La commistione di generi secondo i Nedry: ottime idee nel disco d’esordio del terzetto londinese, che innesta su una matrice glitch/dubstep una punta di trip-hop e post-rock.
Un disco molto particolare perchè abbraccia diverse sonorità, da cupe a eteree, con i due compositori Matt Parker e Chris Amblin che creano i ritmi sui quali la cantante Ayu Okakita si muove agilmente. Così, grazie ad una sapiente commistione di elettronica e strumenti analogici, il trio dà forma ad un susseguirsi di fasi delicate e tumultuose, senza tuttavia perdere misura e compattezza.
La prima traccia ha una bassline che non lascia indifferenti, sulla quale si innesta la voce della Okakita, cantante e musicista nipponica che canta in stile Bjork.
Il tono si addolcisce però subito dopo, con il giro di chitarra di Apples & Pears, un’atmosfera sognante che si sposa bene con le caratteristiche della vocalist, e improvvisamente salta fuori un basso intenso; una delle tracce migliori del disco.
Four Layers of Pink lascia sospesi in un’atmosfera straniante, per poi lasciare spazio a Squid Cat Battle, un pezzo molto sentito, con un ritmo più cupo e vocals che si fanno strazianti in crescendo.
In Scattered spunta invece un ritmo che fa molto drum’n’bass, con ampie schitarrate, mentre nella title track Condors le melodie si fanno ipnotiche, sottofondo tribale, voce ammaliante, ritmo cadenzato. Quindi ci si lascia cullare dai toni soft di Swan Ocean, di ispirazione molto bjorkiana.
Questo disco si inserisce nell’insieme di quelle sperimentazioni che, partendo dagli sviluppi recenti dell’UK garage, stanno dando vita ad una grande commistione di generi e di influenze nella scena elettronica d’ “Oltremanica”, che al momento penso sia quella più propositiva a livello europeo.
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