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Burn The Ocean – Intervista

I Burn The Ocean nascono dall’idea di fondere due distinte identità musicali contrapposte in un’unica creatura pulsante.

Burn The Ocean – Intervista

I Burn The Ocean nascono dall’idea di fondere due distinte identità musicali contrapposte in un’unica creatura pulsante. L’energia e l’emozionalità del power rock trio 2Novembre incontra l’attitudine metal senza compromessi del frontman dei Nerve e Ritual Of Rebirth, Fabio Palombi. Entrambe le band hanno speso più di 14 anni a calcare palchi nazionali e internazionali, creando musica, registrando e pubblicando diversi dischi. Queste esperienze di vita ora si sono fuse in una unica solida realtà.

Come Clean è il nome del disco di debutto, registrato e prodotto da Fabio Palombi nei suoi Blackwave Studios durante il corso del 2014. La band sta ora definendo rapporti con alcune importanti realtà del panorama nazionale e non per intraprendere il percorso di pubblicazione e promozione del disco.

Line-up:
Fabio Palombi – Voce, Chitarra
Emanuele “Shuster” Pecollo – Voce, Chitarra
Valentina Di Maggio – Basso
Davide Di Maggio – Batteria

Discografia:

FABIO PALOMBI :
Ritual Of Rebirth (Voce Chitarra) :

Ethical Disillusion (2008)
Of Tides And Desert (2011)

Nerve (Voce) :

Getting Nervous (2007)
Hate Parade (2010)
Fracture (2013)

Libria – Immortal Daughter of Aesthetics (2012)

2NOVEMBRE :
Alternative Stoner Rock band attiva dal 2000 al 2011 nella scena underground italiana.
Il 2Novembre 2008 esce nei negozi “Bellorio” (Elevator records / Jestrai distribuzione), primo full lenght.
Il 16 Luglio 2011 esce l’EP “La Tana Del Sogno Lucido” (Taxi Driver Records), presentato in occasione della 7a edizione del Santo Rock Festival, serata in cui la band sale sul palco per l’ultima volta.

iye Ci puoi raccontare la nascita del gruppo ?

La band nasce letteralmente dalle ceneri dei 2Novembre, un power trio rock che ho sempre seguito e stimato moltissimo. Il mio vecchio studio si trovava qualche porta più indietro della loro sala prove, e non so contare le serate in cui, a fine lavoro mi infiltravo per poter vedere le prove. Ho vissuto il loro ultimo periodo di attività e mi ha colpito molto la motivazione che li ha spinti a sciogliersi, non potevo accettarlo e non riuscivo a condividerlo. Così a suon di insistere sono riuscito a convincerli a rimettersi in gioco e loro hanno ricambiato il mio entusiasmo chiedendomi di entrare a far parte del progetto. Dopo circa un anno passato a sperimentare e a fondere le nostre influenze reciproche sono nati i Burn The Ocean, una band dalle forti tinte rock che non ha paura a varcare la linea di confine tra sonorità più estreme e quelle più “morbide” e easy listening.

iye Quali sono i vostri piani ?

Al momento stiamo cercando di pubblicare il nostro disco di debutto che si chiamerà Come Clean e di rimetterci in strada per qualche live. Dobbiamo toglierci qualche ragnatela dalle spalle e rispolverare la nostra attitudine live. Sono passati 4 anni dall’ultimo live dei 2Novembre. Io e Shuster ci siamo tenuti in allenamento con i rispettivi progetti Nerve e VolumiCriminali, ma sono sicuro che tornare su un palco con una chitarra in mano e non solo un microfono sarà una bella emozione per tutti e due.. Cercheremo di portare la nostra musica in giro per l’Italia, ma stiamo prevedendo anche di varcarne i confini, forti di un cantato in lingua inglese, che potrà aprire qualche porta rimasta chiusa in passato.

iye Non avete paura di essere catalogati rock dai metallari e troppo metal da chi ascolta rock ?

