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Recensione : Teramaze – Esoteric Symbolism

“Esoteric Symbolism”, quarto centro per la band australiana Teramaze, veterana della scena prog metal internazionale.

Teramaze – Esoteric Symbolism

Ormai considerati dei veterani della scena progressive metal, gli australiani Teramaze viaggiano da quasi vent’anni con la consapevolezza di centrare l’obiettivo ogni volta che si presentano sul mercato discografico con un nuovo lavoro.

Vero che, a parte un Ep, un demo ed una compilation, gli album ufficiali sono appena quattro, ma dall’esordio “Doxology” del 1995, passando per “Tears To Dust” del 1998, arrivando allo scorso “Anhedonia” targato 2012, il gruppo di Geelong ha saputo dare il suo contributo alla causa del prog metal con lavori personali, maturi e dal non facile ascolto.
Anche quest’ultimo Esoteric Symbolism non risparmia sui contenuti con i suoi settantotto minuti di musica alimentata dal sacro fuoco del prog, con buoni momenti, altri esaltanti, alcuni un po’ più forzati, ma in un album di questa portata rimanere sull’eccellenza per tutta la durata significherebbe andare oltre la perfezione.
Uno dei punti di forza del combo e’ il cantante Brett Rerekura, elegante , malinconico, che con la sua voce porta l’ascoltatore a sognare e che, in questo nuovo album, si supera con una prova magistrale seguito da tutta la band.
Il prog metal dei Teramaze è più vicino ai Fates Warning che ai Dream Theater, con un approccio melanconico simile agli svedesi Evergrey e intriso di venature drammaticamente thrash in certi brani, un po’ come i nostri Eldritch, e potrebbe risultare indigesto ai giovani fan, ormai abituati anche nel metal ad una sorta di fastidioso usa e getta; il songwriting del gruppo e, di conseguenza, l’album in toto va invece assimilato dandogli il tempo che merita per crescere ad ogni ascolto.
Le trame ricamate dalla band australiana, mai scontate, regalano momenti di spessore esecutivo ma anche emozionale: Il trittico finale composto da Order Out of Chaos, Darkest Days of Symphony e In Vitro sono l’esempio di quanto la band sia di un’altra categoria, tra fughe tastieristiche, momenti malinconicamente intimisti e ritmiche tra il moderno e il classico, marchio di fabbrica del suono Teramaze.
Il difetto di questo disco è una certa prolissità: la band si piace e, come un giocatore di calcio talentuoso ma poco concreto, cerca sempre la giocata difficile a discapito magari di una facile segnatura e se, allora, alla fine è la vittoria che conta, diciamo che la band rischia sempre il pareggio avversario.
Questo non intacca più di tanto comunque un ottimo lavoro, che ha bisogno di ripetuti ed attenti ascolti ma che, come detto, una volta assimilato sa regalare bei momenti di musica suggestiva e tecnicamente sopra le righe.

Tracklist:
1. All Seeing Eye
2. Line of Symmetry
3. Transhumanist
4. Bodies of Betrayal
5. Parallels / Dual Reality
6. Spawn
7. Punishment by Design
8. Dust of Martyrs
9. The Divulgance Act
10. Esoteric Symbolism
11. VI Order Out of Chaso
12. VII Darkest Days of Symphony
13. VIII In Vitro

Line-up:
Dean Kennedy – Drums
Dean Wells – Guitars (lead), Guitars (rhythm), Backing Vocals
Brett Rerekura – Vocals
John Zambelis – Guitars

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