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Barry Galvin

Mephisto Walz - In una delle varie chiacchierate a fuso orario molto sfasato che ho fatto con Barry Galvin dei Mephisto Walz sono emerse un paio di cose interessanti che val la pena riportare sulle pagine di IYE. Estrapolo a mo' di intervista il meglio di questa conversazione.

Barry Galvin

Barry Galvin

INTERVISTE EXPRESS
 
Conversazioni estemporanee tra musicisti.

In una delle varie chiacchierate a fuso orario molto sfasato che ho fatto con Barry Galvin dei Mephisto Walz sono emerse un paio di cose interessanti che val la pena riportare sulle pagine di IYE. Estrapolo a mo’ di intervista il meglio di questa conversazione.

Per chi non lo conoscesse, il chitarrista e songwriter Barry Galvin, contestualmente alla sua breve militanza nei Christian Death,  fondò a metà degli anni ’80 i Mephisto Walz. Band divenuta poi un nome di culto della scena gotica e tutt’oggi in attività con un folto seguito di fans.

Barry – che agli esordi si faceva chiamare Bari-Bari – si è sempre contraddistinto per uno stile molto personale che è rimasto il marchio di fabbrica delle sue produzioni; ed è stato anche pietra di paragone per i chitarristi di svariate dark bands.

Pur legato inevitabilmente alla storia dei Christian Death, è cosa nota che le distonie all’interno del gruppo, in quello specifico periodo, non sono mai state digerite. Barry ogni tanto torna a farmelo notare, anche in modo ironico.

Di fatto sono i Mephisto Walz la sua vera creatura e la dimensione artistica a lui più congeniale.

Deca – Barry… Stavo pensando una cosa. Facevo un attimo un passo indietro nel tempo. Anno 1986. Trentacinque anni fa, Atrocities de Christian Death e l’EP d’esordio dei Mephisto Walz furono pubblicati quasi contemporaneamente. La scena dark-goth era al suo apice. Band come le vostre erano davvero iconiche per il loro sound e per il loro look. Avevo già ascoltato e apprezzato le tue chitarre in The Wind Kissed Picture e penso che il tuo contributo alla musica dei Christian Death sia stato decisivo, in quel momento. Il divorzio da Rozz Williams aveva segnato un passaggio complicato. Penso che tu e Johann abbiate aiutato la band a rinnovare il proprio sound, colmando un vuoto di idee. La fase post-Rozz è stata subito sicuramente diversa sotto molti aspetti.

Barry – Guardando bene indietro nel tempo, non credo che i Christian Death avrebbero avuto nuove canzoni da pubblicare senza di noi. Cioè Johann (Schumann) ed io. Avevo scritto subito cinque o sei canzoni. Naturalmente sono state rubate o riprese molte volte. Comunque la cosa mi ha dato un buon inizio, un buon punto da cui partire. Tra l’altro non ci era stato detto perché Rozz non sarebbe più venuto con noi.

Deca – Noi fans conosciamo bene i motivi che hanno decretato la vostra uscita dai Christian Death. Non abbiamo bisogno di parlarne di nuovo. Molti fans peraltro pensano che loro non abbiano mai avuto una formazione così potente e performante dopo il 1986. Qualcuno ha detto che Valor non ti meritava, dopotutto! Ad ogni modo, Mephisto Walz è diventato il tuo progetto di successo e non hai mai perso la tua credibilità. Questo nonostante il viavai di musicisti della tua band, perché hai dato un’impronta ben consolidata a questo progetto. Non hai mai deluso le aspettative del tuo pubblico, mantenendo uno standard qualitativo elevato.

Barry – Grazie di quello che dici! Significa tanto per me.

Deca – Nelle tue primissime produzioni il cantante solista era una voce maschile. Ricordo quella figura incredibile… Jorg o Creature, come si faceva chiamare nei credits dell’EP di debutto. Lo adoravamo. Come hai deciso di ingaggiare poi una voce femminile, dopo quelle prime registrazioni? Christianna, poi Sara. Una voce solista è molto particolare e può cambiare completamente l’atmosfera di una canzone.

