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Recensione : Section 37 – Legion

Un lavoro decisamente buono ma dedicato principalmente ad ascoltatori dalla mentalità particolarmente aperta.

Section 37 – Legion

Alla Aestethic Death non piace produrre musica facile o per tutti i palati, il tutto avviene però senza fossilizzarsi su un genere ben definito ma su stili diversi, accomunati da una fruibilità immediata molto limitata ma anche da una notevole profondità a livello concettuale.

Dopo la discesa agli inferi (senza ritorno) compiuta assieme ai The Nihilistic Front, questa volta l’etichetta inglese propone l’ultimo lavoro dei Section 37 intitolato Legion, dove l’inquietante viaggio nel modo dei serial killer, tematica trattata anche nel disco precedente, viene veicolato attraverso un intrigante mix di EBM, darkwave, ambient e industrial.
La storia di questa band parte da molto lontano ma è sempre stata contraddistinta dalla sua anticonvenzionalità sia lirica che musicale, dovuta in gran parte dal fatto che Stuart J Harris, vero motore del progetto, è di fatto un poeta prima ancora d’essere un musicista.
Questo nuovo disco inaugura il sodalizio di Stuart con John Frost, in sostituzione di Cevin Moore, che ne era stato il braccio destro fino al precedente “The Kudos Of Serial Killing”, album nel quale lo stile di ogni brano veniva associato ad uno specifico serial killer; in Legion l’argomento viene ulteriormente approfondito senza che venga abbandonata quell’eterogeneità stilistica che è al tempo stesso pregio e difetto dei Section 37.
Stuart e John, difatti, danno il meglio nei brani che riescono coniugare in maniera non banale dark ed elettronica, mantenendo sempre piuttosto elevato l’aspetto disturbante del loro sound (I Know You Know I Know, Sitting In The Dayroom, What Did You Do In The War, Daddy?, Stone Cold Stone, The Seventh Sacrifice), senza trascurare alcuni validi episodi pervasi da oscure pulsioni industrial (Thrill Killer, The Ghost Of Jesus), mentre non convincono del tutto la simil-Prodigy Mirror Man ed il blues etilico di Them Serial Killin’ Blues.
Nel complesso Legion è un lavoro che, specie per chi è avvezzo ad altre sonorità, rischia d’essere ostico se non impossibile da assimilare ma, come spesso accade per le opere dotate comunque di una certa profondità, dopo diversi ascolti si viene a patti con l’eclettismo di Stuart e John facendo sì che il monicker Section 37 resti ben impresso nella mente quale sinonimo di creatività non comune.
Un lavoro decisamente buono ma dedicato principalmente ad ascoltatori dalla mentalità particolarmente aperta.

Tracklist:
1.Legion Part 1 – Legio Mihi Nomen Est…
2.I know you know I know
3.The Call Of Choronzon
4.Sitting In The Dayroom
5.Mirror Man
6.Intro To…War, Daddy?
7.What Did You Do In The War, Daddy?
8.Summer Special
9.Them Serial Killin’ Blues
10.Legion Part 2 – Incantation
11.Stone Cold Stone
12.The Ghost Of Jesus
13.Therefore I Am
14.Thrill Killer
15.The Seventh Sacrifice
16.Legion Part 3 – Roach

Line-up :
Stuart J Harris
John Frost

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