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Recensione : Reverend Beat-Man & Milan Slick – Death crossed the street

Quando la guida spirituale del Reverend(o) Beat-Man chiama a raccolta, il suo discepolo (Reverend) Shit-Man risponde all’appello.

Il vulcanico e “blasfemo” one-man band svizzero Reverend Beat-Man (nato nei Sixties della “estate dell’amore”, voce, chitarra e grancassa, e dal 1992 in missione per conto del clerock’n’ roll, in giro per il mondo a predicare il Verbo col suo incendiario universo blues/trash/wild R’N’R, nonché membro dei veterani lo-fi garage punkers Monsters e fondatore della benemerita label Voodoo Rhythm Records) è tornato a pubblicare nuovo materiale quest’anno, un album suonato a quattro mani insieme a un suo giovanissimo concittadino di Berna, il singer-songwriter Milan Slick (classe 2004, qui alle prese con chitarra, tastiere/organo, voce e batteria) conosciuto nel 2020, durante il periodo pandemico, lavorando alla composizione della colonna sonora di un film.

Death crossed the street” – uscito, neanche a dirlo, su Voodoo Rhythm – non rappresenta la prima collaborazione tra i due, perché Slick aveva già preso parte alle registrazioni dell’Lp collaborativo “It’s a matter of time” a nome Reverend Beat-Man and the Underground (che vide la luce tre anni fa) e hanno suonato insieme in tour, ma tra i solchi di questo disco è comunque interessante sentire incontrarsi/scontrarsi due generazioni differenti (“Boomers” analogici nati nello scorso secolo/millennio VS nativi digitali della “Generazione Z“, volendo rifarci alla neolingua odierna) però accomunate dall’amore per il primitive hi-energy trash lo-fi rock ‘n’ roll.

La liturgia pagana viene benedetta dalla dinamitarda opener “Seduce“, tra un piano monotonale e un devastante muro di chitarre distorte che fanno deragliare ogni processo di beatificazione; “I found out” che sembra prendere il riff portante da “Blue Monday” dei New Order per trasformarlo in un incubo industrial rumorista; il delirante anthemJunkie child“, con tanto di incipit alla Sweet, gancio perfetto per far scatenare i “fedeli” ai concerti del Reverendo; linee schizzate di piano/organo vanno a rendere ancora più psycho il consueto universo sonoro goliardico, cazzone e politicamente scorretto di Beat-Man Zeller (l’amara riflessione ad alta voce di “What is wrong with those people in this world today“, “Feed my brain“, la SuicidescaShut up” e poi “Fuck you Jesus“, canzone ideale da cantare il 25 dicembre alla messa natalizia) ma le vere chicche del full length vanno ricercate quando i groove indiavolati rallentano – soprattutto quando Slick si prende la scena e il microfono in “In the end“, una sorta di malinconica ballad dai forti echi Mark Laneganiani – nella struggente title track e nella perversione della conclusiva “I want your sweat“, in cui sembra di sentire i Birthday Party di Nick Cave (una delle fonti primarie di ispirazione di Slick) che si mettono a suonare drone metal (!) con Jim Morrison alla voce.

Get on your knees, the Reverend is back e vi (s)battezza tutti. Padre, perdona loro perché sono orgogliosi di aver peccato. Rito e ritmo. Fuzzamen!

TRACKLIST

1) Seduce
2) I found out
3) Fuck you Jesus
4) Death crossed the street
5) What is wrong with those people in this world today
6) In the end
7) Feed my brain
8) Shut up
9) Junkie child
10) I want your Sweat

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