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Sottoscala Pandemico#6 – Un Live Dei Finale, Il Canale Youtube Tremendo Garaje E L’orrore Neo – Liberale

Caricato ed immesso nel web dal canale YouTube Tremendo Garaje, in data 15-12-2021. Filmato di un finto live, per quanto, nella sua finzione, sia vera e viva testimonianza di un gruppo che è perfetta rappresentazione,

Sottoscala Pandemico#6 – Un Live Dei Finale, Il Canale Youtube Tremendo Garaje E L’orrore Neo – Liberale

Caricato ed immesso nel web dal canale YouTube Tremendo Garaje, in data 15-12-2021.

Filmato di un finto live, per quanto, nella sua finzione, sia vera e viva testimonianza di un gruppo che è perfetta rappresentazione, non di ciò che è, che non ci piace, ma di ciò che, ci auguriamo, sarà:

punk rock, campagna, provincia, realtà passata attraverso un filtro VHS, spontaneità, coltivazione, ritorno ad una vita lenta, meditata, velocizzata solamente da slanci artistici messi in atto con lo stesso spirito di una coltivazione di agrumi: amore per la terra e per l’altra/altro (si coltiva per condividere poi con tutti, si coltiva per avere un rapporto d’amore e rispetto con la terra e di chi, come noi, la abita)

Non più ciminiere né lavoro meccanico: solo arte.

I Finale suonano (in playback) in un campo di pomeli (un agrume, forse il più antico coltivato dall’uomo): sono abbigliati come dei lumpen moderni, a metà tra la White Trash di Killer Joe e le visioni Retro da futuro alternativo di Turbo Kid.

Un tipo, dall’aspetto rude, sigaretta alla bocca, passa fra di loro e da il ramato. Fotografia VHS anni ’90, ottimi i movimenti di macchina, stupendo il montaggio, stellari le interpretazioni.

Il miglior film del 2021.

Qui i Finale ripropongono tre pezzi del loro ultimo 7” su Slovenly e due dal 12” su Discos Peroquèbien (spicca la bellissima e disperata Navajas, un punk rock cadenzato e poetico arricchito dall’irruenza del cantato in spagnolo): un’operazione commerciale, certamente, ma che tuttavia propone e stimola, non vende e né spinge all’acquisto:

diversa è l’estetica, diverso il lessico, diversi gli obiettivi.

Stiamo parlando infatti, sempre e comunque, di una autoproduzione portata avanti da amiche e amici, una roba concepita dal basso e fatta girare tramite un canale portato avanti da un appassionato, non certo uno che punta ad alzare i suoi profitti condividendo i dischi (dai 7”, passando dalle demo in solo formato digitale, fino ai 12”) da lui amati e concepiti da gruppi semi conosciuti o direttamente alla prima pubblicazione e quindi sconosciuti.

“Si, ma è su YouTube”

Vero, il contenitore molte volte compromette il contenuto e vero anche che ne svilisce il proposito:

questa è, senz’altro, all’interno del ragionamento che vi sto proponendo, una contraddizione dalla quale se ne esce piuttosto male, a meno che non si prenda per buono, e io lo faccio spesso, il semplice fatto che:

Siamo tutti nati e cresciuti all’interno di un mondo con dei modelli e dei canali di comunicazione stabiliti e inoculati alle masse da molto prima che noi venissimo al mondo; crescere maturando un’ostilità nei confronti di questi percorsi e canali ci pone già di fronte, in nuce, a una contraddizione:

il sistema, negli anni, tende ad abbracciare sempre più numerosi aspetti dell’esistente e a porvi un simbolico cappello; acquistando spazi potenzialmente liberi e, semplicemente piantando la sua bandiera, li rende comunque simbolo della sua filosofia;

si potrebbe quasi affermare che sia nel reale che nel telematico, come anche nel rappresentato, tutto ormai sia intitolato a una “norma” regolata e immessa dall’alto.

Chiunque la contesti, ad ogni sua asserzione, ogni suo gesto di dissenso, è sempre veicolato e ospitato all’interno di piattaforme che, data la loro appartenenza stabilita da una logica di acquisto, lo pone forzatamente in una contraddizione di fatto.

Dal momento che si viene al mondo verrebbe quasi da dire che ci siamo già contraddetti al primo nostro vagito!

Qual è la via di fuga da tutto ciò?

Il bello è che, al contrario del Sistema, io non vendo certezze e solide realtà, non ho la capacità di convincervi in nulla e quindi non ve lo posso dire né tantomeno insegnare o, meno che mai, vendere..

La cosa che mi ha spinto a scrivere questi miei pensieri, e cioè il filmato dei Finale nel campo di pomeli, mi dà però una traccia e uno spunto serio di riflessione:

Quello che è stato fatto dai Finale (ma anche da altri prima di loro, tipo questo video live dei Research Reactor Corp, girato e immesso nel web in pieno periodo di Lockdown: https://youtu.be/JWGtFjxKH_A ) è stato occupare uno spazio che è proprietà del Capitale, proprietà stipulata tramite una logica fatta di quotazione, valutazione e acquisto secondo criteri del Capitale stesso: una sega allo specchio, in pratica!

I Finale hanno immesso un’opera tirata su con uno sforzo di collettivo:

amici e amiche hanno girato, montato ed editato, i Finale hanno recitato, il canale Tremendo Garaje ha caricato:

una dinamica che viene dal basso e che non ha nessun guadagno se non divulgare un principio ed un modus operandi che non premettono l’accumulo di un vero plus valore:

il 7” dei Finale ha una tiratura piuttosto bassa e, dato il prezzo altrettanto basso, è più per tirare avanti la baracca (autofinanziamento) che per arricchirsi alle spalle di chi ne usufruisce.

La dialettica quindi è totalmente diversa da quella che gestisce un portale come YouTube, il quale sicuramente si arricchisce anche tramite queste operazioni col semplice fatto di ospitarle in sé ma, parliamoci chiaro, in un mondo totalmente occupato da una logica neo liberista cosa non sarebbe contradditorio?

Se ci si pensa bene, forse solo il suicidio è l’unico atto di coerenza di fronte ad una realtà che non si accetta!

È quindi dovere di chi non si allinea, come i Finale, il loro giro di amicizie, la Slovenly Records e Tremendo Garaje, anzitutto continuare a vivere e, in seconda battuta, portare avanti un discorso che, certo con le sue contraddizioni (che comunque fanno parte di un sentire e di un agire che è molto più umano delle logiche da investitori che, magari, non si contraddicono mai, dato che ogni possibile inghippo se lo comprano rendendolo coerente in una logica di mera Proprietà), propone logiche molto più legate all’atto di condivisione e comunicazione per amore di espansione delle proprie idee e dei propri suoni.

Forse la risposta rimane proprio nel linguaggio del contenuto piuttosto che nella proprietà del contenitore:

un virus che potrebbe, una volta insediato nell’ospite, disgregarne e decodificarne il DNA.

Non si tratta, tuttavia, di “cambiare il sistema dal suo interno (i Finale, la Slovenly e Tremendo Garaje, non sono dipendenti di YouTube ma semplici iscritti) ma dal basso:

da fruitori, e quindi base, vanificare le basi su cui poggia un Moloch da intrattenimento.

Compito arduo e complicato, lo so, ma tanto vale provarci che star fermi in poltrona rilevando le contraddizioni altrui nel tentativo capzioso di giustificare il proprio asservimento.

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