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Recensione : Angra – Secret Garden

Un ritorno un po' inconsueto per lo storico gruppo brasiliano, che con l'ingresso di Fabio Lione sforna un disco solido e godibile, distaccandosi (ma non troppo) dai suoni delle origini

Angra – Secret Garden

A quattro anni di distanza da “Aqua”, tornano i brasiliani Angra, alle prese con il primo full-length dopo la dipartita di Edu Falaschi e il consolidamento del “nostro” Fabio Lione alla voce.

Si tratta di un lavoro solido, curato nei minimi particolari, ma che stilisticamente segna una certa discontinuità rispetto allo stile che ha da sempre caratterizzato la band carioca.
Alcuni pezzi suonano decisamente meno power rispetto alle uscite precedenti, spostandosi più verso un prog-metal di dreamtheateriana memoria; permangono, comunque, la natura essenzialmente power del gruppo, e gli inserti sudamericani a cui la band di Loureiro ci ha abituato, a mantenere vivi lo spirito delle origini e l’identità del gruppo.
Si parte con Newborn Me, che nella prima metà presenta palesemente lo zampino di Lione, con sonorità che ricordano marcatamente gli ultimi lavori dei Vision Divine; la seconda parte, però, lascia spazio a due assoli chitarristici di inconfondibile marca Angra, trasmettendo all’ascoltatore quel filo conduttore che si propagherà per tutto il resto del disco.
Con Black Hearted Soul si torna su sonorità più prettamente power, dove spicca la brillante prova dietro le pelli del giovane Bruno Valverde, anch’egli alla prima uscita “ufficiale” con il gruppo. Final Light rallenta i tempi, puntando anche su un melodia orecchiabile e di ottima fattura: uno degli episodi più riusciti dell’album.
Storm Of Emotions è una ballad ben articolata, calda e coinvolgente, Synchronicity II (cover dei Police) ci riporta invece su ritmi più sostenuti, lasciando spazio a un ottimo assolo di Loureiro.
Con Violet Sky torniamo su territori più heavy, ma questo appare come uno dei brani più deboli del lotto;
la title-track, invece, vede la partecipazione di Simone Simmons, nonché la presenza di un’anima orchestrale fortissima. Upper Levels è forse il pezzo migliore dell’album: costruita su una melodia di pregevole in 15/8, lascia poi spazio a digressioni strumentali di altissimo livello, con spunti quasi fusion. Da segnalare uno straordinario assolo all’unisono del trio Andreoli-Loureiro-Valverde nella parte conclusiva del pezzo.
Chiudono l’album Crushing Room (con la partecipazione di Doro Pesch), Perfect Symmetry, e la delicata ballad finale Silent Call, adagiata su un morbido tappeto di hammond e chitarre acustiche.
Tirando le somme, gli Angra hanno confezionato un album godibilissimo, che forse scontenterà i nostalgici delle origini, ma che difficilmente non verrà apprezzato dagli amanti del prog-metal in generale.
Se questa è la nuova strada intrapresa dalla band brasiliana, gli auspici per il futuro si prospettano più che confortanti.

Tracklist:
1. Newborn Me
2. Black Hearted Soul
3. Final Light
4. Storm of Emotions
5. Synchronicity II
6. Violet Sky
7. Secret Garden
8. Upper Levels
9. Crushing Room
10. Perfect Simmetry
11. Silent Call

Line-up:
Fabio Lione – voce
Rafael Bittencourt – chitarra, voce
Kiko Loureiro – chitarra, tastiere
Felipe Andreoli – basso, tastiere
Bruno Valverde – batteria

ANGRA – Facebook

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