Forse si, ma non penso che sia per forza negativo. Spero anzi che venga visto come un invito o se vuoi una provocazione, a lasciare i propri confini musicali per assorbire qualcosa di nuovo. Forzare la propria proposta musicale per conformarsi a scelte di genere è una roba che non ci riguarda. Noi stiamo nel mezzo e ci stiamo molto bene. Personalmente trovo che essere mentalmente chiusi nel 2015 sia estremamente controproducente e faccia parte di un modo di vedere la musica assolutamente superato. In un certo senso, voglio crederlo e sperarlo. Un musicista consolida la propria identità musicale facendo molte esperienze, sperimentando, facendo scoperte e confrontandosi cercando la propria via in un mondo, quello musicale, sempre più ripetitivo, affollato e autocitazionista. Spero che un giorno qualcuno ci verrà a dire grazie per aver vissuto un incontro ravvicinato col dio del metallo o che si sia perso nel calore e nell’emozionalità spontanea del rock pur non essendone mai stato attratto.

iye Ci puoi già dire quando uscirà il disco ?

Credo che il disco sarà disponibile a partire da Ottobre. Questo avverrà sempre se ciò che stiamo mettendo in moto in questi giorni andrà effettivamente in porto. Stiamo chiudendo un accordo con un’etichetta proprio in questi giorni, cosa che mi dà un certo margine di certezza per confermare le tempistiche che ti ho citato. Un grande pensatore italiano disse : “Non dire gatto, se non ce l’hai nel sacco”, frase che trovo molto appropriata in questo momento nel nostro caso.

iye Sono molto interessanti le vostre varie influenze, ce ne puoi parlare ?

Io sono cresciuto con la psichedelia dei Pink Floyd, l’energia dei Led Zeppelin, la teatralità dei Queen e la potenza dei Pantera. Sono finito nel metal, ci ho navigato dentro per 15 anni come chitarrista e come cantante, ma l’unico movimento musicale che ho vissuto nella sua pienezza è il grunge. Questo è il punto di contatto con gli altri ragazzi della band, che sono cresciuti a pane e Soundgarden, siamo tutti fortemente legati sia emotivamente che concettualmente alla scena di Seattle e questo è stato il nostro punto di partenza per questa nostra nuova avventura comune. Con questo background, non sarà semplice trovare la quadra … Come Clean è un sincero tentativo di studiarci reciprocamente e di unire le forze per un intento comune. E’ il primo tassello di un percorso verso la nostra identità.

iye Che senso hanno gli steccati di genere nel metal ?

Per quanto mi riguarda, non hanno più alcun senso, sia nel metal che in altri generi. L’ho già detto e lo ribadisco con forza, siamo nel 2015, etichettare la musica per semplici motivi di catalogazione equivale a preservare l’omologazione dei generi. Un modo di pensare che spinge le nuove generazioni a porsi dei limiti di partenza, tagliandosi le gambe in un moto autolesionistico. La musica è scoperta, è condivisione e i campi di ricerca non devono essere costretti in binari preconfigurati. Diamo agli ascoltatori la possibilità di giudicare i contenuti per quello che sono senza dargli un nome e rendiamogli la vita un po’ più difficile forzandoli ad esplorare zone più ampie nel corso del loro percorso musicale.

iye Ci puoi parlare anche della tua attività di produttore ?

Non sono sicuro di potermi fregiare ancora di tale titolo, ma se per produttore intendi una persona che si mette in gioco a livello emotivo, si lascia coinvolgere e si consuma per tirare fuori il meglio dalle band con cui collabora allora sono fiero anche solo del fatto che tu lo abbia pensato. Il modo con cui mi approccio a questo mestiere riflette la mia attitudine e la mia voglia di fare musicale. Non riesco a stare seduto a guardare, è più forte di me e adoro diventare un membro aggiuntivo temporaneo delle band che registro. Ho iniziato circa 8 anni fa e mi ritengo molto fortunato, soprattutto con i tempi che corrono, di poter dire che sono ancora qui a fare quello che amo. Lavorare con i professionisti veri non è da tutti, è un bel sogno, che per quanto mi riguarda, ancora non si è realizzato. Ma adoro il lavoro sporco, partire dal basso, costruire, rinforzare e aiutare nella loro formazione le giovani band. In questo campo l’esperienza è tutto e fare da semplice spettatore quando si registra una band è controproducente per la crescita di entrambe le parti coinvolte nel processo perché io non potrei crescere come professionista e per alcune band potrebbero servire anni anche solo per sapere da che parte sono girate. Sono un musicista diventato fonico per passione e per esigenza e amo il mio lavoro.

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