Lui fa luce, in mezzo ad un sacco di indie qualcosa, post chissà. Il cantautore calabrese è un animale di razza, macina musica e chilometri, come testimoniato dal lungo viaggio “Piazze d’ Italia ( sulle tracce di de Chirico )”, un tour lungo quattro mesi, con 9000 km percorsi, 130 ore di viaggio, diventato un libro, un cortometraggio e uno spettacolo teatrale. Nel 2008 trova anche il tempo per esordire con il suo debutto discografico “Mi pagano per guardare il cielo”. La sua musica è potente, ridondante in senso positivo, molto di strada, genuinamente cantautoriale. Si sente il lavoro di cesello, le finezze mai ostentate. Si viaggia, si ride, si pensa, tutto in maniera originale. Torchia ha una sana vena anarchica, si sposta per non essere mai etichettato, lavorando ad un cd – dvd “Alterazioni – Processi Sintatticamente Simili”, un’opera scritta insieme a Walter Carnì e Gianfranco Scafidi, oppure mette in musica sette poesie del calabro poeta Lorenzo Calogero. E tanto altro.
Perchè fermarsi è come morire.
Ottima produzione, disco bellissimo.
Tracklist:
1 Ma che ne so ( a Piero Ciampi )
2 A fine mese
3 Il bacio del ladro
4 L’astronomo ( versione 2013 )
5 Cuore ermertico
6 Dov’è finito il mondo ?
7 La cinese e l’italiano ( storie di fuga e di rock and roll ).
8 Case popolari
9 Tu ed io
10 Giorno dopo giorno
www.carminetorchia.it