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Diysco – Intervista

Con la seguente intervista presentiamo Diysco, una delle più belle realtà italiane undeground degli ultimi tempi.

Diysco – Intervista

Con la seguente intervista presentiamo una delle più belle realtà italiane underground degli ultimi tempi.
In poche parole i gruppi musicali che lo vogliono possono crearsi attraverso Diysco il loro banchetto virtuale nella rete.
Diysco è questo ma anche oltre, è un collettore di passione per riuscire ad arrivare dove da soli non si può.
Tanti gruppi lo stanno scegliendo e fanno bene, perché i ragazzi di Diysco hanno competenza e passione, e stanno facendo crescere il tutto.
Abbiamo fatto due chiacchiere con Diego Aroldi, uno dei fondatori.
Come webzine speriamo di collaborare molto presto con loro.

iye Quando e con quali scopi nasce Diysco?

DIYSCO è online da settembre 2014, ma nasce ben prima. L’idea originaria risale all’estate del 2013; da quel momento abbiamo dato vita alla versione “beta” del sito, ossia quella che potete trovare ora online.
Gli scopi sono molteplici. A partire da quella che a nostro avviso è l’esigenza di creare una piattaforma nuova che potesse diventare una specie di aggregatore glocal per le band e gli artisti italiani che fanno parte di quell’underground nostrano che non sempre trova spazio e visibilità sui tradizionali social network worldwide.
In pratica possiamo riassumere il tutto con la volontà di connettere artisti, fans e operatori di settore italiani in un unico contenitore sociale.

iye Quali gruppi state seguendo?

Potrebbe suonare strano, ma stiamo seguendo tutti i gruppi che si sono registrati sulla piattaforma e non solo. Mettiamo in pratica, nei limiti delle nostre possibilità in termini di organico, un vero e proprio lavoro di scouting e di ascolto di tutte le band che passano per qualche motivo dal sito o dai live ai quali partecipiamo sia come spettatori che come media partner.
Ogni membro del team ha gusti personali e sfere di ascolto in ambiti diversi. Questo ci permette di parlare e di proporre contenuti abbastanza variegati relativi alle diverse scene musicali.
Inoltre, avendo tra gli obiettivi la produzione di band, da qualche mese abbiamo fatto il primo passo producendo il primo disco dei Barely Awake (http://barely-awake.diysco.com), una giovane e a nostro avviso talentuosissima band di Pesaro.

iye Pensi che nella realtà attuale debbano cambiare i modelli di fruizione musicale?

Credo che il cambiamento sia indipendente dalla nostra volontà. È già in atto da tempo ed è piuttosto marcato. A mio avviso l’importante è non voler far la fine dei dinosauri; dobbiamo raccogliere le sfide del progresso tecnologico, cogliendone i lati positivi per trasformarli in un vantaggio per la musica, senza ostinarsi a non accettarli per poi esserne inevitabilmente travolti.
Io credo che la musica sia un fenomeno che per sua natura è destinato a mutare nel tempo, sia dal punto di vista della sua forma espressiva, sia dal punto di vista dei supporti e delle piattaforme che la rendono disponibile. Dobbiamo essere entusiasti della natura dinamica della musica perché altrimenti non contribuiamo alla sua crescita, ma nel lungo periodo la condanniamo a diminuire la sua portata e il suo influsso sulle persone.
Possiamo preferirla su vinile, ma non possiamo non considerare il valore e le possibilità che le piattaforme di streaming offrono oggi all’ascoltatore.
Mi piace pensare positivo, ossia che ogni novità può essere un bene, nella misura in cui noi cerchiamo di sfruttarla a vantaggio della musica, specialmente di quella che riteniamo buona e della sua diffusione.

iye Come giudicheresti lo stato attuale della musica underground in Italia?

L’underground italiano è vivissimo. Produce tanta buona musica e c’è moltissima attitudine positiva tra la maggior parte delle band.
Rispetto ad alcune realtà straniere spesso pecchiamo di aspetti apparentemente più marginali, come ad esempio la capacità di proporci ad un pubblico che non sia quello più stretto, che già conosce il nostro modo di comunicare. Con questo voglio dire che sarebbe bellissimo se tante delle ottime band che trovo sul sito potessero arrivare a più persone, a più ragazzini e magari generare una maggiore cultura della buona musica. Questa in parte è una sfida anche di DIYSCO che cerca ogni giorno non solo di creare contenuti o di sviluppare un modello informatico, ma prima di tutto di ampliare il raggio di un certo tipo di messaggio.

iye Un bilancio fino ad ora dell’esperienza di Diysco?

Onestamente siamo molto soddisfatti dell’esperienza avuta fino a qui. La risposta delle band è stata incredibile. Ad oggi in soli sette mesi siamo quasi a 700 band/artisti registrati, abbiamo creato una community interessata e partecipe e un network reale fatto di persone che quotidianamente lavorano nel settore musicale. Questo alimenta ancor di più la nostra motivazione.

iye Progetti futuri?

Da più di due mesi stiamo lavorando alla nuova release del sito che speriamo possa essere online entro la fine del 2015. Il lavoro è imponente quindi dobbiamo essere cauti con le previsioni.
Quel che è certo è che stiamo cercando di fare qualcosa di bello e soprattutto utile per tutte le persone che amano e seguono la musica indipendente italiana.

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