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Green Day Milano Novembre 2009

Green Day Milano Novembre 2009: ASSAGO, 10 Novembre - In quelle giornate di Novembre, quando il vento gelido ti prende all'improvviso mentre provi ancor...

Green Day Milano Novembre 2009

ASSAGO, 10 Novembre – In quelle giornate di Novembre, quando il vento gelido ti prende all’improvviso mentre provi ancora a fare il figo in giro in felpa (ma la mamma te l’aveva detto di coprirti), c’è qualcosa che ti riscalda da dentro, che forse la mamma non può capire, e se quel qualcosa è quel gruppo punk, che dopo 5 infiniti anni, ha sfornato un album capace di stupire il mondo per la sua sonorità e la sua potenza, 21st Century Breakdown, allora la felpa diventa d’obbligo. Solo se marcata Green Day.

l Forum di Assago che diventa per una notte luogo di pellegrinaggio per tutti quelli che hanno saputo attendere, e sull’orlo di una crisi di nervi, sono stati ripagati con un album sopra le aspettative e uno show che forse nessuno s’aspettava, qualcosa oltre la musica. Qualcosa che mescola la musica con l’arte, e diventa lo spettacolo dell’anno, la notte dei Green Day.

Alle 19.30 i Prima Donna, gruppo spalla nel tour europeo del trio Californiano, non hanno affatto deluso e hanno caricato i 12.000 presenti, che non attendevano altro che l’arrivo di Billie Joe Armstrong, Mike Dirnt e Trè Cool, presentando alcuni pezzi del loro discreto repertorio.
Sono le 20.47 quando sulle note di Rock N’ Roll Radio dei Ramones, sale sul palco il trio di Oakland per un concerto molto punk rock, senza nulla tralasciato al caso.
Chi si aspettava il 21st Century Breakdown Tour forse si è sbagliato, perchè il concerto è stato una sublime miscela di pezzi per gli “Old school fans” (così definiti da Billie Joe) come 2.000 Light Years Away, Brain Stew, Welcome To Paradise e tanta roba di American Idiot.
Solo pochi pezzi del nuovo album – riproposte infatti, le hits viste per ora su MTV (21st Century Breakdown, Know Your Enemy, Static Age, 21 Guns).
Meglio così, d’altronde i Green Day in Italia si vedono poco, e allora spazio ai pezzi che hanno fatto la storia.

Momenti di vero punk con Hitchin’ A Ride, Basket Case, St. Jimmy, American Idiot, 2.000 Light Years Away a momenti di puro intrattenimento del pubblico, con sparamagliette, pistole ad acqua e più fans invitati sul palco a cantare Longview, tutto abbellito da fuochi d’artificio e fiamme, per una scenografia di grand’effetto.
Non sono mancati i pezzi più emozionanti, come 21 Guns, Boulevard Of Broken Dreams (cantata dal pubblico), Give Me Novacaine e il medley finale acustico di BJA, con Wake Me Up When September Ends, Last Night On Earth e Time Of Your Life, per una scaletta assolutamente da brividi, con un unico neo, American Eulogy, che tutti si aspettavano ma non è arrivata. Dimenticanza? Perdonabile.

Sicuramente un grande show, condito da alcune cover leggendarie come Sweet Child O’ Mine, Sweet Home Alabama, Highway To Hell e un momento di puro “American Style” con le cover solo vocali di Shout, Stand By Me, Hey Jude e Satisfaction cantate da un Billie emozionato da tanto affetto, e in preda a un pubblico infiammato.
Chiusura con la solita Minority, infinitamente lunga, con spazio alle presentazioni, e il medley sopraccitato a luci spente, con una sola luce bianca a illuminare la chitarra di BJA, che lasciava il palco del Forum di Assago nel delirio puro del pubblico, che avrebbe sicuramente volentieri assistito a qualche altra ora di vera musica, quella che forse manca nel nuovo millennio, ma che i Green Day ogni tanto ci fanno riassaporare. E alla grande.

DI Lorenzo Bramati

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