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Recensione : Deerhoof – La Isla Bonita

Il miglior modo, grazie al delicato equilibrio fra pop e follia, per avvicinarsi al loro particolare universo sonoro

Deerhoof – La Isla Bonita

Passati esattamente venti anni dalla loro fondazione e due dal loro ultimo album, i Deerhoof (Satomi Matsuzaki, John Dietrich, Greg Saunier e Ed Rodriguez) ritornano per Clapping Music e Altin Village & Mine con La Isla Bonita. Il disco, costruito su dieci pezzi a metà fra pop e follia sonora, corre allegro e spensierato per tutta la sua durata.

Il piglio fresco e solare di Paradise Girls, tra chitarra singhiozzante e groove accattivante, si contrappone al delicato ed emotivo dream pop dell’avvolgente Mirror Monster, ritornando su terreni più freak con la successiva e spedita Doom.
L’andamento sghembo di Last Fad, invece, tra melodie quadrate e imprevedibili, introduce la falsa linearità della sempre più tesa Tiny Bubbles, mentre le distorsioni scapigliate di Exit Only, lasciano che a seguire sia l’annodarsi su sé stessa dell’elettrica e imprevedibile Big House Waltz.
Il secco correre di God 2, infine, apre al veloce proseguire di Black Pitch (che pian piano rallenta i ritmi) e al concludere lievemente più composto e ordinato di Oh Bummer (anche se nel finale non resiste a lasciarsi andare).

Con questo nuovo disco i Deerhoof, pur mantenendo un basso profilo privo di particolari pretese, dimostrano di avere ancora la stoffa dei grandi musicisti, pubblicando una serie decisamente riuscita di canzoni. Se avete già masticato molti degli album pubblicati dalla band, troverete questo La Isla Bonita come un qualcosa di ben fatto ma non eccezionale, se, invece, siete alle prime armi, considerate l’ascolto di questo lavoro come il miglior modo, grazie al delicato equilibrio fra pop e follia, per avvicinarsi al loro particolare universo sonoro.

Tracklist:
01. Paradise Girls
02. Mirror Monster
03. Doom
04. Last Fad
05. Tiny Bubbles
06. Exit Only
07. Big House Waltz
08. God 2
09. Black Pitch
10. Oh Bummer

Line-up:
Satomi Matsuzaki
John Dietrich
Greg Saunier
Ed Rodriguez

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