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Al Di LÀ Dello Zenith Di Stefano Saccinto

Sico non si è mai sentito così vivo come la notte in cui è morto.

Sico non si è mai sentito così vivo come la notte in cui è morto.

È successo in condizioni particolari, in una notte magica e dopo aver presentito la morte arrivare. In un certo modo Sico è riuscito a ingannarla, passando dall’altra parte del buio senza chiudere la porta tra le due dimensioni, tra la realtà e l’oscurità. Sono due ragazze a spiegarglielo.

Ragazze che diventano donne e poi anziane e poi tornano adolescenti. Due ragazze piuttosto strane che Sico ha incontrato dopo essere morto, aver attraversato il buio e gli scenari deliranti del suo inconscio. Le ragazze sono venute fuori da due pugni di rampicanti risaliti dal terreno di una valle buia e desolata sotto una collina spettrale. Una ha la pelle bianca come il latte, l’altra nera come inchiostro. E sono nude, quasi completamente. Hanno solo una veste di filamenti che non le copre granché. Bianca, la ragazza dalla pelle nera e nera l’altra. Sono due opposti esatti e il motivo è abbastanza ovvio: una è la Dolce Illusione, l’altra la Pura Verità.

Sono spiriti della morte, guide al di là della vita che accolgono Sico e gli spiegano quello che è successo. La porta va richiusa, ma non subito. Va fatto l’indomani mattina, alla fine esatta delle nove ore della notte. Nel frattempo, per ognuna delle nove ore, arriverà un’anima, morta quella notte stessa. Sico dovrà tornare ai minuti finali della vita di quell’anima e tentare di salvarla.

Dovrà salvarne più di quante possa perderne perché il loro è un destino comune. E dovrà farlo nel tempo stabilito perché rischia di non chiudere in tempo la porta dopo l’ultima anima e quindi di restare morto. Stavolta per sempre. Sico ha solo sedici anni e da un po’ di tempo non ha più tanta voglia di vivere. Ha perso quello che ha avuto di più bello.

Per questo non ha nessuna intenzione di scegliere tra pure verità e dolci illusioni, tra vita e morte e tra bene e male. Ma poco per volta comincia a esserne costretto. A scegliere, a lottare, a tornare alla vita e a morire ancora e a spingere lo sguardo fin dove nessun vivente ha mai pensato che si potesse spingere: al di là dello zenith.

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