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Recensione : Barús – Barús

Un sound costruito su di un alto tasso di groove dissonante e melodico, un vortice di suoni progressivi estremi che non mancano di stupire.

Barús – Barús

Debutto per i sorprendenti deathsters francesi Barús, con questo ep di quattro brani devastanti dal mood progressivo ed in linea con le produzioni targate Meshuggah.

Un sound costruito su un alto tasso di groove dissonante e melodico, un vortice di suoni progressivi estremi che non mancano di stupire.
Una piramide costruita su armonie mai banali e che alterna insane melodie a monolitiche parti estreme dove il death metal violenta con la sua forza distruttrice, un metal che si ispira al thrash moderno e dannatamente progressivo.
Cinque musicisti di cui si conoscono solo le iniziali, ma dalla tecnica e dal talento compositivo enorme al servizio di questa torre di musica estrema che si innalza verso il cielo.
Tarot, Disillusions, l’apocalittica Chalice e la sludge oriented Cherub compongono questa ventina di minuti abbondanti di metal fuori dagli schemi e sopra le righe.
Progressivo, debordante ed assolutamente imprevedibile nelle molte furiose accelerazioni, monolitico e disturbante, quando il sound frena e veniamo schiacciati sotto i piedi di un gigantesco moloch di pura elettricità.
Attiva dallo scorso anno e subito in pista con questo ep omonimo, la band di Grenoble alza la canna del suo bazooka e mira a distruggere il trono dei gruppi dediti al genere, il loro sound è una tempesta di suoni su cui un growl nervoso e personale sfoga tutta la sua rabbia nichilista.
Chitarre dai solos lancinanti, un mare di riff dissonanti e pesantissimi, ritmiche ingarbugliate ma perfettamente incastonate nel caos ragionato prodotto dal gruppo, fanno di Barús una chicca per gli amanti di Meshuggah e Mastodon.
Da non mancare l’appuntamento con la prova sulla lunga distanza

TRACKLIST
1. Tarot
2. Disillusions
3. Chalice
4. Cherub

LINE-UP
R – Bass
A – Drums
M – Guitars
J – Guitars
K – Vocals

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