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Recensione : Hierophant – Peste

Venti minuti nel segno della pestilenza, l'inferno sulla terra raccontato dagli Hierophant.

Hierophant – Peste

Dura solo una ventina di minuti Peste, ritorno sulle scene della band ravennate, ma sono venti minuti d’intensità estrema notevole, una bordata di metallo massiccio, urlante e assolutamente non convenzionale.

Gli Hierophant sono al terzo lavoro, i precedenti full length messi in archivio portano i titoli di “Hierophant”, omonimo debutto del 2010 e “Great Mother: Holy Monster” dello scorso anno.
Peste supera ogni aspettativa con questi dieci brani collegato tra loro, uno più rabbioso dell’altro e che formano un unico intenso monolite di metal estremo dove l’hardcore, il black, il death ed il punk uniscono le proprie forze per scaricarci addosso una valanga di potenza inaudita.
Un clima di delirio e sofferenza, raccontata dalla musica del gruppo che si avvale delle urla disumane di Carlo, cantore tra i fumi dei falò di cadaveri bruciati, sorretto dal basso colmo di groove di Giacomo che, con il drumming di Ben, compone una coppia ritmica da apocalisse.
Le chitarre sempre impostate su riff pesanti come macigni (Lollo e Steve) formano appunto con il basso un muro sonoro estremamente potente, l’atmosfera vera e non romanzata di un’apocalisse sulla terra, portata da un virus che, nei secoli passati, ha avvicinato con la sua devastazione la terra all’inferno.
Non un attimo di tregua e tanta violenza sonora, sommata alla varietà di stili che la band utilizza per creare il proprio sound, fanno di Peste un lavoro originale ed estremamente affascinante: una band ed un album fuori dagli schemi … notevoli.

Tracklist:
1. Inganno
2. Masochismo
3. Nostalgia
4. Sadismo
5. Apatia
6. Paranoia
7. Sottomissione
8. Alienazione
9. Egoismo
10. Inferno

Line-up:
Giacomo – Bass
Ben – Drums
Lollo – Guitars
Karl – Vocals
Steve – Guitar

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