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Recensione : Gairo – Her (Drown Within’ Records 2022)

A distanza di cinque anni dal debutto omonimo i Gairo hanno deciso di tornare a far sentire la loro voce, e l'hanno fatto, grazie anche alla lungimiranza della Drown Within' Records, con un disco realizzato completamente sull'isola, in ogni suo passaggio.

Gairo - Her (Drown Within' Records 2022)

Gairo è un comune di poco più di mille abitanti della provincia di Nuoro. Sorto in un’area abitata già in epoca nuragica, che si estende dal Gennargentu al mare. La sua notorietà deriva dal triste episodio che negli anni cinquanta mise in ginocchio il paese. Un disastro climatico senza precedenti, dovuto ad una serie di pioggie violentissime, devastò la zona. Distruggendo in pratica il nucleo storico del paese, che venne completamente abbandonato. Oggi di quello che chiamano “Gairo vecchio”, il paese che non esiste più, restano solo il silenzio e l’inquietudine di un borgo che vive solo nei ricordi. Qui, dove la nebbia del passato non abbandona mai i ruderi di quello che fu il centro abitato troviamo l’habitat ideale per far germogliare il seme di album che fa proprio del forte e indissolubile legame con la terra natìa, il suo punto di forza. La magia e il mistero di una terra come quella sarda echeggiano in ogni solco di “Her”, secondo album del sestetto che ha scelto di chiamarsi proprio come il paese abbandonato.

A distanza di cinque anni dal debutto omonimo i Gairo hanno deciso di tornare a far sentire la loro voce, e l’hanno fatto, grazie anche alla lungimiranza della Drown Within’ Records, con un disco realizzato completamente sull’isola, in ogni suo passaggio. In molti, anticipando questa nostra recensione, l’hanno sbrigativamente definito come “post metal“, cercando di incanalarlo in un preciso calderone. Noi, che da sempre osteggiamo fermamente la facilità con cui vengono etichettati gli album, ci limitiamo a sottolineare come si sia alle prese con un disco che, proprio in virtù dell’altissima qualità delle sue composizioni, non possa e non debba essere liquidato con una semplice definizione che vuol dire tutto e nulla. Troppe sono le sue sfumature per poterle racchiudere in un solo algido termine.

Da un punto di vista strettamente sonoro, “Her” si caratterizza per una scelta stilistica che guarda all’abbattimento di ogni tipo di confine e di stasi mentale. E lo fa con una proposta che si sposa alla perfezione con quella voglia/necessità di liberarsi da ogni vincolo precostituito, per dare spazio alla creatività in ogni sua forma. L’isolamento di questi ultimi drammatici, e speriamo irripetibili due anni, ha permesso al sestetto sardo di potersi giovare di una serenità derivante dall’inevitabile isolamento, e dall’assenza di fretta, che hanno finito per permettere loro di dedicarsi in modo ancora più accurato e minuzioso alla genesi di un disco che riesce a conquistare sin dai primissimi minuti. “Her” è un album che guarda al futuro, contestualizzando le esperienze passate, ma cercando al tempo stesso di restare connesso con la realtà sociale, mentale e sanitaria di ventiquattro mesi deliranti sotto ogni punto di vista.

Un album, come detto, dalle molteplici sfaccettature, che riesce ad accontentare una platea quanto più vasta possibile, proprio per la sua spontaneità che non si pone limiti. Un album oscuro e decadente, ma non così pessimista come si potrebbe pensare in una prima analisi. Ogni istante, in ogni brano, ha una sua dignità che esula dalla necessità di categorizzare sempre ogni cosa, non sarebbe più semplice ascoltare un album pensando solo a quello che stiamo facendo, godendone, senza cercare sempre di ridurre tutto a una sintesi, quanto più veloce possibile, e, soprattutto senza cercare sempre qualcuno di antecedente a cui fare riferimento, da usare come indice di misurazione della validità o meno.

Guardando a “Her” nella sua unicità, anziché scinderlo nei vari brani, non faccio fatica a riscontrare una progressione emotiva continua, che non perde mai di intensità e che si trascina e ci trascina fino alla conclusione del disco.

Se pensiamo all’album come ad un concept che analizza la molteplicità di interpretazioni che possiamo dare alle varie realtà che ci circondano, il modo migliore per guardarci intorno dalla “giusta distanza” è farlo con un aiuto sonoro di questo calibro. Occorre farlo però ricordando che c’è un abisso, spesso inesplorato, tra quella che è la percezione di noi stessi e ciò che gli altri percepiscono di noi.

Gairo – Her (Drown Within’ Records 2022)

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