Duncan Evans – Lodestone

La volontà di intraprendere una carriera solista da parte del chitarrista albionico è ampiamente giustificata dalla resa di questo riuscito lavoro che, come recitava una storica pubblicità, potrebbe essere un potente antidoto “contro il logorio della vita moderna”

Duncan Evans – Lodestone

Avevamo incontrato per la prima volta Duncan Evans nella scorsa primavera, quando ci era stata fornita l’occasione di parlare del 7” con il quale il musicista inglese dava l’avvio ad una nuova fase della propria carriera.

Già, perché se con il suo vero nome Duncan non viene immediatamente associato ad alcuna realtà musicale, è con l’identità Henry Hyde Bronsdon che il nostro è conosciuto in ambito metal come chitarrista dei blacksters avanguardisti A Forest Of Stars.
In questo suo primo album solista Evans fornisce continuità ai due brani contenuti in “Birds Of Prey” offrendoci tre quarti d’ora di un dark folk dall’eccellente fattura, lontano almeno come sonorità dalla band madre nonostante un mood tutto sommato piuttosto cupo.
E’ proprio con la title-track del 7” che si apre il lavoro, ed è giusto riproporre un brano decisamente molto bello che porta con sé vaghi sentori dei Jethro Tull acustici, anche grazie alla voce di Duncan che, come già accennato nella precedente occasione, in certi frangenti assume tonalità vicine a quelle del giovane Anderson.
Con la successiva Cindy, il musicista di Leeds si conferma songwriter di ottimo livello, grazie a un brano che, partendo da arpeggi dal sentore celtico si sviluppa in senso melodico fornendo un risultato dal sicuro impatto; in The Curtain Falls Down spunta una tenue vena blues che si rivela del tutto appropriata e anche la traccia conclusiva Girl Of The Hill, si pone all’attenzione per il suo umore oscuro attenuato dalla comparsa di un controcanto femminile.
Qui non si raggiunge la magnificenza di un album come “Skogslandskap” di Vali, anche perché la vena di Evans è molto più cantautorale e meno evocativa, facendo riferimento, inevitabilmente, ai grandi menestrelli della scuola britannica quali Nick Drake o Donovan, solo per citarne due; ciò non toglie che un disco come Lodestone sia tutt’altro che un’operazione superflua.
La volontà di intraprendere una carriera solista da parte del chitarrista albionico è ampiamente giustificata dalla resa di questo riuscito lavoro che, come recitava una storica pubblicità, potrebbe essere un potente antidoto “contro il logorio della vita moderna”, oltre a una buona occasione per riscoprire alcuni dei magnifici artisti del passato appena citati.

Tracklist:
01. Bird Of Prey
02. Cindy
03. Forever So
04. The Old Lies
05. The Curtain Falls Down
06. The Sailor Boy
07. Cold World
08. Girl On The Hill

Line-up :
Duncan Evans

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