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Recensione : Daniele Celona – Intervista

In Italia ci sono ancora cantautori davvero interessanti, come testimonia questa intervista a Daniele Celona

In Italia ci sono ancora cantautori davvero interessanti, come testimonia questa intervista a Daniele Celona, che ha appena pubblicato l’ottimo Amantide Atlantide, un disco di cui parla insieme ad altre cose in questa recente intervista.

iye Ciao, ti puoi presentare ai nostri lettori ?

Sono un cantautore. Sto per uscire con un secondo disco dal titolo Amantide Atlantide.
Sono legato alla mia natia Torino e al sud della Sardegna dove spesso mi rifugio.
Mi piace la lingua italiana, mi piace provare a usarla per colpire cuore e fegato e quasi sempre mi piace farlo con le distorsioni dritte in faccia.

iye Come è nato l’ultimo disco ?

Nel viaggio. Un viaggio che è triplice. Al tuo interno, lungo il tempo e i cambiamenti e infine il viaggio propriamente detto, da e verso luoghi diversi. Non per niente queste canzoni sono nate tra Torino, la Sardegna e qualche camera d’albergo in giro per il Paese.

iye C’è ancora gusto ad essere cantautori in Italia ?

Sicuramente c’è ancora gusto a scrivere canzoni. In realtà più che soddisfazione del palato, comporre è come mettere ossigeno nei polmoni, imprescindibile. Puoi considerarla una malattia se vuoi. Si è portati a buttar giù note e fiato per star bene o almeno meglio. Ecco, sto messo così, il resto è un corollario.

iye Si può vivere di musica ?

Bella domanda. Da cantautore? In questo frangente storico? Al momento non lo so. Questo disco non rema esattamente nella direzione di uno sbocco commerciale. Ci sono pezzi da sei minuti e oltre, strutture articolate, ritornelli col contagocce e l’uso di un gergo anche volgare o esplicito. Nonostante tutto questo abbiamo trovato una distribuzione major. Qualche speranza che seguire onestamente quel che ti piace fare sia anche l’atteggiamento più redditizio, provo a nutrirla ancora. In ogni caso non avrei altro modo di scrivere e arrangiare i miei dischi al momento, o altra possibilità se non quella di autoprodurmi. Da mero compositore è diverso, scrivo dal brano lirico all’elettronica, ma questa è un’altra storia, per lo più nascosta nei miei cassetti.

iye Ci parli della tua collaborazione con Mauro Talamonti e dello splendido “Sud Ovest”?

Mauro è come un fratello ormai. Per certi versi in alcuni periodi è stato con un quinto elemento della band. Ho creduto in lui un po’ a istinto e mi ha ripagato con le immagini di Mille Colori.
Sud Ovest invece è stato una sorta di regalo che ci siam fatti mentre eravamo in Sardegna. E’ qualcosa che va al di là del semplice videoclip, è anche un omaggio a quella terra e a mia nonna.
Abbiamo sudato e improvvisato parecchio nel realizzarlo, ma è stata una splendida avventura alla scoperta di parti dell’isola poco note anche a me che ci vado fin da bambino.

iye Ci puoi dare una chiave di lettura del tuo disco ?

Eccezion fatta per Johannes, parla dei casini di uomini e donne di questo tempo. Personaggi veri e inventati. Forse solo il contesto in cui si muovono è sempre reale, invadente, ingombrante. Concausa del loro malessere e delle loro scelte. E’ come se li filmassi di nascosto per capire meglio anche me stesso. Non so bene che reazioni possano dare le loro storie ad orecchie di terzi. Un buon disco dovrebbe riuscire a spiazzare, a carezzare e ferire. Ma come detto prima, parliamo comunque di un effetto secondario. L’esigenza principale è quella dell’ autoterapia. Uno sfogo allo specchio, un titolo messo in cima a un foglio bianco, tutto il possibile per non sentirsi inerti.

iye Domanda che tocca a tutti quelli che passano di qui , i tuoi 5 dischi preferiti ?

Top five alla “Alta Fedeltà”. Ammetto di non essere un gran fan di queste classifiche, sempre troppo poco spazio. Comunque, te ne dico una manciata senza pensarci troppo:

White Pony – Deftones
For Emma Forever Ago – Bon Iver
Tiny Music (Songs From The Vatican Gift Shop) – Stone Temple Pilots
Led Zeppelin – Led Zeppelin
Piccoli Fragilissimi Film – Paolo Benvegnù

Grazie mille !!!

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