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Cruentus

Cruentus: Intervista di Mirella Catena <a href="https://iyezine.s3.eu-central-1.amazonaws.com/wp-content/uploads/2019/12/72278200_2634802116586491_23...

Cruentus

Intervista di Mirella Catena

Ci parli degli inizi dei Cruentus?

I Cruentus nascono da un’idea e dalla volontà di Antonello, che 30 anni fa mosso dalla passione per il metal, cerca e trova dei compagni di avventura. Io arrivo nel
1992. Una sera qualsiasi in un pub (uno dei due esistenti nella Bari degli anni 90) mi si avvicinarono Antonello e l’allora altro chitarrista Sergio chiedendomi se
volessi provare con loro. Io venivo da una band HC/Punk con cantanto in italiano ma ascoltavo metal principalmente. Il giorno dopo ero seduto sul sediolino posteriore
del motorino di Sergio mentre Antonello e il batterista ci precedevano con l’autobus. Scarsità di mezzi ma grandissima voglia ! Degli amplificatori che utilizzavamo
preferisco non parlare 🙂
Prima prova e un brano completato (Moshin’ Heads che apre il nostro primo Demo “Seeking the Truth”). Di li sono diventato parte integrante oltre a stringere amicizie
che ancora oggi durano con tutti i componenti di allora. Di li a poco sarebbe arrivato Nicola creando l’ amalgama che dura ancora oggi.

Nonostante la vostra fatica risalga al 1996, la band non si è mai fermata sia in studio che dal vivo. come mai allora ci sono voluti 23 anni per vedere un nuovo
disco targato Cruentus ?

23 anno sono tanti…tantissimi per certi versi ma tantissime sono anche le persone, le sperimentazioni, le idee che abbiamo vissuto in questo periodo. Io e Antonello siamo
siamo stati sempre alla ricerca di suoni, idee e persone che ci stimolassero. Ogni volta che qualcosa ci piaceva lo registravamo, anche se solo in modo più casalingo,
ma c’era sempre qualcosa che non ci convinceva del tutto.
Per quanto riguarda l’attività live è sempre stata e sempre sarà irrinunciabile per noi. E’ la nostra dimensione ideale, è lo scopo primario del suonare per come
lo intendiamo noi. Per me, personalmente, suonare dal vivo è un’esperienza al limite del mistico nel senso dell’entrare in una dimensione diversa uan volta sul palco.
Se poi hai delle canzoni che ti piacciono e suoni con belle persone….raggiungi la felicità. Sei nel posto giusto a fare la cosa giusta !
Quindi, abbiamo semplicemente atteso che tutto si incastrasse al meglio.

Quanto è cambiato il mondo della musica in questo lasso di tempo ?

E’ cambiato tutto….e…non è cambiato nulla (è un FAKE anche questo !!!!) E’ cambiato completamente il modo di fruire della musica e su questo non si discute.
Nelle nuove generazioni è cambiata l’attitudine al conoscere e si vive di Like ed immagini, instagram stories, microvideo di pochi secondi. Noi ascoltavamo un disco
per intero se la band ci piaceva, ci alzavamo dal divano, giravamo il lato del vinile e poi ancora per riascoltarlo 2-3 volte di seguito. Andavamo ai concerti facendo,
almeno noi del sud, migliaia di chilometri per vedere le nostre band preferite. Supportavamo la scena locale e underground con la partecipazione fisica. Noi Cruentus, negli anni ’90
ci siamo trovati a suonare davanti a 800 persone nella nostra città….numeri impensabili per band del sottosuolo al giorno d’oggi.
Credo, però che i musicisti non siano cambiati soprattutto nello spirito. Chi fa la musica vive delle stesse sensazioni di sempre. Per creare devi sentire ed emozionarti,
parlare a te stesso e rendere questo interessante per chi ti ascolta. Penso che questo non cambierà mai e solo chi riesce a creare questa alchimia resta
artisticamente vivo negli anni.

Quello che è cambiato poco è la vostra line up, troviamo sull’album ben 3 musicisti che hanno partecipato alle registrazioni di In Myself: cosa ha reso così duraturo il
vostro rapporto professionale e di amicizia ?

Innanzitutto la pazienza mia e di Antonello nei confronti di Nicola …..hahhahahhaha….. Scherzo ovviamente. Noi 3 ci siamo conosciuti in un momento della vita (intorno ai 20
anni io e Nicola che differiamo di pochi giorni e 17 anni Antonello) in cui sei in un’importantissima fase di crescita e formazione. Ci siamo formati insieme tra ascolti,
suonate, serate in sala prove infinite, birre e divertimenti comprendendo l’uno dell’altro i difetti e i pregi e rispettandoci a vicenda nelle nostre differenze che non
sono per nulla trascurabili. Artisticamente ci piaciamo molto nel senso che abbiamo un orecchio che sente le stesse cose ma, soprattutto, gli incastri dei nostri 3
strumenti sono sempre venuti da se senza forzature. Credo che questa si chiami attitudine ! E, riallacciandomi ad una delle domande precedenti, è solo quando abbiamo
trovato altre 2 persone con uguale attitudine ci siamo sentiti pronti a registrare. Domenico e Valerio (ormai con noi da oltre 6 anni) sono le persone che servivano a
completare i Cruentus come noi li desideravamo. I brani del disco sono stati arrangiati con loro ed ognuno ci ha messo il suo. L’attitudine di cui ti parlavo si sente
dal vivo (siete tutti invitati alle nostre prossime prove live !!!!) e si è sentita almeno per noi ( ma credo anche per chi ascolta) nel registrare questo disco. Anche il
fonico Massimo, abituato a lavorare con altri generi musicali lontanissimi dal thrash metal è entrato in sintonia con noi per la serenità e semplicità nell’approccio
allo studio e alla musica.

