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Il Discepolo

Nuovo racconto di Cane Nero: Il discepolo

Oggi ci sono un bel po’ di partite di calcio su cui scommettere. Ho 200 euro da investire, faccio colazione con torta di mele, caffè e sigarette. Sono già annoiato, ho lo stomaco in subbuglio. Seduto sul cesso controllo le gare di oggi. Il buco del culo si allarga e uno stronzo duro di circa 10 centimetri cade nell’acqua e fa “plom”, poi altri due pezzi. Non ho la carta igienica. Faccio una doccia e mentre mi lavo il cazzo ho un erezione; mi sparo una sega, dopo che schizzo ho un senso di vuoto e disgusto.

Mi asciugo con l’accappatoio , giro per casa nudo sorseggiando caffè e fumando sigarette. Osservo i quaderni con i miei racconti, ma di scrivere non ho voglia. Faccio la mia scommessa, preparo lo zaino e qualche canna: oggi c’è il rituale.

Sul maggiolino arancione guido in mezzo al traffico. Semafori rossi, lavavetri abusivi. Venditori di fazzoletti e accendini bussano sul vetro. Sguardi persi nel vuoto, incazzati, erotici. Fumo la mia erba. Qualcuno sulle altre scatole di metallo sente l’odore, muove la testa e fiuta l’aria per capire da dove proviene; poi sconfitto ritorna nei suoi pensieri. Il traffico è lento perché un suv ha investito un cane. Solo che il cane non è morto, ha le gambe posteriori maciullate, giace a terra lanciando lamenti che straziano il cuore. Il padrone è in ginocchio, lo accarezza con le lacrime che scendono sul viso, una arriva nella bocca del cane che gira la testa e cerca di leccarlo, lui si abbassa, il cane gli lecca la faccia e sembra dire ” non ti preoccupare andrà tutto bene”. Il proprietario del suv litiga con la polizia stradale, lo sento urlare ” ma cazzo è solo un cane!” .

Il vigile fischia e fa segno di procedere.

Fumo e guido per la città verso il mio amato bosco. Sono le 10 del mattino, il traffico non c’è più, dopo mezz’ora parcheggio.

Controllo lo zaino:

Corda;

Coltello;

Torcia;

Scorte di cibo, cartine, tabacco, whisky, acqua, tenda.

Questa sera c’è la luna piena. Sul sentiero non incontro nessuno. Seguo le indicazioni sulla mappa per arrivare al luogo dell’incontro. Sono il primo. Monto la tenda, sistemo tutto, faccio un bagno rinfrescante nel fiume , ringrazio la dea per i doni ricevuti. Accendo un’altra canna. Sono sdraiato sull’erba osservo la luce del sole che attraversa gli alberi: sembra un caleidoscopio

Poesia n 14:

” Udivo il suono delle umane debolezze,

L’eco lontano della pietà,

L’urlo disperato dell’amore,

L’odore pungente dell’odio. ”

Prima o poi devo scrivere queste poesie.

Preparo il pentacolo di pietra con la punta verso la luna.

Raccolgo un po’ di erbe che il bosco regala.

Mi sdraio sull’erba, mi addormento ed entro in un sogno. Una luce calda , potente mi avvolge; poi volo su un cielo blu stile manga giapponese.

Adesso sento dei passi, non capisco se sto ancora sognando. I passi si avvicinano, oppure li sento nella mia testa. Continuo a sognare. Ho un’armatura medioevale e una spada, cammino dentro le mura di un castello in cerca di forza, arrivo davanti a una porta con Teiwaz come sigillo , la porta non ha maniglie, spingo il sigillo e la porta si apre.

“Maestro si svegli” una voce di donna mi riporta alla realtà.

È sera, il fuoco acceso. Indosso una tunica nera e la maschera bianca con sopra disegnato Teiwaz. Una pecora è legata a una palo dentro il cerchio di pietra. I discepoli pronunciano queste parole “rune et magik, per te grande Dea è questo sangue.” Ho una falce nella mano destra. Entro nel cerchio di pietra, afferro la testa della pecora, pronuncio queste parole “rune et magik, grande Dea offriamo questo sangue a te”. Do un colpo preciso al collo della pecora e la testa si stacca e rotola per un po’; il sangue schizza, poi scende lentamente.

Un discepolo prende un calice d’argento per raccogliere il sangue. Un altro apre lo stomaco per prendere le interiora della pecora, poi la lega a una x di legno e la scuoia. La testa viene fatta bollire dentro un calderone.

Due discepoli portano nel cerchio un uomo nudo , bendato, lo fanno sedere e iniziano a tagliare i suoi capelli, poi lo rasano completamente, e con il sangue disegnano dei simboli sul suo corpo. Io preparo una pozione con il sangue e delle erbe.

Gli tolgo la benda e gli dico : “Sei pronto a conoscere i misteri?”

Lui risponde “Si Maestro “.

“Sei pronto a obbedire senza fare domande?”

“Si Maestro “.

Gli porgo il calice, lui lo beve tutto di un fiato, sviene.

Domani si sveglierà da solo nel bosco, nudo, gli sembrerà di essere rinato in un mondo nuovo: questo è il primo passo del discepolo.

Un teschio di pecora, una tunica nera, della carne cotta alla brace.

E un biglietto con scritto “devi pulire tutto “.

Ricorda:

Fedeltà;

Sottomissione;

Nessuna domanda.

I tuoi nuovi vestiti: una felpa con cappuccio nero, una t-shirt nera, un paio di jeans neri, un paio di anfibi.

“Un passo alla volta, inizia il cammino verso la luce”.

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