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Anno Mundi

Anno Mundi: Dopo aver recensito il loro disco, cogliamo al volo la possibilità di intervistare gli Anno Mundi, un band romana che co...

Anno Mundi

Dopo aver recensito il loro disco, cogliamo al volo la possibilità di intervistare gli Anno Mundi, un band romana che con il loro heavy rock passionale e genuino stà ricevendo numerosi consensi. Il disco è straconsigliato, ma lasciamo parlare i diretti interessati.

iyeCIAO RAGAZZI. PRESENTATEVI AI NOSTRI LETTORI

Alessio Secondini Morelli: gli ANNO MUNDI sono un duo costituito da Gianluca Livi (batteria) e Alessio Secondini Morelli (chitarre), che si fa coadiuvare da musicisti esterni sia per eseguire dal vivo la propria musica, sia per la realizzazione di progetti in studio.

iyeCOME MAI LA SCELTA DI UNA FORMAZIONE A DUE?

Gianluca Livi: In realtà non è affatto una scelta ma un’imposizione, una vera e propria necessità dettata da situazioni contingenti. Noi due siamo gli unici membri fissi di un gruppo che non è mai riuscito a trovare un bassista stabile. Ne abbiamo audizionati un’infinità, di cui soltanto tre sono entrati nella band in tempi diversi, tutti per periodi non superiori ai 4 mesi. Se navighi nella rete, troverai tracce del loro passaggio nel nostro gruppo: Stefano Denni, ex membro dei Virus, band Heavy Metal degli anni ’80; l’italo-tedesco Franz Eissenberger, già leader dei Morgana’s Kiss, gruppo Gothic con 13 anni di attività 2 album all’attivo; Fabio Breccia, infine, ex collaboratore di Remo Remoti e fondatore dei Following the Fool, altra band heayv della capitale. Tutti costoro, peraltro, hanno abbandonato la band in momenti cruciali (poco prima di un concerto, ad esempio, oppure a ridosso della registrazione dell’album), creandoci non pochi problemi. Con i cantanti è andata decisamente meglio. L’anglo italiano Luca Jason Serafini, dotato di una voce molto potente e in grado di emulare il migliore Mike Patton, è stato il primo dei due a collaborare con noi. Uso il termine collaborare perché in realtà non è mai entrato in pianta stabile nella band: accettò di farne parte temporaneamente in attesa che venisse reclutato un cantante definitivo. Successivamente è giunto Federico Magagnini, cantante e chitarrista ritmico che aveva fatto parte dei Mr. Brownstone (cover band dei Guns n’ Roses attiva a Roma negli anni ’90): Federico è un cantante heavy metal straordinario che vanta una voce perfettamente in bilico tra gli acuti di Axl Rose e la rustica asprezza dell’indimenticato Bon Scott.
Paradossalmente, nel recensire il nostro disco, qualcuno ha asserito che Luca Jason fosse più adatto di Federico al genere che proponiamo. Ciò è incredibile se si pensa che Luca ha un background musicale molto lontano dall’hard rock o dall’heavy metal. Ad ogni mondo, visti i continui cambi di formazione, considerato che noi due eravamo gli unici a comporre le musiche e a pagare le spese sia per lo studio di registrazione, sia per la realizzazione del vinile, abbiamo deciso di andare avanti come duo, chiedendo l’aiuto di musicisti esterni. La formula si è rivelata vincente: le musiche erano talmente convincenti da invogliare gente musicalmente molto più preparata di noi a partecipare al progetto.

iyePARLIAMO PROPRIO DI QUESTO. NEL DISCO SUONANO MEMBRI ASSAI BLASONATI. COME SIETE RIUSCITI A COINVOLGERLI?

Alessio Secondini Morelli: gli abbiamo semplicemente fatto sentire la nostra musica. Gli è piaciuta moltissimo, cosa che ci ha enormemente onorati, e hanno accettato di collaborare. Andrea Ciccomartino (dei già citati GRAAL) canta nella parte finale di “God of the Sun”, brano che ha anche contribuito ad arrangiare; Michele Raspanti (anch’egli nei GRAAL) suona il basso su tre brani (uno di questi è inedito su LP); Paolo Lucini (EZRA WINSTON), oltre ad aver mixato l’intero album e arrangiato buona parte dei brani, suona ben 4 strumenti praticamente quasi ovunque; Alessandro Papotto (membro del BANCO DEL MUTUO SOCCORSO e fondatore della PERIFERIA DEL MONDO) suona il sax tenore nel brano “Dwarf Planet”; infine, Manuela Tiberi (ex membro del RONDÒ VENEZIANO), suona il flauto in “Dawn”, un brano che apparirà solo nella versione in CD.

