l’Italia è in un momento culturale davvero singolare. Mai fare tutta d’un’erba un fascio perchè molti sono i sostenitori, gli appassionati che mantengono in vita l’underground della penisola, ma rispetto a contesti che ho avuto modo più volte di conoscere, quello tedesco, quello greco, e tante altre realtà estere siamo davvero indietro.

iye Hai intenzione di portare la musica de I Miti Eterni anche in sede live?

Per ora I Miti Eterni, anche se il mio desiderio fin dagli inizi era quello di creare un contesto teatrale, ma non di facile attuazione, rimangono per ora una one man band prettamente studio ma per il futuro non escludo nulla. Avrò piacere di portare il progetto dal vivo se se ne creeranno le possibilità.

iye Ci risulta che sei impegnato anche in altre quattro band: c’è qualcuna di queste che assume carattere prioritario rispetto alle altre o pensi di riuscire a conciliare agevolmente tutta questa mole di lavoro anche in futuro ?

Sai, non esistono side projects per me, ovvio che i progetti più vecchi e che hanno ovviamente più storia diventino comunque una priorità, ma gestisco tutto con grande equilibrio: ogni band, ogni progetto ha il suo universo, il suo spazio, la sua importanza.

iye Quali sono le tue prossime mosse con I Miti Eterni? Pensi di dare un seguito a “Historia Cumae”?

Sì, molto materiale è già bello e pronto, sia un seguito di Historia Cumae, sia lavori interamente dedicati ai poemi classici pronti da un pezzo.
Spero di poter realizzare il tutto in tempi maturi e migliori, non mi pongo limiti ma noi musicisti underground dobbiamo fare i conti con la realtà: nella maggioranza dei casi, nessuno ci paga nulla e dobbiamo autofinanziarci, e finanziare un disco non è, tanto per citare il grande Totò, “un fiasco che si abboffa!“.
Ho imparato ad aspettare e fare le cose quando si ha realmente le possibilità di farle.

Vi ringrazio per l’opportunità, un saluto a tutti voi e a tutti i metal supporters!

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