Abbiamo fatto alcune domande a Bapho Matt , cantante della band horror metal Story Of Jade, protagonista quest’anno di ottimo disco come Loony Bin, uscito per la Black Tears.
iye Siete giunti al terzo lavoro, questa volta con Black Tears Records: per chi ancora non vi conoscesse, potete fare un riassunto della vostra storia?
La band è nata nel 2002, abbiamo inciso il primo EP The Factory of Apocalypsenel 2006, dopo un cambio di line up è uscito, nel 2011, il primo full length The Damned Next Door” sotto WormHoleDeath / Dreamcell11. Dopo un ulteriore cambio di line up siamo usciti quest’anno con il secondo album Loony Bin appunto per Black Tears.
iye La vostra musica è fatta di ottime melodie inserite in un contesto horror metal dall’approccio moderno, senza dimenticare i nomi storici del genere, due fra tutti: Death SS e King Diamond, siete d’accordo?
Ci siamo da sempre molto ispirati a King Diamond / Mercyful Fate e Death SS, siamo fan fin da ragazzini della loro musica.
iye C’è stata una piccola rivoluzione nella formazione prima di mettervi al lavoro sul nuovo album, con l’entrata di Vrolok Lavey al basso e tu che, di fatto, ti sei dedicato solo alle vocals: quanto ha giovato questo rimpasto alla band, specialmente in sede live?
La nuova line up ha dato una svolta al nostro sound. Il fatto di avere una sola chitarra ci ha portato all’utilizzo di parti di tastiera, così da rendere le atmosfere delle canzoni ancora più tetre. In sede live, il fatto di poter solo cantare mi rende il lavoro un po più semplice, così da poter anche interagire di più con il pubblico.
iye Dal vivo usate di solito una sorta di divisa che rende più teatrale la vostra performance, eppure, avendovi visti a Genova in borghese e sotto il sole, non avete perso molto in impatto anche se la location non era proprio l’ideale per la vostra musica.
Si purtroppo, a causa di problemi tecnici, nel concerto di Genova non abbiamo avuto tempo di cambiarci (i gruppi erano tanti e i tempi stretti) però quando hai un bel palco come quello e i suoni spaccano riesci comunque a fare un bel concerto. Sì, a livello visivo non era la location ideale, dato che il look che abbiamo adottato per questo disco comporta l’uso di luci UV e trucchi “glow in the dark”, per cui suonare con il sole ancora alto non ci ha permesso di mettere in scena il nostro show.
iye Qual’è la tua opinione spassionata su una manifestazione come la F.I.M, che vi ha appunto ospitati a metà maggio?
La manifestazione in se è stata molto bella, c’erano tanti giochini interessanti per noi musicisti ehehehehehe. Poi con tutti quei palchi e tutta quella musica abbiamo passato una gran bella giornata. E’ un peccato che, visto il periodo storico che stiamo vivendo, l’interesse per questo tipo di manifestazioni stia piano piano scomparendo. Probabilmente 20 anni fa sarebbe stato un evento colossale!
iye Tornando al disco, vi siete circondati di alcuni ospiti come Gerre dei Tankard, Antonio Aiazzi dei Litfiba e Steva dei Deathless Legacy, band questa più in linea con il vostro genere: come sono nate questa collaborazioni?
Con Gerre ci siamo conosciuti quando abbiamo aperto il loro tour italiano nel 2012, così dopo aver scritto la canzone Blood Hangover (letteralmente dopo sbronza di sangue) ci è venuto naturale chiedere a lui se voleva cantare su quel pezzo! Antonio è un buon amico del nostro batterista Yndy. In fase di preproduzione dell’album, è capitato che ascoltasse un demo di Psychosis in a box, gli piacque molto, e noi abbiamo colto la palla al balzo e gli abbiamo chiesto se ci voleva suonare sopra qualcosa. Con Steva ormai ci conosciamo già da un po’, abbiamo anche diviso il palco. Ci sembrava doverso collaborare con qualcuno della scena Horror nostrana.
iye Il vostro sound lascia ad altri parte atmosferiche abbastanza comuni nel genere per colpire invece dalla prima all’ultima nota, creando melodie dall’appeal elevato in un ottimo contesto aggressivo e questo vi rende sicuramente originali: come nasce un brano degli Story Of Jade e come è suddiviso il lavoro in studio?
Solitamente componiamo io , A.G. e Yndy. Ognuno lavora sui suoi pezzi e porta in sala il pezzo finito, che poi viene riarrangiato tutti insieme. Le tastiere sono curate quasi esclusivamente da A.G. mentre i testi li scriviamo io e Yndy. In studio cerchiamo, per quanto possibile, di essere presenti tutti al momento delle registrazioni, così da poterci aiutare sia per i suoni che per le varie modifiche da fare in corsa.
iye Pur essendo un ottimo lavoro, c’è qualcosa che cambiereste a posteriori in “Loony Bin”?
Personalmente non cambierei una virgola. Il disco suona esattamente come avrebbe dovuto, grazie anche al grande lavoro di Pier Gonella che ce lo ha registrato, mixato e masterizzato. Tieni conto che siamo MOLTO maniacali quando entriamo in studio. Fino a che le cose non suonano come vogliamo, non usciamo dalla stanza ahahahahah.
iye Per finire una domanda d’obbligo visto il sopraggiungere della stagione estiva: quali sono le prossime mosse live della band?
Ci stiamo organizzando per fare un tour all’estero per l’inizio dell’anno nuovo, nel frattempo ci vedrete per qualche altra data in zona ma è ancora tutto da annunciare.