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Recensione : Black Bear – Rock From The Woods

Milano non e' l'America? Per i Black Bear sì ….

Black Bear – Rock From The Woods

Cantavano tanti anni fa i Timoria: “Milano non e’ l’America” … beh per i Black Bear lo è, eccome, forti di un disco d’esordio che trasuda hard rock a stelle e strisce da tutti i pori, infarcito di melodie southern e ritmiche blues da far impallidire gli abitanti del delta del Mississippi.

Il loro hard rock dall’impronta settantiana, violentato da scariche elettriche di chitarre ipersature è vera goduria, puro divertimento rock’n’roll con in mano una bottiglia di Jack e nell’altra la bandiera confederata.
Tra Grand Funk Railroad, Lynyrd Skynyrd, ZZ Top ma anche qualche accenno alle nuove leve come Black Stone Cherry, senza dimenticare le band di mamma Capricorn, etichetta per antonomasia del southern americano.
Si parte subito alla grande con We Are Black Bear, i Grand Funk Railroad di “We Are An American Band” portati nel nuovo millennio, per bissare con Balls Out (Down), altro rock’n’roll che esploderà dalle casse del vostro stereo, nitroglicerina dall’impatto devastante.
La title-track è puro spettacolo southern con la chitarra a ricamare riff direttamente dalla Route 66, dove lo stereo posizionato sulla vostra Harley pompa hard rock come il carburatore benzina quando sarete a pieni giri.
I primi quattro pezzi non danno un attimo di tregua e Dancefloor On Fire ci dà il colpo di grazia con un piccolo sconfinamento nello street, prima che finalmente ci si possa rilassare con la semiballad Never Easy.
I brani scivolano via che è un piacere, l’hard rock settantiano dei nostri, pur essendo di chiara definizione, non risulta per niente datato; la produzione, ottima, porta il disco a spaccare che è un piacere, chitarre, voce e ritmica sono bilanciati come si conviene e a volume alto troverete il tutto esaltante.
Dopo Uncle Vic, altra song spettacolare, sleazy, bluesy sporco da cantare a squarciagola finchè tra sigarette e whiskey le vostre corde vocali non andranno in tilt, c’è ancora tempo per la più moderna Time e per le bellissime She Asked Me Out e Red Moon Rising, nelle quali la band torna a rockare a cavallo tra i settanta e gli ottanta per una canzone che definire trascinante è un eufemismo, collocabile tra Lynard Skynyrd, 38 Specials e i Cinderella di quel capolavoro che fu “Long Cold Winter”.
Ottimo esordio dunque per la band milanese, che sa come far divertire chi l’ascolta e, se tanto mi da tanto, deve essere una bomba in sede live: disco da sentire e risentire senza se e senza ma, consigliatissimo!

Tracklist:
1.We are black bear
2.Balls out (down)
3.Rock from the woods
4.Dancefloor on fire
5.Never easy
6.Don’t need you
7.Ghost of you
8.Uncle vic
9.Time
10.She asked me out
11.Dead moon rising

Line-up:
Neil – vocals
Bleisa – Guitars
Ludo – Guitars
Ste – Bass
Andre – Drums

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