Abbiamo intervistato Francesco Pelosi in occasione dell’uscita del suo ultimo disco: “Il rito della città”. Buona lettura!
Ciao! Grazie per aver accettato il nostro invito! Cominciamo da subito, qual è il tuo primo ricordo riguardante la musica?
Grazie a voi! Mi tocca dirti “Autogrill” di Guccini ascoltata con mio padre in macchina da molto piccolo. Ma forse ancora prima mia madre che cantava per me lavando i piatti… e la perenne ninnananna “Buonanotte fiorellino” di De Gregori. Nel bene o nel male mi han segnato!
Quali artisti hanno influenzato maggiormente la tua visione musicale?
Inizialmente senza dubbio De Andrè, Guccini e i bluesman del Delta: Robert Johnson, Charlie Patton, Skip James ecc. Poi è arrivato tutto il mondo delle canzoni popolari italiane e sudamericane. E non posso non citare Battiato, Jannacci, i Velvet Underground e Brian Eno. Questo per dire chi mi ha influenzato alla “base” diciamo. Per il resto ascolto molte cose differenti.
Parlaci del tuo ultimo album, hai aneddoti o curiosità da raccontarci?
In realtà no. Posso dirti che la foto di copertina viene dall’osteria dove ho passato gran parte del mio tempo intorno ai vent’anni e che la foto che invece appare sul cd (che purtroppo non è visibile nella versione online del disco), risale proprio a quel periodo. “Il rito della città” è questa atmosfera, questo luogo fisico che è divenuto col tempo luogo eletto dell’anima.
Quando hai deciso di pubblicare il disco, cosa ti aspettavi sarebbe successo e cosa è successo veramente?
Mi aspettavo di cominciare a fare questo lavoro dal punto dove sono, ovvero dal basso. Per ora chi ha ascoltato ha apprezzato e le recensioni che sono arrivate sono state buone. Un piccolo ma buon inizio.
Come vedi il panorama italiano odierno? Nominami cinque artisti che stimi e con cui vorresti collaborare.
Oddio, mi trovi impreparato. Non saprei davvero… Mi piace molto Caparezza. E di ancor più contemporaneo La rappresentante di lista.
Dove ti vedi fra dieci anni?
Bè, da qualche parte a suonare senza dubbio.
Spazio ringraziamenti. Chi vorresti ringraziare? Hai carta bianca!
Troppa gente direi (e molta l’ho inclusa nei ringraziamenti del disco). Mi limito per ora a ringraziare voi per questa intervista. Grazie!