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E’ morto SPOT

Nella mattinata di sabato 4 marzo 2023 ci ha lasciati SPOT, personaggio noto nel mondo del rock 'n' roll soprattutto per essere stato un iconico produttore e ingegnere audio, nonché music producer di fiducia della leggendaria indie label californiana SST Records.

Recensione:
5/5

E’ morto SPOT

Nella mattinata di sabato 4 marzo 2023 ci ha lasciati SPOT, personaggio noto nel mondo del rock ‘n’ roll soprattutto per essere stato un iconico produttore e ingegnere audio, nonché music producer di fiducia della leggendaria indie label californiana SST Records. Aveva 71 anni e si è spento a Sheboygan (Wisconsin) al Morningside Healthcare, dove era ricoverato da tre mesi a causa delle conseguenze di un ictus. Soffriva di fibrosi polmonare ed era in attesa per un trapianto, come ha scritto il co-proprietario della SST (e collaboratore di lunga data di SPOT) Joe Carducci, che ha dato l’ufficialità del decesso dell’amico attraverso un messaggio pubblicato sui suoi profili social. Nelle ultime ore anche diversi musicisti, amici e colleghi di SPOT come Mike Watt, Steve Albini e Michael Azerrad e tanti altri hanno condiviso il loro cordoglio e un ricordo in suo omaggio.

Nato come Glenn Michael Lockett l’1 luglio 1951 nell’area metropolitana di Los Angeles, verso la metà dei Seventies si trasferì a Hermosa Beach, dove lavorò come freelancer presso il tabloid settimanale “Easy Rider”, adottando lo pseudonimo SPOT per firmare i suoi articoli di recensioni di album musicali. Ma Lockett strinse anche amicizia con Greg Ginn (in seguito fondatore della SST Records) che lo inserì nella sua band, i Panic, a suonare il basso. Alla fine degli anni Settanta i Panic cambiarono nome in Black Flag, divenendo in breve tempo una delle band portabandiera dell’hardcore punk statunitense, promotrice dell’etica indipendente e della filosofia Do-It-Yourself e capace di creare un circuito alternativo di club e locali lungo tutti gli States (e che nel decennio successivo sarebbe stato di grande aiuto per l’esplosione definitiva dell’indie rock su scala mondiale) mentre SPOT lasciò lo strumento, optando per il sedersi dietro la consolle di registrazione e iniziare un percorso da produttore e sound engineer interno alla stessa SST, che nei suoi primi anni di attività diventò un solido punto di riferimento per il rock ‘n’ roll più veloce e intransigente.

SPOT infatti produsse, co-produsse, registrò e ha mixato molti dei dischi più importanti del primo periodo della SST (e del movimento hardcore punk in generale) tra il 1979 e il 1986 (prima di trasferirsi ad Austin, in Texas) contribuendo alla riuscita di Lp epocali quali “Damaged” e “My War” dei Black Flag, “Milo goes to college” dei Descendents, “Everything falls apart”, “New Day Rising” e “Zen Arcade” degli Hüsker Dü, “The Punch Line” e “What makes a man start fires?” dei Minutemen, “Meat Puppets“, “II” e “Up on the sun” dei Meat Puppets, “Earth A.D./Wolfs Blood” dei Misfits e “Paganicons” e “Surviving you, always” dei Saccharine Trust.

Lockett, oltre a riprendere in mano gli strumenti e registrare full length solisti e come membro di alcuni progetti, fu anche uno stimato fotografo e pubblicò un libro, “Sounds of two eyes opening“, incentrato sulla sua raccolta di foto sulla scena punk e skate della California meridionale. Nel 2018 fu anche allestita una sua mostra fotografica alla Pacific Coast Gallery di Hermosa Beach. Aveva trascorso i suoi ultimi anni scrivendo un romanzo, intitolato “Decline and fall of the Alternative civilization“, e postando nuova musica sul suo profilo Bandcamp.

 

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