Gianluca Livi: Vorrei poi citare un collaboratore sconosciuto ma bravissimo. Si tratta di Luigi Ranieri che suona delle splendide chitarre acustiche in due brani e una chitarra elettrica di stampo floydiano in un terzo brano.

iyeVIVETE DI MUSICA, O FATE ALTRI LAVORI E LA MUSICA È UNO SPLENDIDO HOBBY?

Alessio Secondini Morelli: la musica, per entrambi, è una splendida passione. D’altronde con il tipo di musica che proponiamo sappiamo in partenza che non ci vivremmo mai! Anzi, fino ad ora ci siamo andati largamente in perdita.

iyeCOME DISTRIBUITE IL VOSTRO LAVORO ?

Gianluca Livi: all’interno del gruppo, entrambi ci occupiamo di comporre musiche e testi. Io sono un po’ il portavoce del gruppo a livello di relazioni con locali, giornalisti, case discografiche. Ma sono un semplice ambasciatore di una volontà che appartiene ad entrambi.

Alessio Secondini Morelli: entrambi ci occupiamo di comporre musiche e testi. Per quanto riguarda il primo album – a parte un solo pezzo, frutto di una vera e propria unione d’intenti – tutti i brani sono stati composti individualmente, secondo un personale modus pensandi e operandi. Proprio in questi giorni stiamo iniziando a lavorare al secondo album, i cui brani sono invece frutto di un lavoro di coppia. Normalmente, uno dei due porta l’idea principale e l’altro suggerisce delle variazioni. In seguito, in sala prove, si sviluppano le idee insieme, in maniera estremamente fluente. Quando la canzone è rodata, è anche pronta per essere incisa. Sui testi è un altro discorso: l’argomentazione spesso nasce di pari passo con la musica. Generalmente, il testo rappresenta la dimensione concettuale che a quattro mani abbiamo giocoforza plasmato come entità ANNO MUNDI. Non ci precludiamo stimoli e ispirazioni provenienti da fonti estremamente variegate. Certo è, però, che il lavoro musicale e lirico viaggia in maniera congruente e consona verso la dimensione concettuale “acida” settantiana che abbiamo scelto, e non ce ne sentiamo assolutamente intrappolati solo perché apparentemente “retrograda”. Anzi, ti assicuro che da questa magica fonte sgorga ancora tantissima ispirazione.

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iyeLA SCENA ROMANA È PIÙ VIVA CHE MAI, O HA MENO GRUPPI MA DI MAGGIOR QUALITÀ?

Gianluca Livi: a me non sembra affatto viva. Di gruppi ce ne sono di validissimi. Tuttavia, dal punto di vista del pubblico e dell’organizzazione dei concerti, Roma è completamente svuotata di ogni stimolo. Se pensi che l’anno scorso, al concerto degli inglesi FIREBIRD, gruppo inglese con 10 anni di vita e ben 6 albums all’attivo, autore di un sound graffiante ed immediato tipico dei seventies più riffettari, ci saranno state sì e no 30 persone, capisci cosa intendo.

Alessio Secondini Morelli: auesta cosa io la riscontro da più di 20 anni. E’ da quando sono adolescente che cerco di portare avanti qualcosa di duraturo. La scena della nostra amata città è buona per una piccola percentuale di gruppi che tengono duro (e vi assicuro che ce ne vuole), ma è zeppa di perditempo e di persone che si atteggiano e che fingono di avere passione per la musica. In realtà non vanno mai tanto lontano. Vi sono pochi gruppi di maggior qualità che si impegnano realmente con innata passione. Ma tanto vi è sempre qualcosa che frena. L’esterofilia, la pessima acustica nei locali o la loro ubicazione improponibile. Infine, promotori veri non ne vedo. Quando qualcuno si prende la briga di pianificare un concerto, l’organizzazione falla un po’ dappertutto. Solitamente fanno tutto le bands: strumenti, fonica, promozione, ecc. E nessuno ti regala mai nulla. In questo clima, è incredibile che sopravvivano gruppi validi come GRAAL e BLACK RAINBOWS, giusto per citarne un paio.

iyeQUALI SONO LE COSE CHE HANNO ISPIRATO LE VOSTRE CANZONI ?

