– Silenzio parte 2 di Marco Valenti
– Il noise può uccidere il virus? di Silvano
– The Conspiracy di Fabio Rosso
Il nostro diario giorno per giorno.
– SILENZIO PARTE 2 di Marco Valenti
Del silenzio che mi assale la notte, quando resto solo dopo l’ennesima giornata trascorsa in reparto, abbiamo detto. Forse in modo anche troppo plateale, rileggendomi ora a distanza di giorni. Ma è anche vero che l’esigenza stilistica aveva ed ha ancora un suo senso. La ritmica martellante, scandita dalla brevità delle frasi, resta tuttora il modo migliore per rappresentare l’invadenza dei miei pensieri.
C’è però un altro tipo di silenzio di cui mi sento di dover parlare.
Un silenzio che va a cercare risposte laddove la ragione si perde, smarrendosi nel mare dell’irrazionale. Dove la realtà per come eravamo abituati a concepirla, viverla e sopportarla, non esiste più. Da almeno un paio di mesi.
E’ il silenzio di chi come me vive la realtà sanitaria “da dentro” e non fa mistero delle proprie paure. Di chi nascosto dentro ai dispositivi di protezione non riesce a mascherare le incertezze e le inquietudini per un qualcosa che ancora non è del tutto chiaro. Sono i nostri occhi che parlano per noi. Sono gli sguardi che cerchiamo nei colleghi sperando di trovare quelle risposte che vorremmo pensare reali.
E’ il silenzio di chi si pone troppe domande pur sapendo che non riuscirà a soddisfarne nessuna. Di chi cerca rassicurazioni per poterne dare a sua volta. Di chi consapevole di trovarsi in una tempesta attende il cessare degli eventi per fare un bilancio dei danni. Di chi troverà quelle risposte quando sarà troppo tardi e non ci sarà più tempo per pensare ad analizzarle.
E’ il silenzio di chi come noi è costretto all’impotenza e può solo intraprendere la ricerca di quello che possa rivelarsi il comportamento migliore per non peggiorare la situazione. Quel silenzio che sentiamo profondo come l’eternità, carico quindi di significati ancora non svelati. Perché arriva per tutti un tempo in cui le parole diventano estranee e siamo obbligati a tacere.
E’ esattamente quel silenzio che nessuno rispetta, alimentando il fuoco sotto la brace. Soffiando a pieni polmoni sulle fiamme dell’intolleranza, in cerca di un nemico verso cui indirizzare l’odio mai sopito.
Man mano che si sale nella catena organizzativa e quindi di responsabilità istituzionale più e facile trovare elementi di disturbo che remano contro, animati da quella voglia di campagna elettorale perenne che continua a dividerci in fazioni di facinorosi con la bava alla bocca.
Cerchiamo di stare in silenzio se vogliamo ascoltare la voce degli Dei si diceva un tempo nemmeno troppo lontano. Non so chi di voi creda negli Dei. Io di certo ho smesso di credere nell’uomo. Stavolta in maniera definitiva.
– Il noise può uccidere il virus? di Silvano
Family Of God – Sabrina
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