La vicenda Fincantieri, ovvero lo smantellamento dei cantieri di Genova Sestri e quello di Castellamare di Stabia, ci tocca tutti da vicino. I nostri genitori avevano il posto di lavoro fisso, o comunque era più facile trovare lavoro. Noi siamo una generazione che stà peggio di quella precedente, e forse non accadeva dal secondo dopoguerra.
Lavoro ce n’è poco. C’è la crisi mondiale, e in nome di questa crisi succedono le peggiori cose. I nostri politicanti sono ormai un qualcosa che non ci rappresenta più , proni ai loro interessi e a quelli di chi li ha messi lì. Confindustria applaude un amministratore delegato di un’azienda che nel nome del risparmio ha ucciso sette persone. La verità, molto semplice poiché io non posso proporne una diversa vista la mia limitata intelligenza, è che ci vogliono schiavi, ovvero disposti a tutto, e disponibili alla flessibilità, all’insicurezza. Vogliono pagarci poco, per poi farci accendere mutui e incravattarci fino alla fine della pena, volevo dire vita. Per questo io stò con gli operai, stò con chi si incazza, perchè non ne possiamo più. Questa volta tocca alla Fincantieri, la prossima volta potrebbe toccare a noi. Siamo tutti operai della Fincantieri. Con questo scritto volevo anche ricordare Fulvio Cerofolini, grande partigiano.