Barry – Beh, vedi… Non pensavo che avrei potuto far cantare a Jorg le canzoni più recenti che stavo scrivendo in quel momento, come Drowning Like The GardenTangia e molte altre. I vecchi brani esistevano già, erano già stati scritti a Londra nel 1986/87. Avevamo quindi provato un altro cantante, cioè un’altra voce maschile… Mondo… e aveva fatto un ottimo lavoro, ma era troppo simile a Rozz. Così optammo per il passaggio a Chris.

Deca – Essendo io un compositore e un produttore, sono costantemente interessato ai dettagli tecnici. Ti confermo che amo il suono della tua chitarra, il modo in cui usi gli effetti. Intendo in brani come Tales of innocenceTribal conflict o Fallen angel. Davvero sorprendente. Il tuo stile è molto personale e identificativo. Puoi dirmi qualcosa sulle tue scelte con gli strumenti? Quali sono i tuoi criteri di selezione per ottenere una specifica sonorità?

Barry – La mia Telecaster è parte fondamentale del mio sound. In più non uso corde super leggere (010-046) e le suono in modo duro, ma controllato. Può essere una questione di pick-style, ma non riesco a descriverlo facilmente. Ho molti vecchi pedali di effetti che uso ancora e anche alcuni nuovi.

Deca – Trovo la maggior parte dei tuoi testi molto interessanti e filosofici. Non è così scontato, anche se la scena dark è solitamente piena di bravi autori. Alcune delle cose che scrivi sono davvero impressionanti. Ho fatto mia una delle vostre strofe, perché è così incisiva e uso spesso citarla in certi contesti: fottuti uomini bianchi morti hanno colonizzato il mondo/per render certo il fatto di essere nati sia la vera morte. Queste parole suonano come scolpite nella pietra. Sei stato tu l’autore di questo “pensiero” per il testo di Tribal Conflict?

Barry – In verità questa strofa era di Jorg, scritta durante il primissimo periodo!

Deca – Voglio riferirti un aneddoto del mio passato. Due mesi fa ho intervistato Gitane DeMone e parlavamo della vostra esperienza discografica al Regson Studio di Milano. Avevate lavorato lì per produrre The Wind Kissed Picture… e proprio alla Regson, l’anno dopo, il mio LP d’esordio fu stampato e confezionato. Poi incontrai Kevin Ross (il vostro tecnico del suono), visitai lo studio e mi sentii così elettrizzato per questo. Voglio dire… lavorare nello stesso posto in cui avevate registrato voi! Gitane dice che le piace sempre l’Italia e ha bei ricordi della sua esperienza artistica qui. Anche tu? Cosa ricordi del nostro Paese? L’EP Mephist Walz è stato originariamente etichettato dall’italiana Supporti Fonografici, tra l’altro.

Barry – Posso dirti in sintesi che l’Italia è stata meravigliosa per me. Ho conosciuto molte persone simpatiche lì da voi.

Deca – Come gestisci la tua attività live in questo periodo? Quasi due anni di sofferenza per tutto il settore della musica e dello spettacolo. In molti Paesi suonare sui palchi, programmare concerti e tournée è ancora complicato.


Barry – Ti dico solo che se sono sopravvissuto facendo parte di una band assieme a Valor…

Deca – Mephisto Walz è una famosa composizione di Listz. Ma – onestamente – non ho mai sentito questo pezzo così diabolico e sinistro. Ad ogni modo, pensi che – in qualche modo – la musica classica abbia una qualche influenza su ciò che componi e suoni? La parola Walz nel nome della tua band sembra avere una relazione culturale con il passato, con qualche retaggio del passato.

Barry – Johann l’aveva suggerito e in seguito io ho studiato molto l’opera di Goethe, per cui l’immagine di Mefisto è diventata significativa. Ho utilizzato quei riferimenti poetici goethiani nel testo di Dear Familiar Phantoms.

Deca – Senti un’ultma cosa Barry. Te lo sarai sentito chiedere un milione di volte: perché ti facevi chiamare Bari-Bari?

Barry – Quando eravamo a Milano alcune ragazze quando mi parlavano ripetevano sempre cose del tipo: “Bary, Bary!!…”. Quindi alla fine lo adottai come pseudonimo!

 

Foto live di Katharina Schreiber

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