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Recensione : Jake McCallum Sette secondi al massimo

Jake McCallum Sette secondi al massimo: lettura estremamente godibile per un progetto editoriale di grande qualità. 

Jake McCallum Sette secondi al massimo

Arriva in Italia il libro di Jack McCallum ” Sette secondi al massimo. I Phoenix Suns -, edito dalla migliore casa editrice italiana per lo sport e non solo la 66thand2 , con l’ottima traduzione di Dario Costa.

Il libro tratta della breve ma intensa epopea dei Phoenix Suns, franchigia Nba di stanza tuttora a Phoenix, fra il 2004 e il 2007, quando regalò spettacolo ma nessuna vittoria, con due finali di Conference perse nel 2004\2005 e nel 2005\2006, rispettivamente contro San Antonio e contro Dallas. Jack Mcallum è un giornalista americano entrato nella Basketball Hall of Fame’s Curt Gowdy Media Award – Print nel 2005. Jack esordì come giornalista scrivendo per “Sports illustrated”, testata che lo mandò proprio a Phoenix per descrivere molto dal di dentro i Suns, diventando in pratica uno dello staff, con accesso al campo e agli spogliatoi in ogni momento.

Il risultato è questo libro pubblicato negli Usa nel 2007 e arrivo da noi solo ora per merito della 66thand2, non nuova a meritorie operazioni di recupero come questa. McCallum descrive molto bene, anche grazie alla sua penna molto vivace e ricca di descrizioni in pieno stile giornalistico sportivo nordamericano, una epopea sicuramente minore della Nba ma che ha segnato in maniera importante il gioco che vediamo attualmente nella maggiore lega americana e non solo.

Allenati da Mike D’Antoni, indimenticabile giocatore dell’Olimpia Milano fra il 1977 e il 1990 con moltissimi successi insieme a coach Dan Peterson e undici presenze con la canotta azzurra della Nazionale italiana, i Suns si contraddistinsero per uno stile di gioco molto veloce, improntato, volendola spiegare in maniera semplice, a tirare entro i primi sette secondi dei ventiquattro disponibili come da regolamento per un’azione d’attacco nella pallacanestro Nba.

Gioco in transizione molto veloce, he si doveva concludere preferibilmente con un tri oda tre, per un attacco molto veloce ed aggressivo che puntava a tirare quando la difesa era ancora impreparata, cercando di trarre il massimo vantaggio.

Principale e maggiormente conosciuto interprete in campo di questa dottrina era Steve Nash, playmaker e guardia canadese arrivato ai Suns nel 1996 scelto al draft Nba con il numero quindici. Dopo due stagioni non molto felici fu ceduto ai Dallas Mavericks dove cominciò a mettere in mostra il suo valore insieme alla leggenda tedesca Dirk Nowitzki.

Nel 2004 torna ai Phoenix Suns per scrivere la pagina più importante della sua carriera, quando per otto stagioni diventò il simbolo dei Phoenix, simbolo molto ben descritto da McCallum nel libro. Il giornalista americano è un vero insider, e vive i Suns nella maniera più coinvolgente possibile chiarisce subito molte cose, facendo vedere che spesso si vive di pregiudizi parlando della Nba e dei suoi protagonisti. Nash è uno spirito libero che viene subito caratterizzato come protagonista indie, ascolta i Pearl Jam, politicamente è di sinistra e non è certo la stra media dell’Nba.

Ma oltretutto ciò è un fanatico dell’allenamento, si allena a tutte le ore cercando continuamente di perfezionare il suo gioco, diventando uno dei maggiori assistman  della storia della lega, avendone distribuito oltre diecimila in carriera. McCallum descrife Nash in maniera fedele e veritiera, descrivendo il grandissimo lavoro svolo da lui e da coach D’Antoni nella squadra e per la squadra, avendo grandi giocatori come Amare Stoudamire e il centro Shaquille O’Neal per meno tempo.

Il libro fa capire come l’Nba non sia solo spettacolo ma in campionato dove la competizione è alle stelle e bisogna capire i propri limiti per scegliere e sviluppare la tattica migliore per sfruttare al meglio i propri punti di forza. Non c’è nessun intento di indorare la pillola, qui i fatti sono descritti per essere ciò che sono, un campionato fatto di competitività estrema che viene spesso visto all’esterno come un circo, ma non è affatto.

Inoltre McCallum è molto bravo nel descrivere gli uomini e i giocatori, andando in profondità con chiarezza e senza ambiguità, trasportandoci dentro al campo e dentro lo spogliatoio di una delle squadre più originali e strane della storia dell’Nba, con giocatori che erano anche spettacolari fuori dal rettangolo di gioco, anche con le loro debolezze.

Un libro che si legge con grandissimo piacere, un pezzo di stile giornalistico sportivo americano al suo massimo, estremamente godibile e che rende giustizia ad un squadra che ha introdotto e sviluppato un gioco che ha inspirato mote squadre odierne come i Golden State Warriors allenati da Steve Kerr, con giocatori come Steph Curry, Draymond Green e Klay Thompson ora a fine ciclo. Lavoro che scava a fondo vivendo l’irripetibile possibilità di vivere a stretto contatto con i giocatori e lo staff, una sorta di diario di un membro dei Phoenix Suns, che fa comprendere a fondo come funziona l’Nba.

Lettura estremamente godibile per un progetto editoriale di grande qualità.

Jake Mccallum Sette Secondi Al Massimo

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