Terzo album per questo quartetto (misto, due uomini e due donne) proveniente da S.Francisco, che sceglie per la divulgazione di quanto esegue la difficile ma affascinante strada dell’autoproduzione. Le principali ispirazioni degli Andalusia sono senza dubbio le bands della 4AD – in particolar modo i Cocteau twins – anche se la voce, particolarmente stuggente ed ispirata della cantante può talvolta ricordare quella di Harriet Wheeler dei Sundays. I brani proposti sono tutti mediamente lunghi (svariano fra i 4 e i 7 minuti) e caratterizzati da atmosfere brumose e autunnali; rarissime le accelerazioni, tanto che mi sento di consigliare il gruppo principalmente agli amanti di questo tipo di suoni. Temo infatti che potrebbe risultare tedioso a chi in un disco ricerchi sensazioni forti, o perlomeno ritmi leggermente più mossi. Penalizzati da un eccessivo formalismo e da un’indubbia uniformità, gli Andalusia fanno centro soprattutto in due occasioni: “Ghosts”, il pezzo più azzeccato e commuovente, in cui risaltano le indiscutibili qualità della voce; e “Now & Them”, in cui spicca un pianoforte garbato. Se sapranno scrollarsi di dosso le scomode e troppo evidenti analogie con i gruppi sopracitati, gli Andalusia sono pronti – già dal loro prossimo album – a stupirci: le qualità senza dubbio non gli mancano.