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Recensione : Frustwut – Frustwut

Un black metal primigenio, primitivo, prima scuola scandinava(primi Emperor, primi Entombed), con synth studiato a posta per infastidire tanto è freddo e, diciamocelo, un po’ tanto volutamente e deliziosamente fuori posto, introduce questo EP di Frustwut, One Man project da Brema, Germania.

Un black metal primigenio, primitivo, prima scuola scandinava(primi Emperor, primi Entombed), con synth studiato a posta per infastidire tanto è freddo e, diciamocelo, un po’ tanto volutamente e deliziosamente fuori posto, introduce questo EP di Frustwut, One Man project da Brema, Germania.

Ich Hab Euer Album auf Bandcamp gekauft, spielt ihr Auf meiner Hausparty? è il titolo che riabbassa, insieme alla copertina rubata ad un CD in svendita nel cesto delle offerte di un Autogrill (ma pur sempre con tipa provvista di corpse painting a depistare) , l’atmosfera cinico violenta del primo pezzo.

Un attimo per capire, un attimo per rilassarsi (“ma non li ho beccati per caso su di un canale YouTube votato al Punk Rock/Garage Punk/Post-Punk/occasionalmente Hardcore Punk?” ci si ripete spiazzati ma al contempo piacevolmente sorpresi…) e ci si ritrova, abrupto, obtorto collo, e tante altre robe in latino che danno un tono, proiettati in un locale berlinese anni ’80:

post punk l’atmosfera, punk rock l’incedere, voce sgarbata e vetri rotti nel locale: una rissa! Echi di vecchie formazioni punk rock tedesche da Guerra Fredda (Slime, Normahl) fanno a botte con gruppi post punk con stessa nazionalità ma che suggeriscono scenari da Cortina di Ferro (Monopol, Ideal, Trio);

da questo turbinio di storia-memoria-delirio nascono Alles Geil e Frustwut, due brani che, come sopra descritto, son sintomatici e ben descrivono l’approccio dell’artista in questione:

un approccio deciso per un andamento sbandato, senza freni fra generi che hanno convissuto senza mai parlarsi e che, adesso, finalmente condividono canzoni che sanno di nuovo, di veramente personale.

Tutto si calma nella cold wave di Digitalisiert dove anche la voce sembra trovare pace per animarsi in un ritornello dai toni spiritati e disperati: il pezzo più decadente del disco, più introspettivo;

ci si sente scivolare fuori dagli anni ’80, con una leggerezza e una dolcezza inedite rispetto a quanto ascoltato fino ad adesso (black metal, post punk e punk rock spigolosi e abrasivi);

che questo disco viva dunque di due approcci?

Da un lato la rabbia e dall’altro l’abbandono?

No, si viene presi a sberle (giustamente) sul finale: Netflix&Chill è un punk rock deciso, a sasso di fionda contro vetrina di House of Gucci, altri vetri che si rompono tradotti in un synth che di nuovo spunta digitale ed ingrato.

Un finale inaspettato e di cui sono grato: l’arte di Frustwut è una descrizione per sensazioni incanalate in un flusso musicale che conosce solo ispirazione e mai un rigore; un EP che non descrive il presente ma caso mai lo altera nel desiderio di modificarlo, soverchiandone i principi e le istituzioni.

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