Gianluca Livi: dal punto di vista musicale, Alessio è quello che imprime maggiormente l’influenza sabbathiana. Il marchio sonoro della band lo dà lui, con la sua chitarra. In realtà io sono appassionato di molti generi musicali: Progressive e Jazz su tutti. Ed infatti, se ascolti le mie composizioni, noterai qualche traccia di Prog e Psichedelia. Qualcuno ha definito la nostra musica Prog Doom. Io credo sia un errore: noi non siamo né doom, né prog. Noi siamo molto vicini allo stile sabbathiano: una bella sintesi dei primi 4-5 album, con una certa prevalenza delle sonorità espresse in Sabbath Bloody Sabbath. Tutto ciò non è certamente Doom (i SABBATH non hanno mai fatto Doom), né tanto meno Prog. Il nostro è un Hard Rock oscuro e tenebroso tipico dei primi ’70, prodromico del genere Heavy. Rappresentanti di questo genere sono individuabili, ad esempio, nella compagine artistica rappresentata dall’etichetta Vertigo. Per dirla alla Tony Iommi, il nostro è puro Heavy Rock.

Alessio Secondini Morelli: Beh ho sempre visto lo stile Heavy Rock dei ‘70s, soprattutto quello Sabbath-oriented (attenzione Heavy Rock, non Doom Metal), come qualcosa di sviluppabile a 360°, con un indirizzo musicale meravigliosamente mistico/metafisico. A livello di testi, nego fortemente che tale discorso musicale sia esclusivamente di stampo ultra-blasfemo o depressivo/veterosuicida/nichilista: è una convinzione errata, questa, che lascio adottare ad altri. Nei testi che scrivo (“Timelord”, “Shining Darkness”, “Scarlet Queen”) inserisco sempre un’allegoria, un po’ metafisica di alcuni concetti, archetipi che si sposano in vari modi con la realtà, filtrando il tutto in maniera molto personale. Ne sento il bisogno. E alla fine i testi vivono assieme ai brani, in una maniera che forse un po’ immodestamente, reputo meravigliosa.
E così può accadere di dedicare un testo come “Timelord” al telefilm “Doctor Who” che tanto mi aveva affascinato quando ero piccolo. Dal canto suo, Gianluca ha dimostrato, nelle liriche di “Dwarf Planet”, di saper percorrere la medesima via, e il risultato è questo gran feeling anni ’70 certamente non usuale. Vi è un’osmosi pressoché perfetta che si può anche ulteriormente sviluppare. Non siamo certo maestri della composizione, solo che ciò che facciamo viene esclusivamente dal cuore.

iyePER ME I BLACK SABBATH SONO UNA DELLE PUNTE PIÙ ALTE CHE LA MUSICA ABBIA MAI TOCCATO, CHE NE PENSATE ?

Alessio Secondini Morelli: sono totalmente d’accordo. Solo un mancino poteva cambiare per sempre la storia della musica. Siamo sempre additati al mondo come le streghe, noi left-handed: io, come mancino puro, sono fiero di bruciare sul rogo accanto a Iommi o Hendrix (non son degno, non son degno!)

Gianluca Livi: per me i Sabbath sono un gruppo validissimo ma non l’unico. Ce ne erano tanti altri certamente migliori. A livello vocale, poi, Ozzy scompariva di fronte a un Gillan o a un Plant. Quindi io non sono d’accordo nel collocarli in vetta alla piramide. Io li posiziono tra i 50 migliori dell’intero pianeta, peraltro limitatamente al solo decennio degli anni ’70. Tuttavia, sono pienamente d’accordo sul fatto che l’Heavy Metal é nato grazie a loro. Tutto è cominciato dai quei 4 ragazzi.

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iyeSECONDO VOI MEGLIO CON OZZY O SENZA?

Alessio Secondini Morelli: Beh, per quello che è oggi Ozzy… (risate). In realtà io sono un fan dei Sabbath a 360°, sono cresciuto anche con dischi come Mob Rules e Headless Cross. Ma i capolavori degli anni ’70 credo siano inimitabili. Checché si dica che “Ozzy non è un gran cantante”, è indubbio che i dischi della formazione originale, così metafisicamente sospesi tra genio e follia, sono difficili da eguagliare. Quella formazione ha caratterizzato la scena Hard ’n’ Heavy dagli anni ‘70 in poi perché animata da un certo tipo di coesione, da uno stato mentale particolare piuttosto che da mero virtuosismo. Sono un fan dei Sabbath principalmente perché amo Iommi. Non sono un grande fan di Ozzy solista ma penso che dischi come Sabotage, Vol. IV, Master Of Reality sarebbero stati suonati (e composti) assai diversamente senza la sua voce caratteristica. E’ un’alchimia impossibile da riprodurre, perché si sente che quei quattro provenivano da Aston/Birmingham, e vi era una ragione “sociale” e “culturale” per cui facevano quel tipo di Musica.

