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Recensione : Dresda – Diluvio

Dresda - Diluvio: A quattro anni di distanza dal ben accolto album di debutto “Pequod” e a tre dall'ultimo ep (“Krolewsky Ep”), i genovesi...

Dresda – Diluvio

A quattro anni di distanza dal ben accolto album di debutto “Pequod” e a tre dall’ultimo ep (“Krolewsky Ep”), i genovesi Dresda (Ivan Teso, Marco D’Oro, Daniel Campagne, Marco Cavaleri, Antonio Rodo), ritornano con un nuovo disco lungo, “Diluvio”. L’album, affondando le proprie radici nel post rock di Mogwai, Godspeed You! Black Emperor ed Explosion In The Sky, si caratterizza per un sound costruito su lunghe cavalcate di chitarre, tempi estremamente dilatati e paesaggi sonori suggestivi quanto affascinanti.

Il compito di aprire è dato al delicato scorrere di “Piccoli Ricordi” (voci di bambini in lontananza, atmosfere sognanti e malinconiche) e agli ariosi movimenti di “Le Strade All’Alba”. Con “Che Tu Sia Per Me Il Coltello” ci si perde in morbide e rassicuranti atmosfere, prima di precipitare nell’intensità del finale e nella ferocia della successiva “Fili Spezzati” (ritmiche ribollenti, chitarre taglienti e rabbiose). “Diluvio”, infine, travolge con il suo sound riflessivo e introverso.

Il secondo capitolo dei Dresda è un lavoro decisamente ben curato e ben progettato: i cinque brani che lo compongono generano un’unica enorme sequenza sonora caratterizzata prevalentemente da atmosfere malinconiche e introverse, dove le melodie, sempre morbide e accattivanti tengono alta l’attenzione. Un disco decisamente evocativo e coinvolgente dentro la quale vale la pena perdersi infinite volte.

TRACKLIST:
01. Piccoli Ricordi
02. Le Strade All’Alba
03. Che Tu Sia Per Me Il Coltello
04. Fili Spezzati
05. Diluvio

Dresda-Diluvio

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