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Recensione : Norse – Pest

Un lavoro complesso ed irto di spine ma ugualmente ricco di una certa attrattiva.

Norse – Pest

Gli australiani Norse sono in circolazione da quasi un decennio nel corso del quale hanno dato alle stampe due full-length nel 2010 e nel 2012.

La band, che di fatto è sempre stata guidata dal drummer Forge, si cimenta in un black death che non lascia spazio alcuno ad ammiccamenti groove o melodici.
I Norse forse non spaventano ma sicuramente disturbano, con i loro brani all’insegna di una claustrofobica misantropia che si esplicita attraverso un sound capace di unire la vena più sperimentale del black con sfuriate talvolta al limite del grind, creando un impasto sonoro difficilmente digeribile ma ugualmente affascinante.
La repulsione iniziale dovuta all’insistenza di sonorità dissonanti lascia lentamente spazio, infatti, a un percezione che non può essere certamente definita empatia ma che è, quantomeno, una perniciosa attrazione verso questi suoni che Forge, coadiuvato dallo screaming di ADR, riversa senza misericordia alcuna sull’ascoltatore.
Solo la conclusiva Aimless concede spiragli di melodia nelle trame chitarristiche, quasi a voler ribadire che anche l’oscurità più assoluta conserva al suo interno infinitesimali barlumi di luce.
Il formato Ep di Pest, con la sua durata inferiore alla mezz’ora, favorisce indubbiamente l’assimilazione di questo lavoro complesso ed irto di spine ma ugualmente ricco di una certa attrattiva.

Tracklist:
1. Encoded Weakness
2. Disarmed. Toothless. Weak
3. Pest
4. Irradiator
5. True Insignifigance
6. Aimless

Line-up:
ADR – vocals, lyrics
Forge – All instruments

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