dal 1999

Recensione : Elli De Mon – Songs Of Mercy And Desire

Più fa album più è cresce la sua proposta, non ascoltare Elli De Mon è delittuoso!

Elli De Mon – Songs Of Mercy And Desire

Elli De Mon - Songs Of Mercy And Desire - In Your Eyes EzineIl mio primo “approccio” con Elli De Mon è avvenuto al festival beat del 2016. Vederla sul palco sola e bellissima (sì perché è davvero bellissima quanto rock’n’roll) suonare ispiratissima le sue canzoni mi ha dapprima estasiato e poi guidato, conseguenzialmente, al banchetto per acquistare il suo disco intitolato II.

E’ quindi con smisurato piacere – e con altrettanto inspiegabile quanto ingiustificato ritardo – che vado a parlarvi del suo ultimo riuscitissimo album. Perché comunque, prima di passare alla sua descrizione, è doveroso puntualizzare come la nostra one woman band sia in costante crescita di ispirazione e ciò l’abbia portata a realizzare il suo disco più bello e riuscito.

Il compito di aprire le danze è affidato a Louise che è rurale quanto punk (solo ascoltandola ve ne farete un’idea), seguono nell’ordine Let Them Out che ha la drammaticità della PJ Harvey più ispirata, Riverside e Granpa due pezzi che cullano con la loro dolcezza mai stucchevole (nella prima le dita che scorrono sugli accordi creano un pathos che è difficilmente spiegabile), Chambal River con il suo crescendo travolgente, Grinnin’in Your Faceche che mi ha ricordato le cose migliori di Michelle Shocked, Flow la cui malinconia avvolgente non deprime ma tende a confortare per chiudere con il finale maestoso di Tony nella quale il sassofono esplode nervoso.

Sia detto senza tema di smentita, album intensi come Songs of Mercy and Desire ne escono davvero pochi mancare l’appuntamento per farci (farvi) ammaliare dai suoi pezzi sarebbe davvero imperdonabile.

P.S.: Elli De Mon ha suonato questo sabato al Raindogs di Savona, per motivi che non vi sto a spiegare (per non ammorbarvi), non ho potuto vederla ma sono certo che avrà dato spettacolo, chi c’era non potrà che confermarvelo.

 

Track List
1) Louise,
2) Let Them Out,
3) Riverside,
4) Elegy,
5) Chambal River,
6) Wade the Water,
7) Grinnin’in your Face,
8) Storm,
9) Granpa,
10) Flow,
11) Tony

Share:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn
Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

THE HIP PRIESTS – RODEN HOUSE BLUES

Non sbagliano un colpo gli inglesi Hip Priests, quintetto attivo dal 2006 e quest’anno giunto a pubblicare il suo quinto studio album, scritto durante il periodo pandemico, “Roden House Blues” (titolo che prende il nome dal luogo in cui la band prova) uscito a inizio

“La scimmia sulla schiena” di William Burroughs, edito da Rizzoli

La scimmia sulla schiena di William Burroughs

Uscito in America nel 1953, Burroughs iniziò a scrivere “La scimmia sulla schiena” a Città del Messico, dove rimase dal ’48 al ’50 frequentando l’Università del Messico per studiare la storia azteca, la lingua e l’archeologia maya.

Corey Taylor – CMF2

Corey Taylor: Una carriera solista che sta assumendo sempre più importanza e spessore musicale.

Scientists, due date in Italia

Le leggende garage/blues/punk/swamp-rock australiane Scientists saranno prossimamente in Europa per una tournée a supporto del loro ultimo studio album, “Negativity“, uscito nel 2021 e registrato dalla line up del periodo 1981-1985, composta dal frontman cantante/chitarrista Kim Salmon, il chitarrista Tony Thewlis, il bassista Boris Sujdovic