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Recensione : Del Sangre – Il Ritorno Dell’indiano

Le intenzioni ci sono, ma ben poco viene sviluppato in maniera tale da valorizzarle.

Del Sangre – Il Ritorno Dell’indiano

Provenienti da Firenze, i Del Sangre, duo rock figlio di Bruce Springsteen e dei Clash, riappaiono, dopo sei anni di silenzio discografico, con gli undici brani de Il Ritorno Dell’Indiano. Il lavoro, pubblicato per Latlantide, naviga a tutti gli effetti nel passato, convincendo solo per l’entusiasmo e la sincerità che i due musicisti riescono a trasmettere.

L’Indiano, partendo con canti di indigeni d’America, si scioglie poi in un prolisso procedere di chitarre, hammond e batteria, lasciando che a seguire sia il più energico coinvolgere di Alza Le Mani (piuttosto trascinanti i ritornelli) e il sound leggero e molleggiato dell’accattivante e vivace Successe Domani (ottimi gli inserti di fiati).
Il piglio lento e riflessivo di Gaetano Bresci (incentrata sulla figura dell’anarchico che uccise Umberto I), rischia di esagerare con i suoi otto minuti abbondanti di durata (il finale regala superflui assoli di chitarra), mentre lo spigliato sfrecciare di Fuori Dal Ghetto, pezzo rock a cavallo fra Ligabue e Bennato, introduce l’altrettanto vivace ed elettrica Una Chitarra Per La Rivoluzione (il testo appare un po’ stucchevole).
Sacra Corona Unita, non riuscendo a colpire né con le parole né con il suono, spinge a passar di corsa alla successiva (ma non meno pesante) Scarpe Strette e alla più spigliata (ma non più in grado di intrigare) Argo Secondari.
Gli Occhi Di Geronimo, infine, riprendendo la struttura di Gaetano Bresci (più elettrica, ma sempre con finale zeppo di assoli), apre alla piacevole cover di Sebastiano (Ivan Della Mea).

Il ritorno dei Del Sangre non dispiace per quanto riguarda la tecnica o l’onestà con cui i due musicisti si ripropongono all’ascoltatore, ma per il fatto che i testi risultano poco ispirati e perché il minutaggio dei vari pezzi, spesso, risulta troppo ampio e mal gestito. Il risultato finale, per questi motivi, appare un po’ come un grosso pasticcio. Le intenzioni ci sono, ma ben poco viene sviluppato in maniera tale da valorizzarle. Un album passatista (per quanto riguarda il sound) che commette errori da principianti.

TRACKLIST
01. L’Indiano
02. Alza Le Mani
03. Successe Domani
04. Gaetano Bresci
05. Fuori Dal Ghetto
06. Una Chitarra Per La Rivoluzione
07. Sacra Corona Unita
08. Scarpe Strette
09. Argo Secondari
10. Gli Occhi Di Geronimo
11. Sebastiano

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