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Recensione : Fräkmündt – Landlieder & Fromdländler

Un disco magnifico da parte di una band che assolve pienamente al proprio compito di preservare le tradizioni traghettandole ai giorni nostri senza, per questo, snaturarne la vera essenza.

Fräkmündt – Landlieder & Fromdländler

All’interno del genere folk ultimamente vengono accomunate realtà musicali di fatto piuttosto lontane tra loro, del resto la necessità di catalogare in qualche maniera la musica obbliga a far ciò in alternativa al dover coniare ogni giorno un nuovo genere o sottogenere, rischiando però di ingenerare solo ulteriore confusione.

Quindi, sotto la voce folk, si possono trovare sia la poesia bucolica di Vàli, sia l’apocalittico intellettualismo alla Sol Invictus, sia la variante metal caciarona alla Korpiklaani o più epica alla Turisas, o ancora la contaminazione con il black che vede all’opera maestri quali Moonsorrow e Falkenbach.
I Fräkmündt, invece, suonano semplicemente folk, di quello che mantiene in toto le sue connotazioni di musica del popolo, come la sua stessa etimologia impone: infatti, questo ensemble elvetico si rivela filologicamente ineccepibile in tal senso, andando anche a rielaborare canzoni tradizionali alternate a composizioni originali.
Il suono della band di Lucerna ci riporta, così, piacevolmente indietro nel tempo, e chiudendo gli occhi ci si può immaginare al riparo dal gelo invernale all’interno di una taverna, riscaldati, oltre che da qualche pinta di birra, da suoni capaci di far ballare ma anche di indurre alla commozione.
Nati nel 2010, i Fräkmündt sono al loro terzo album ed è fuor di dubbio che, rispetto agli esordi, abbiano tratto un certo beneficio dall’ingresso in formazione di Anneli, al secolo Anna Murphy (Eluveitie e Nucleus Torn), in possesso della voce ideale per controbilanciare il virile timbro del leader Res.
I cinquanta minuti di Landlieder & Fromdländler o si rivelano un viaggio affascinante all’interno del folklore di una nazione piuttosto vicina, almeno rispetto alle nostre regioni del nord, e ciò in qualche modo rende più familiari certe sonorità; ciò che caratterizza in maniera decisiva questo disco però è la sua varietà, quella che consente di ascoltare tracce sia dall’elevato tasso alcoolico (Zoge am Boge, Wieso semmer eso?), sia dalle atmosfere più riflessive ed intrise degli umori della tradizione locale (Luegid vo Bärg ond Tal , Gämsjäger, Fontannegsecht), sia ancora dai tratti più moderni, dove la musica si trasforma in un ideale crocevia tra passato e presente (D’Wandeler Prophezeyig, Simelibärg, D’Züüsler).
Confesso d’aver iniziato l’ascolto di questo lavoro con una certa ritrosia, trasformatasi prima in ammirazione e poi in assoluta approvazione con il ripetersi degli ascolti, avvinto dalla bravura di questo combo nel quale spicca la prestazione di una musicista eccezionale come Käthi, capace di estrarre melodie senza tempo dagli strumenti tradizionali a lei affidati.
Un disco magnifico da parte di una band che assolve pienamente al proprio compito di preservare le tradizioni traghettandole ai giorni nostri senza, per questo, snaturarne la vera essenza.

Tracklist:
01. Ofem Hoger on em See
02. Klarydä
03. PfaffechäIleri
04. Draachestei
05. Gämsjäger
06. D’Wandeler Prophezeyig
07. Fontannegsecht
08. Zoge am Boge
09. Luegid vo Bärg ond Tal
10. D’Züüsler
11. S’Totescheff am Börgestock
12. Simelibärg
13. Wieso semmer eso?

Line-up:
Res – Gesang, Maultrommel
Anneli – Drehleier, Flöte, Bass, Gesang
Käthi – Akkordeon, Balalaika, Ukulele, Mundharmonika
Guschti – Gitarre, Banjo, Flöte
Hagu Hans – Schlagzeug
Ursula – Kuhglocke

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