Le canzoni sono nate a ridosso delle registrazioni o sono state scritte in questi 23 anni ?

In molti di questi brani ci sono degli embrioni di tanti anni fa, forse non 23 ma 10-15 anni si, che sono stati utilizzati per costruirci i brani che potete ascoltare
oggi, ma sono brani che hanno tra i 5 e i 7 anni. Per i testi il discorso è un po’ diverso perchè alcuni hanno 20 anni, anni altri nascono sui brani stessi e quindi sono
più giovani.

Il termine FAKE oggi giorno è diventato di uso comune nella nostra lingua, ed ha un’accezione fortemente negativa: come mai avete deciso di chiamare cosi il disco ?

Lo abbiamo scelto, o meglio Antonello lo ha proposto, proprio perchè di grande attualità. C’è chi ha creato consensi di vario genere attraverso le fake news, ma il nostro
utilizzo ha un significato più ampio e si sposa bene con il concept del disco. Non si tratta di un concept nel senso tradizionale del termine, ovvero una storia raccontata,
bensì di un Concetto spiegato attraverso metafore, simboli e contrapposizioni. Il concetto di fondo è: quello che appare non è sempre vero. Anzi, aggiungo e rafforzo io:
non lo è mai. I testi che ho scritto raccontano della corrispondenza degli opposti esemplificata nella contrapposizione tra bene e male ma non si parla di bene e male in
senso stretto. Luce e ombra, vuoto e pieno, amore e odio, forma e sostanza, vedere ed essere ciechi (Blindness Means Watching) sono gli opposti che ci illudiamo di vedere.
Viviamo, e non da ora, in un mondo che racconta bugie per ottenere potere e controllare le menti. Questo è il FAKE che viviamo tutti indistintamente.

La copertina, immagino, ha un forte valore simbolico, ti andrebbe di spiegarne il significato?

Certamente. Faccio io una domanda, ovviamente retorica, a te. Chi è il cattivo e chi il buono tra una pecora nera e un lupo ? Al di la delle preferenze personali, nessuno
potrebbe rispondere in modo assoluto. Una pecora è una pecora ed è buona per definizione ma si viene anche tacciati di essere la pecora nera di un gruppo quando non ti
conformi alle regole di quel gruppo cosi vale per il lupo che da quando si è piccoli incarna il male ma che in realtà è un animale con una organizzazione sociale e uno
spiccato senso di comunità. Un animale che vive in gruppo con semplici regole nel rispetto della comunità proteggendo i più deboli e prendendosi cura dei piccoli.
Ripeto: quello che appare non è ! Potrebbero essere entrambi buoni o entrambi cattivi….questo è il FAKE !
C’è anche nella copertina cosi come in tutto l’artwork una simbologia di tipo geometrico che si affianca e incornicia il titolo e i testi. La simmetria del cerchio che
racchiude l’immagine di copertina, i due triangoli equilateri intrecciati sul retro, il background dei testi che raffigura la simbiosi tra elementi acqua, terra e aria, sono scelte
che stanno ad indicare una ricerca di equilibrio tra gli opposti di cui ho detto prima.

EVERSPACE è il singolo estratto da Fake e in questi giorni avete pubblicato il video. Perchè avete scelto proprio questo brano ?

Abbiamo scelto questo brano per vari motivi. Prima di tutto perchè rappresenta bene il contenuto musicale del disco tutto con parti veloci e lente. Poi la durata: in questo epoca
fatta di velocità e consumo rapido della musica e di tutto, 2.50 minuti credo siano il limite che ti consente che il tuo video sia guardato per intero. La modalità del video è
quella live nella sala prove che è il luogo dove Cruentus sono nati, hanno suonato per trent’anni e continueranno a suonare….diciamo un tributo alla nostra attitudine live e al
luogo che ci ha accolto e visti crescere artisticamente e come uomini. Infine, anche il testo contrappone, già nel titolo, due concetti (spazio e tempo) esemplificativi dei contenuti
delle liriche.
Siamo già pensando a realizzare un altro video nei prossimi mesi e abbiamo già individuto il brano che non vi svelerò ora.

Dove i nostri ascoltatori/lettori possono seguirvi?

Su Facebook: https://www.facebook.com/Cruentus.1989/
Su Instagram: cruentus_1989
Su Youtube: cruentus 1989

I nostri dischi ufficiali “In Myself” e il nuovo “Fake” sono ascoltabili e scaricabili su Spotify e sulle principali piattaforme digitali. Su queste piattaforme
sono disponibili anche anche 2 promo del 1999 e 2007 che fotografano bene quei momenti di ricerca di cui abbiamo parlato in una delle prime risposte.
Ma noi, che siamo e resteremo Old School, vi aspettiamo ai nostri concerti per promuovere il disco dove saremo felici di conoscervi, rispondere alle vostre curiosità…
e, se vorrete, vendervi il nostro Fake… per davvero.

Grazie di essere stato qui con noi

Grazie a voi per lo spazio che ci avete dato e lunga vita alle zine e a chi come voi da voce alle realtà underground. SEE U ON STAGE

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