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Recensione : Karne Murta – Swingin’ Taboo

Un qualcosa di variegato, interessante e ben concepito.

Karne Murta – Swingin’ Taboo

I Karne Murta, dopo “Oilà Masnada” del 2009 e “Dirty Swing” del 2012, ritornano per Masnada Records con i sedici brani di Swingin’ Taboo. Il disco, ancor più incentrato sulla componente swing (venata di punk e rock’n’roll), si rifà a band quali Mano Negra e Gogol Bordello, coinvolgendo con il suo vivace scorrere.

La breve A.C.S., tra presentazioni e leggere ritmiche in levare (alle spalle), introduce la frizzante allegria esplosiva di Clown Town, il sound estremamente orecchiabile (impossibile resistere ai ritornelli) di Swingin’ Taboo e le chitarre elettriche (a sorpresa) di J’Entend Un Bruit (cantata in francese). Da’Ia, si tuffa nel caldo del deserto arabico per poi trasportarci in America con il rock’n’roll deciso e ballerino di Three Times, mentre il teso e incalzante sfrecciare della strumentale Cantina Band (in primo piano ci sono strumenti a fiato e basso), lascia spazio al leggero scivolare dell’accattivante Spy Be Bop e al più isterico e caotico schiaffeggiare di Stoggey Cat. Il fresco muoversi di Dirty Swing, invece, apre al punk tirato e folle di Pinocchio Vieni (deviato su sonorità latin nel finale), allo stanco zampettare (in accelerazione) di Bilhorod Suit e all’incontenibile tracotanza di Budmo (ritmi veloci, cori da opera lirica, trombe e un gran baccano balcanico). Carta Boca, infine, sprofondando nei mille colori del Sud America, mette in piedi un vero e proprio carnevale, prima che arrivino a chiudere il più defilato muoversi di Buco Nero e la reinterpretazione di Tutti Quanti (avete presente gli Aristogatti?).

I Karne Murta, con questo nuovo album, danno vita a un qualcosa di variegato, interessante e ben concepito. I sedici brani proposti, infatti, pur inserendosi nel filone swing/punk/rock’n’roll (in cui possiamo ritrovare anche Mano Negra e Gogol Bordello), riescono comunque a forgiare un proprio marchio di fabbrica: ritmi incalzanti, sezione di fiati sempre in primo piano, chitarre elettriche travolgenti, testi conditi con un pizzico di follia, molto swing e allegria.

Tracklist:
01. A.C.S.
02. Clown Town
03. Swingin’ Taboo
04. J’Entend Un Bruit
05. Da’Ia
06. Three Times
07. Cantina Band
08. Spy Be Bop
09. Stoggey Cat
10. Dirty Swing
11. Pinocchio Vieni
12. Bilhorod Suit
13. Budmo
14. Carta Boca
15. Buco Nero
16. Tutti Quanti

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