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Recensione : Hollow – Mordrake

Gli Hollow spazzano via i simulacri dei nomi più noti in campo symphonic-black come una sorta di tsunami purificatore.

L’esordio su lunga distanza dei canadesi Hollow è una di quelle bombe che il caso ogni tanto ti recapita tra capo e collo, utili per risvegliarti dal tuo torpore e tanto più gradite in quanto inattese.

Ascrivibili all’ambito symphonic black, i ragazzi di Montréal, in realtà, non si fanno mancare repentine aperture ai vari sottogeneri del metal, senza mai perdere di vista l’impronta melodica dei brani che si rivelano niente meno di una raccolta capace di sfiorare la perfezione.
Lament Configuration mette subito sul piatto le caratteristiche salienti che saranno il filo conduttore del disco: ampie aperture orchestrali, un lavoro di chitarra spettacolare ed un vocalist di rara versatilità, inattaccabile sia quando è alle prese con il classico screaming, sia con un growl profondo ed espressivo sia, soprattutto, nei passaggi in clean.
La doppietta A New Life / Landscape è un qualcosa oggettivamente in grado di annichilire la concorrenza: gli Hollow si muovono quasi fossero una sorta di supergruppo in grado di assorbire il meglio dalle migliori band black, death ed heavy metal per poi rielaborare il tutto in una forma personale quanto entusiasmante.
Possiamo definire il genere suonato dagli Hollow un symphonic death/black forse perché non viene in mente una definizione migliore per etichettare questo disco, nel quale i Symphony X incontrano In Flames, Cradle Of Filth e Children Of Bodom, dando vita ad una creatura meticcia dalle splendide sembianze.
La francofona Anomie è un ulteriore esempio di versatilità nonché di maestria strumentale esibita da parte dei nostri, i quali, dopo l’ancora frizzante Snow, chiudono questa fatica di quasi un’ora con la title-track suddivisa in tre parti: nascita, odio e morte, queste paiono essere le tre fasi essenziali dell’esistenza per il grottesco personaggio raffigurato in copertina, ben delineate tramite un symphonic black sempre all’altezza, anche se impercettibilmente meno fresco e brillante rispetto al resto del lavoro: questo, assieme al fatto che alcune delle tracce migliori, per quanto opportunamente rielaborate, facessero già parte dell’ep pubblicato nel 2010, “Cynoptic Eschaton”, fa sì che Mordrake non raggiunga, sia pure per poco, lo status di capolavoro, anche se, francamente ci si è andati molto vicini.
Per finire, non posso che domandarmi su quale pianeta risiedano gli A&R Manager delle maggiori label di settore, per non essersi ancora accorti del potenziale dirompente in possesso degli Hollow, costretti all’autoproduzione per consentirci di ascoltare un lavoro di tale spessore.
Lasciate perdere gli attuali Dimmu Borgir, Cradle Of Filth e co.: massima stima e tanta gratitudine per quanto hanno dato in passato, ma gli Hollow ne spazzano via i simulacri come una sorta di tsunami purificatore.

Tracklist:
1. Lament Configuration
2. Cryptic Howling
3. A New Life
4. Landscape
5. Iscariot
6. Sunriser
7. Vlad
8. Anomie
9. Snow
10. Mordrake I – Birth
11. Mordrake II – Hate
12. Mordrake III – Death

Line-up:
Snow – Bass
Blaac – Drums
Cadaver – Guitars
Mott – Vocals

HOLLOW – Facebook

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