Il mistero dell’origine
– Ma grande Dottore, si rende conto di cosa potrebbe significare tale scoperta? – disse Zaltor alzando la voce e violando uno dei principi del tempio.
– La tua arroganza sta oltrepassando i limiti. Il fatto che tu sia risultato uno dei migliori al test Zem non giustifica la tua assenza di maniere – rispose Aiton Baron, con la calma e lo stoicismo che aveva fatto di lui uno degli uomini più saggi, rispettati e anche temuti della sua comunità.
– Ma, grande Dottore, questa può essere la svolta, la spiegazione di tutto. Finalmente sapremo chi siamo. Non è questo il senso delle nostre ricerche?
– Il senso delle nostre ricerche è la scoperta di ciò puoi aiutarci a migliorare il presente e l’avvenire mentre tu ti stai perdendo nella verifica di leggende e favole della sera. Non ti nascondo che sono molto deluso.
Dopo aver detto ciò, Baron guardò i membri della commissione che quasi meccanicamente abbassarono lo sguardo.
– Penso che dovremmo riconsiderare la tua nomina a primo segretario della ricerca e aggiungo che non esiste sanzione peggiore per un consiglio di saggi concepito per selezionare e promuovere le migliori intelligenze. Questa è la base della nostra civiltà.
Adesso era Zaltor che abbassava lo sguardo facendo una smorfia che manifestava fastidio e stupore.
– Eri una grande speranza e hai tradito la nostra fiducia.
– Io volevo solo…
– Tu non dovevi! Da sempre abbiamo lottato contro la tentazione atavica del mistero delle origini ovvero la causa di tutte le nostre sofferenze e oggi abbiamo capito che questo virus è più che mai presente nello spirito della nostra gioventù come sempre attratta da ciò che è frivolo e sensazionale e fino a quando sarò vivo la mia più grande battaglia sarà quello di educare le nuove generazioni all’oblio del passato. Guardie! Arrestate questo fanatico!
Il tono di Baron era duro e suonava come una condanna. Due uomini della milizia con il volto coperto dai visori si avvicinarono a Zaltor e lo presero per le braccia.
– Il tuo processo sarà esemplare ed altrettanto la sanzione. Portatelo via.
La sala dei saggi del tempio si svuotò e Baron restò solo prima di dirigersi verso il corridoio della stanza segreta della quale era l’unico a detenere il codice di accesso.
Accidenti, pensò, non troveremo mai più un soggetto intelligente come Zorak. Nessun prima di lui era arrivato così vicino alla verità. Siamo stati fortunati ma fino a quando lo saremo? Non possiamo continuare a monitorare pensieri e ricerche. Ogni volta i rischi aumentano invece di diminuire.
Davanti alla porta della stanza del segreto Baron digitò il codice ed entrò nel piccolo spazio illuminato da una lampada.
– Ogni volta che ti guardo vorrei cancellare il giorno in cui ti ho scoperto. Sei la nostra maledizione.
Baron osservò impietrito dal terrore il tavolo sul quale all’interno di un cubo di vetro era poggiato l’oggetto che nessun membro della comunità avrebbe mai dovuto scoprire: un casco di colore bianco con in capo scritto U.S. ARMY con accanto disegnato un quadrato con all’interno delle stelle e delle strisce.
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