Si dice che non si dovrebbe mai giudicare un libro dalla copertina, e lo stesso vale per un cd.
In questo caso, se lo avessimo fatto, avremmo centrato il bersaglio, dato che i colori tendenti al marrone, i denti del lupo che digrigna, la sensazione di fango e di sporco, rappresentano molto bene quello che si andrà ad ascoltare.
Metto l’album nello stereo e faccio partire le 7 tracce: al primo ascolto faccio un tuffo nella fine degli anni 90, quando ascoltavo “Occupational Hazard” degli Unsane, “Born Annoying” degli Helmet e “The Complicated Futility of Ignorance” dei Fudge Tunnel, riprovando le stesse sensazioni.
Bei tempi quando si pensava di poter spaccare tutto.
Wild è la seconda prova sulla lunga distanza dei francesi Pord, e un solo ascolto non è sufficiente per apprezzarne le qualità. Sono necessari diversi passaggi perché il disco è ruvido come la carta vetro, le strutture sono cervellotiche e molto articolate.
Il basso e la ritmica sono come su un livello separato al quale vanno sovrapponendosi in modo solo apparentemente caotico la voce filtrata e il resto degli strumenti.
Sembra un grosso groviglio incasinato, ma se lo si ascolta bene se ne capiscono la matrice e lo schema arrabbiato, graffiante e con punte noise.
Wild non è un disco semplice. Se non avete masticato roba pesante per molto tempo, avvicinatevi con cautela e assicuratevi che il mobile che alloggia il vostro impianto sia sufficientemente robusto.
Tracklist :
1. Staring Into Space
2. I’m Swimming Home
3. My Bloody Galantine
4. Laguiole Bull’s Balls
5. What Are Tuesdays For ?
6. Pools’n’Chicks
7. On The Couch
Line-up :
Séb – Voce, Batteria
Mike – Voce, Chitarra
Max – Basso