Gianluca Livi: i Sabbath per me sono Iommi, con o senza Ozzy. La roba con Ronnie James Dio è stupenda e anche quella con Tony Martin è molto convincente. Per non parlare del disco con Ian Gillan, che è favoloso. I Sabbath sono Iommi, senza dubbio.

iyeCOSA NE PENSATE DELL’IMMINENTE REUNION DEI BLACK SABBATH ?

Alessio Secondini Morelli: Che voglio a tutti i costi andare all’unica data italiana. E’ l’occasione di una vita. Tuttavia, parlando dell’alchimia di cui sopra, mi sono scoraggiato vedendo tempo fa il sito internet “ufficiale” www.blacksabbath.com: una semplice homepage riportante una foto di gruppo mappata, con il volto di ognuno dei 4 membri che riporta al proprio sito internet. Io spero che questa reunion possa permettere a loro stessi di ritrovare la più genuina essenza dei veri Black Sabbath. Dopo 30 anni, addirittura un album nuovo. Non ci speravo proprio. Staremo a vedere come sarà.

Gianluca Livi: Ozzy è un grande e Bill Ward ha confessato che con lui al microfono si sente maggiormente motivato e stimolato. Quindi per me la reunion è ok. Secondo me hanno ancora molto da dire. I due inediti del disco dal vivo “Reunion” erano molto belli.

iyeFARETE DEI CONCERTI IN GIRO PER LO STIVALE ?

Gianluca Livi: non credo. Io sono contrario. Vorrei una formazione stabile e coesa, e al momento non c’è. Siamo sempre e soltanto noi due. Vorrei che fossimo in quattro (con un bassista e un cantante/tastierista o cantante/chitarrista), tutti osmoticamente coinvolti a 360°: a livello creativo, organizzativo ed economico. Ma mi sembra un’utopia. Da quando ci siamo formati, abbiamo fatto 5 date dal vivo: in 4 di queste, la formazione non è mai stata la stessa. Gli unici denominatori comuni siamo stati sempre e soltanto noi due. Quindi direi che per il momento niente live. Meglio concentrarci sui progetti in studio – che, a quanto sembra, ci riescono molto bene – chiedendo aiuto a membri esterni, peraltro preparatissimi. Basti pensare che 3 munisti tra coloro che hanno suonato nel nostro disco sono diplomati al conservatorio e ben 5 militano o hanno militato in formazioni blasonate.

iyeCOSA AVETE IN CANTIERE ?

Gianluca Livi: il nostro vinile è piaciuto moltissimo tanto ai tipi della BLOOD ROCK RECORDS, al punto che stamperanno sia la versione in CD, sia la ristampa in vinile, entrambi con due inediti. La BLACK WIDOW RECORDS, invece, distribuirà in via esclusiva i prodotti della consociata. Siamo onorati di queste attenzioni perché queste due etichette vantano una produzione musicale molto vicina alle nostre sonorità. Il loro modo di trattare gli artisti, poi, ci ha favorevolmente colpito. Entrambe le etichette investono nei gruppi nuovi e lo fanno con un trasporto che è altrove difficilmente riscontrabile.

Alessio Secondini Morelli: per quanto concerne il nuovo lavoro, nei primi mesi del nuovo anno rientreremo negli studi di registrazione, sempre i Three Fates Rec Studio di proprietà degli EZRA WINSTON. Abbiamo scelto questi studi perché l’uso del computer è ridotto al minimo indispensabile. Infatti, le tecniche digitali sono combinate con il tradizionale procedimento analogico rappresentato dall’indimenticato nastro magnetico. Per una band come la nostra, fortemente legata alle sonorità vintage tipiche dei primi anni settanta, alla ruvida graniticità della chitarra del grande Tony Iommi e alla tenebrosa profondità del basso di Geezer Butler, uno studio del genere, dotato di questo tipo di approccio alla registrazione, ha rappresentato un’opportunità irripetibile che non era possibile lasciarsi sfuggire.

Gianluca Livi: questi studi, poi, hanno un fonico eccezionale, Paolo Lucini, che in pratica è il nostro George Martin. Anzi, più correttamente, è Bob Rock, Alan Parson e George Martin in un sola persona. Ed infatti, alcuni recensori si sono accorti del suo fantastico lavoro e lo hanno giustamente evidenziato. E siccome se la merita, permettimi di fargli un po’ di pubblicità pubblicando l’indirizzo dello studio: THREE FATES REC STUDIOS, Via del Gelsomino n. 55 – 00165 Roma (Tel. 06 6385634 – 3fatesrecstudio@tiscali.it – http://web.tiscali.it/3fatesrecstudio/).

iyeCIAO E GRAZIE MILLE PER LA DISPONIBILITÀ.

ANNO MUNDI: grazie a te per il tuo interesse nei nostri confronti.

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